sabato 26 agosto 2006

La teoria del ritardo

Ieri alla fine mi sono dimenticato di dire che, se la cassiera del negozio di libri è molto carina, beh allora comprare libri è tutta un'altra cosa. A me la cultura non m'interessa, la figa si.
Ma non c'entra niente con il mio pensiero di oggi. No, non è l'unico pensiero che ho fatto oggi. Ne faccio più di quanti si creda. Anche più di quanti mi possa ricordare. A volte sarebbe bello avere un registratore neuronale. Ma dove lo trovo poi il tempo per riascoltarmi tutte le cazzate che penso? Alla fine si fa prima ad ascoltarsi gli Afterhours. Che poi a me nemmeno piacciono tanto, a Ferrara sono andato a vederli perché erano gratis.
Dicevo, anzi pensavo, e ora scrivevo, o per meglio dire scrivo, che è tutto una questione di punti di vista.

E così sto dicendo tutto e niente, mi spiego meglio. No, non sto dicendo nulla di nuovo, sono un po' come i Counting Crows, non hanno inventato niente, ma lo fanno meglio di altri che c'erano prima. Io non so cosa stia facendo meglio di quelli che c'erano prima. Chi c'era prima? Su questa seggiola, mio padre, ma non se io pensi meglio di lui. Non credo.
Quindi che cazzo di paragoni faccio? Che poi mi perdo nel discorso.
E' una questione di punti di vista... la stessa cosa può apparire vista da un modo bella, come suicidante. Esiste la parola suicidante? No? Zanichelli prendi nota, da stasera un vocabolo in più.
Dicesi suicidante ciò che è talmente deprimente da portare al suicidio.
Ha ragione Sacchi, non è la prima volta, e ultimamente avviene sempre più spesso. Nulla di preoccupante, è la natura che fa il suo corso. Potrei parlarne ora ma poi mi divago troppo e mi perdo di nuovo.
Di cosa stavo parlando? Ah, dei punti di vista... beh Sacchi ha ragione perché dice che il mondo visto da un innamorato ricambiato, da un innamorato non ricambiato, e da uno che non è innamorato, sono tre realtà diverse.
Dice che quella più vera è quella di uno che non è innamorato. Boh... bruttino il mondo allora, eh?
Che poi qualcuno viene a dirmi che sembra che mi faccia schifo la vita da come scrivo sul blog... ma no, è semplicemente che ci sono cose belle e cose brutte, e magari ora il mio punto di vista va sulle brutte che a lamentarsi delle belle siamo sempre in tempo.
Che poi io sia smaronato-depresso-logorroico-sinestesico-diastolico-invasato e altre parole a caso (le può mettere il mio paroliere Mogol-Diego) è un altro discorso.
Sacchi è uno della grande teoria del ritardo. Lo dovevo mettere in un altro post ma mi è venuto da scriverlo ora.
E qui fanculizzo (ma con amor di simpatia) chi ora mentalmente mi fanculizza dicendo "chi arriva in ritardo è solo un gran sfigato, perché fa perdere tempo agli altri, non rispetta gli altri, e bla bla bla..."
Premesso che la parola rispetto è una di quelle parole che al giorno d'oggi si usano senza sapere cosa vogliano dire, perché io provo rispetto per la parola rispetto, adesso spiego di cosa sto parlando.
Credo di avere già aperto 28 discorsi diversi senza chiuderne nemmeno uno.
La teoria del ritardo va ben oltre l'arrivare in ritardo una singola volta... chi mi fanculizza non ha proprio capito una nerchia di cosa sto parlando. Quando il saggio indica la luna, lo stolto vede solo il dito. E soprattutto, l'essenziale è invisibile agli occhi (Piccolo Principe rulez! W Renon 2005 e i partecipanti al campo estivo delle medie).
E spesso è così... quando cerco il costume per andare al mare non lo trovo mai. L'essenziale è invisibile agli occhi. Lo cerco a occhi chiusi ma non lo trovo lo stesso. L'essenziale è invisibile anche al tatto. Gusto, olfatto e udito sono pressochè nulli in questa ricerca. L'essenziale è invisibile a tutti i 5 sensi.
Poi scopri che il tuo costume l'ha messo da lavare la Karima. L'essenziale è a lavare dalla Karima. In compenso il superfluo lo puoi vedere, toccare, annusare, ascoltare e leccare.
E allora non stiamo parlando di arrivare in ritardo una sera, e vaffanculo, stiamo parlando di una metafora ben più ampia... di quelli che arrivano "dopo". Nella vita. A cui spuntano i primi denti "dopo" gli altri, che dicono la prima parola "dopo" gli altri, che crescono in altezza e peso "dopo" gli altri, che iniziano a uscire "dopo" gli altri... che hanno la prima ragazza "dopo" gli altri... eccetera.
Ecco, io, come credo Sacchi e non sia il solo, mi sento facente parte di questo grande gruppo. E ritengo che sia un bene, per tanti motivi. Perché chi arriva in ritardo, molto spesso fa le cose di fretta, e non gli vengono benissimo. Però, arriva dopo, ed è più fresco. Quando arriviamo noi, gli altri sono già stanchi... hanno già preso il vento, la pioggia, sono li da mezz'ora...
E Sacchi è uno che sta arrivando adesso, come tanti altri... e si deve ancora fermare, sia chiaro. Onore e stima a Saccolo.
E la teoria dei punti di vista? Beh, secondo me in giro c'è un po' di merda (si anche cose belline, tipo l'asfalto di piazzale Maresca che ti scirlano le ruote sull'asciutto e sul bagnato razzi, ma non ne voglio parlare stasera delle cose belle. nè tantomeno dell'asfalto di piazzale Maresca che poi quel nome gliel'abbiamo dato noi chissà come cazzo lo hanno chiamato all'anagrafe perché poi il nome delle vie deve darlo l'anagrafe ma lo da veramente l'anagrafe che mettere un punto o una virgola o un qualunque segno di punteggiatura dite che è un'idea? Si, era da fare, direi.)
E queste merde che sono in giro, se viste da un punto di vista diverso, non sono niente male.
La questione è trovare la soluzione, il centro di gravità permanente, che possa permettere di avere un'idea fissa reale e precisa su tutto. Ma trovala, la soluzione.

E per finire, come se di cazzate non ne avessi messo già da basta io, il monologo tratto da Brand:new.

Avevo litigato con la mia ragazza. Ero in casa. Ero solo. Guardavo una televendita di pentole sul satellite. A un certo punto squillo il telefono. Non era lei. Però era una donna.
"Buonasera", mi dice.
"Buonasera", dico io.
"Sono Miranda Rossi della F&T Marketing. Sto cercando una donna tra i 18 e i 35 anni per farle alcune domande".
"Ma va? Che combinazione, anch'io".
"Ah,anche lei fa ricerche di mercato?"
"No, no è un'altra storia. Buonanotte".

tratto da Brand:new di Massimo Coppola

Nessun commento:

Posta un commento