lunedì 26 settembre 2011

Da oggi, su Facebook

...da oggi, anche su Facebook.

Cioè, anche prima c'era una pagina, era il gruppo con il fan club non ufficiale, ma facebook lo sta chiudendo... ora, questo è ufficiale.




venerdì 23 settembre 2011

A me del calcio non me ne frega più niente

Adesso, per chi non lo sapesse, lavoro in un bar. Sto facendo il barista. Non sono un barista, lo sto solo facendo. Non so fare molti cocktail. Ne so fare pochissimi. E magari li faccio anche male.

Il problema è che ci vuole un po' di sensibilità. Ho sempre amato la quantità e la sostanza rispetto alla forma... intendiamoci, non a scapito della qualità. Però a me, del bicchierino giusto, la fettina di arancina, la cannuccina, il cubettino di ghiaccino, me ne è sempre sbattuto il cazzo.
Lavorandoci, ho capito l'importanza anche di alcune di queste piccole cose, e mi sono sforzato per rimediare. Ma solo ad alcune... resto un barista stile Gattuso, ecco.

Quindi... non sono un barista, ma faccio il barista. E' diverso. Anche se poi alla fine se mi chiedi un caffè, te lo faccio uguale come lo farebbe un altro barista.

Comunque, sono in un bar prevalentemente di anziani. Se ci penso bene, c'è l'Italia, nel mio bar. Si, c'è anche una bandiera dell'Italia appesa sotto al bancone. Era li per i Mondiali 2010... è rimasta li per pigrizia altri 6 mesi... poi nel 2011, era il 150enario, e rimarrà li fino al 31 dicembre. Esattamente come me in Italia, per ora. Poi si vedrà.

Ma torniamo al bar. In un bar di anziani, il calcio è fondamentale. Non c'è Sky nel mio bar. Quando in una TV non c'è Sky, c'è Italia 7 Gold con Diretta Stadio.
Che è un incrocio tra il televideo e il Processo di Biscardi. Praticamente, Biscardi che si ingroppa un Sony da 26".
Immaginarsi il risultato.
Se non riuscite a immaginarvelo, andate a cercare su YouTube Tiziano Crudeli. Ecco, quello è un esempio di cosa nasce da un amplesso tra la pagina 200 del Televideo Rai e il Biscardone.

Ma io di solito tolgo l'audio e mi ascolto K-Rock. Tanto a fare i commenti ci sono i clienti anziani del mio bar.
Ora: tra nazionale, campionato, anticipi, posticipi, champions, europa league, da quando lavoro si c'è del calcio un giorno si e uno no.
E poi sti anziani vengono anche da me a commentarlo. Forse perché nel loro immaginario un barista è uno che deve saperne di calcio per forza. O perché devono pur dire qualcosa, e se non si parla del meteo e di politica, allora si parla di calcio.
Io non ho mai giocato in una squadra seria. A parte le squadre di calcetto con gli amici nei tornei della zona. Dove abbiamo perso quasi sempre tutte le partite. Ma li appunto non era una squadra seria. E nemmeno i tornei lo erano...
Comunque, non sono mai stato bravo a giocare a calcio. Ho una carriera da allenatore nei Penzla Boys, squadra parrocchiale di calcio a 5... con risultati discreti. Ma ho dei calciatori straordinari, sono un po' il Guardiola di Penzale: probabilmente vincerebbero anche senza di me.
Anzi: l'anno scorso ero a Londra, hanno giocato senza di me, e hanno vinto.
Insomma forse sono negato anche come coach / mister.

Me la sono sempre cavata però a parlare di calcio anche sapendone poco. I famosi discorsi da bar, appunto.
"Eh ma quando giochi con la difesa a 3..."
"Eh ma quando vai in trasferta a San Siro non è mica facile portare a casa un punto..."
"Quando sei sotto di un gol devi attaccare, non hai mica niente da perdere..."
"Eh ma un attaccante a 32 anni ormai è in fase calante..."

E tutti questi discorsi li utilizzo ormai un giorno si e uno no, mentre asciugo i bicchieri, o faccio i caffè. Soprattutto con Mr. Orzo. No, non Mr. Oizo di Flat Beat. Mr. Orzo. Un simpatico 74enne, che subisce un po' gli acciacchi dell'età, che ha preso confidenza. Viene li, prende il suo caffè d'orzo tutte le sere, poi va via.
Dopo un po' torna e commenta il risultato.
"Eh, allora la Roma vince 1 a 0"
Mi volto, ed è effettivamente così. D'altronde, se lo legge in TV, dev'essere vero. E' un po' come se io venissi da te ora e dicessi "Eh, allora stai leggendo Blogorroico". Eh si cazzo. "Eh, allora oggi siamo ancora vivi."
Altro che Capitan Ovvio... Mr. Orzo c'ha il doppio dei suoi anni ed è ancora potentissimo. Comunque prosegue.
"Eh ma la Roma non sta mica giocando molto bene..."
Ovviamente, questo lo sa perché ha già guardato Diretta Stadio da casa sua, perché nel bar c'è soltanto K-Rock, e se hai sentito qualcosa di vagamente calcistico può essere soltanto un live a San Siro degli U2.
"Eh... ma le grandi non stanno mica facendo bene. Senza la penalizzazione l'Atalanta sarebbe prima..."
Si, vero. Però voglio poi dire, l'ho anche letto sulla Gazzetta oggi pomeriggio, ecco.
E soprattutto... a me Mr. Orzo sta simpatico ma...

...a me del calcio non me ne frega più un cazzo.
Mi dispiace, una volta ci tenevo. Ma l'ho scoperto oggi. A me non me ne frega più un cazzo. Perlomeno, di quello italiano.
Giaccherini. Gasperini che non ha la fiducia di Moratti. Pato che si fa male. Ibrahimovic che si fa male. Montolivo che vuole andare via dalla Fiorentina. Il Bologna che gioca male. Buffon che dice una cazzata. Il Milan che pensa di aver fatto un'impresa a pareggiare contro il Barcellona. Cavani. Il Napoli che è diventato una squadra forte. Doppietta di Rigoni. (che una volta la doppietta di Rigoni era il fucile di uno scrittore che tornava dalla campagna di Russia). Bisoli. Meggiorini.

Forse potessi seguire così il calcio inglese mi appassionerei molto di più. Ma di questo calcio... ma io rimpiango Batistuta, Baggio, Rambaudi, Robbiati, Lorenzo e Nicola Amoruso, Nevio Scala, Andrea Tentoni, i fratelli Inzaghi, il Siena in B e la Cremonese in A... la Reggiana, Klas Ingesson, Igor Kolivanov, Darko Kovacevic, Paulo Sousa... l'Ajax squadra fortissima, gli squadroni tedeschi fortissimi tipo il Borussia o il Bayern, il Parma che dominava in Europa...

Boh. E siamo solo alla quarta giornata. Che in realtà è la terza, visto che hanno saltato la prima. Sarà un campionato lunghissimo... mi viene da piangere.
Spero che il Bologna vinca lo scudetto. Giusto per animare un po' la situazione.

lunedì 19 settembre 2011

un'estate da podio senza l'N15

Quest'estate.
Quest'estate non estata un granché.
Credevo tante cose, credevo tante cose andassero diversamente, di sicuro ho le mie colpe ma - MABBASTA!
Io mi sono rotto il cazzo di dover dire che ho delle colpe. Anche il Barcellona che ha vinto 8-0 ha delle colpe, avrebbe potuto fare 9-0. Tutti abbiamo sempre delle colpe - nessuno è mai perfetto (anche se a volte ci si avvicina in maniera spaventosa).
Io st'estate ho giocato bene, è ora di piantarla con sti cazzo di processi all'italiana dove alla fine è un po' colpa di tutti e si cambia l'allenatore.

STO CAZZO! Io resto al mio posto. Come Gasperini. E di sicuro in ogni modo più a lungo di lui.
Quest'estate ho lavorato. Come tutti. Mi sono fatto un po' di ferie. Come tutti. Forse non le ho sapute usare bene come tutti. Oh, succede. A tutti. Poi ho lavorato di nuovo, e anche questo come tutti.
Ho visto degli amici, ho passato del tempo con loro e mi sono trovato bene.
Ho imparato delle cose su di me nuove. Ed è sempre un bene.
Ho anche terminato il mio primo romanzo. Forse è colpa/merito di questo se quest'estate non estata un granché. Quando, volente o nolente, forse incosciamente, ma di fatto orienti anni 2-3 anni della tua vita (di sicuro gli ultimi 10 mesi) a un obiettivo, una volta che lo raggiungi, ti senti un po' spaesato. Dalla mancanza di nuovi obiettivi.
Una sorta di crisi post-parto.
Anche perché forse il parto vero e proprio sta per esserci, forse il problema è proprio quello di essere in un lungo ed enorme limbo, che per una volta, ancora una volta, non dipende da me. Ed è questa, forse proprio soltanto questa, la grande fastidiosa novità.

Quest'estate ho letto "Alta fedeltà" di Nick Hornby. Lui ha sta cosa della top 5, tra l'altro non propriamente in ordine di importanza.
Io invece ho sempre avuto "i podi". Più facili da stilare, con anche un ordine di importanza.

Le mie città preferite?
1. Londra
2. Edimburgo
3. Granada

I miei architetti preferiti?
1. Gaudì
2. Mangoni
3. L'architetto di Matrix

Le mie estati peggiori?
1. 2006
2. 2010
3. 2011

Il che mi fa pensare due cose: la prima è che le ultime estati non stanno andando molto bene, ma se quella scorsa era giustificata dalla partenza londinese, quella di quest'anno è un insuccesso a sè stante.
La seconda, è che in fondo non è poi stata un'estata fallimentare, e che se questa sale sul podio, allora posso dire che la mia vita ha avuto delle buone estati fino ad ora. E che anche la mia vita, in fondo, non è così da buttare.

Comunque io stavolta non ho delle colpe. C'è qualcosa di sbagliato, lo so, ma stavolta non è in me. Se finissi per darmi sempre la colpa, non riuscirei più a capire quando faccio bene e quando faccio male. E' importante fare le cose giuste, è importante dare le cose con il loro nome.

Sennò finisce come il mio cane, che ogni volta che gli dici qualcosa, nel dubbio, si mette a cuccia, che se va bene gli arriva un croccantino, e male che vada non succede un cazzo. Nessuno gli darà mai uno scupazone per mettersi a cuccia.
Ma io non voglio mica vivere tutta la vita a cuccia giusto perché "così non mi arrivano scupazoni e magari ci scappa pure un croccantino".

Mi manca persino l'N15 quando si fermava all'incrocio tra Whitechapel Road e Commercial Street.

sabato 17 settembre 2011

Il paese è reale

...
dici sempre le preghiere,
conti sempre fino a dieci e  
preghi ancora che non tocchi a te decidere 

Piangi fermo in tangenziale
inseguivi una cazzata
era splendida e dorata
fresca e avvelenata


Ma il paese sa affondare
tutto intorno a te a ballare
bestemmiando disprezzare
e riderci un po’ su
 
E tu vuoi fare qualcosa che serva
e farlo prima che il tuo amore si perda 
 
Non ti accorgi che se lo vuoi tu
Quel che valeva poi non vale più!

SE TI HAN DETTO "RESTA A CASA!"
"VOLA BASSO, NON SCOCCIARE!"
"SE DISPREZZI, PUOI COMPRARE. "
SE VALE TUTTO, NIENTE VALE!

SE NON SAI PIU' SE SEI UN UOMO!
SE HAI PAURA DI SBAGLIARE
SE HAI SOLO VOGLIA DI PENSARE
CHE FRA POCO E' PRIMAVERA...

Adesso fa qualcosa che serva
che è anche per te se il tuo paese è una merda

 
C’è una strada in mezzo al niente
piena e vuota della gente
e non porta fino a casa
se non ci vai tu
 
Io voglio far qualcosa che serva,
fammi far solo una cosa che serva.

Dir la verità è un atto d’amore
fatto per la nostra rabbia che muore.



(libera interpretazione grafica del testo di "Il paese è reale" degli Afterhours)

domenica 4 settembre 2011

la fuga giusta (parte seconda)

...segue da la fuga giusta

"marzo 2009. coppa aziendale di ciclismo. è un po' tipo la coppa Cobram di Fantozzi.
un'intera azienda del terziario, con tutte le sue filiali sparse per l'italia, messa sopra ad una sella e spedita a pedalare. perché "non sei obbligato a farlo, però son cose che fai brutta figura se non ci vai, e poi l'amministratore delegato ci guarda a queste cose".

E' la fiera del ciclismo della domenica, e il tripudio del ciclista amatore.
"
Giulio e il suo giovane collega si sono riportati sul gruppetto dei primi inseguitori, i "cicloamatori", ma nel mentre ci sono stati diversi scatti. Tra cui uno del commerciale e "quei nerd del cazzo del CED".


Collega: "E noi quando partiamo?"
Giulio: "E' ancora troppo presto. Non c'è la fuga giusta."
"Ma che palle Giulio. Quanti cacchio di chilometri sono che dici così?"
"Ma cosa vuol dire? Se non c'è la fuga giusta non c'è, non è una questione di chilometri"
"Si ma intanto gli altri sono la davanti."
"Li raggiungeremo sulla prima salita quando saranno stremati."
"Ma quand'è la prima salita? Quand'è che li raggiungeremo?"
"Quando li raggiungeremo. Quando sarà il momento giusto."
"Ma quando cazzo sarà questo momento giusto? Io mi sto rompendo."
"Se hai fretta... se non vuoi aspettare... fa pure come loro... loro sono scattati così..."
"Si ma loro sono scattati, almeno. Avranno sbagliato, si ritireranno, o arriveranno a venti minuti, ma ci stanno provando, cazzo. E magari che ne sai tu? Magari gli va bene e vincono. Giulio lo sai che devi ancora fare una mezza pedalata che impensierisca qualcuno?"
"Io non ho ancora visto la fuga giusta. E non mi sono mai sbagliato."
"E se invece tu ti sbagliassi? E se invece tu ti fossi sempre sbagliato? Giulio, io ho voglia di provarci, anche se forse non è il momento giusto, ma il momento giusto forse non c'è mai, e forse il momento giusto è questo."
"Se vuoi andare vai..."
"Era se adesso te ne vai..."
"Mavvaffanculo, va, Massimo Di Cataldo"
"Grazie Giulio"
"..."
"Dai, hai capito. Tu non ci hai mai provato veramente. Tu non ci provi mai veramente. Lo so che forse non è il momento giusto. Ma io credo tu abbia paura di provarci e basta. E adesso dimmi pure quel che vuoi, ma io ci provo. E dovresti provarci anche tu, lo sai."

Detto questo il giovane collega scattò, dall'alto del sellino sagomato della sua colnago lucidatissima, con tanto di maglietta gialla e pantaloncini coordinati. Nonostante le pochissime ore di sonno (inferiori alle ore di sesso che aveva nelle gambe) si lasciò dietro il gruppetto senza troppi problemi e andò all'inseguimento di quello del commerciale e di quelli del CED. O perlomeno così credeva lui: in realtà si agganciarono alla sua ruota due del commerciale che non aspettavano altro, e uno della contabilità.

Giulio, da dietro osservava tutto, fermo nella sua pedalata, un po' intorpidito nella sua maglia verde un po' usata, senza dire una parola. O senza aver replicato più di tanto. Quello che il collega non poteva sapere, era che Giulio ci aveva già provato. Aveva già provato di prendere la fuga giusta, e aveva già fallito. Non era la prima coppa aziendale di ciclismo che disputava. E ora, forse, tutta la sua esperienza si stava tramutando più in un peso che altro.
Un po' come l'acidità post-alcolica che si ritrovava nello stomaco... e tutto il resto che gli bruciava dentro.
Più un peso, che altro.

venerdì 2 settembre 2011

La mia generazione sta perdendo

La mia generazione sta perdendo.

Abbiamo lauree inutilizzate o mal utilizzate. Siamo disoccupati, o sottoccupati.

Ci fidanziamo eternamente perché abbiamo paura di sposarci. Decidiamo di sposarci, e ci lasciamo prima del matrimonio. E se ci sposiamo, ci lasciamo nel viaggio di nozze. O dopo due anni. O dopo che ci siamo fatti le corna.
Oppure non troviamo nemmeno da fidanzarci, tristi e scoraggiati dall'altro sesso, e dopo aver miseramente e mestamente analizzato la situazione, finiamo per preferire la masturbazione solitaria alla prostituzione intellettuale.

Viviamo per pagare l'affitto, le rate della macchina, le rate del mutuo. I nostri nonni erano proletari, perché avevano solamente la prole a carico. Che dopo una dozzina d'anni però comincia a rendere, lavorando nei campi.
Noi siamo solamente dei mutuari, abbiamo solamente un mutuo a carico. Che grazie, agli interessi, cresce esattamente come i figli. E ti va pure a zappare. Direttamente sui tuoi piedi.

La mia generazione sta perdendo perché è infelice. La mia generazione vive su facebook. Comincia la settimana postando "Lunedi" di Vasco.
Prosegue il martedì scrivendo "che caldo! rivoglio l'inverno!"
Poi il mercoledì "proprio oggi doveva piovere? fanculo!" (le donne aggiungono "per fortuna che ho fatto shopping, comprato il vestito per andare a ballare venerdì!")
Giovedì "dai che domani comincia il weekend"
Venerdì si posta "Friday I'm in love" dei Cure
Sabato si postano le 200 foto tutte uguali e sorridendo con i drink in mano della serata precedente.
Domenica pomeriggio si scrive "mi son svegliato adesso!" weekend devasto!"
E domenica sera non si scrive un cazzo, si piange e basta, da soli, nella propria stanzetta.
Ebbene si: la mia generazione quando chiude facebook comincia a piangere.

La mia generazione si droga. Alcol, cocaina, cannabis, caffeina, taurina, nicotina, sesso, videopoker, gratta e vinci. Ma la mia generazione si droga.

Noi ci lamentiamo del prezzo della benzina ma continuano a preferire il pieno pagato 60 euro piuttosto che mettere su l'impianto a metano.

La mia generazione ha paura. E' incapace di rischiare. Si rifugia in rapporti sentimentali che garantiscono un dose minima di bumbate mensili, una dose minima di conforto psicologico, una compagnia per matrimoni, film, pizze e cene. Il tutto alla modica cifra di qualche litigata e qualche centinaio di euro. E un sacco di tempo libero e di lacrime.
La mia generazione è provinciale a manetta. Ma talmente tanto che non capirà mai di esserlo. Un pesce rosso nella boccia di vetro è meno provinciale della mia generazione.

Ci lamentiamo di tutto e di tutti. Ma non cambieremo mai nulla. Appena qualcosa è migliore, o peggiore, o semplicemente diverso da noi, lo etichettiamo e lo invidiamo, o dispregiamo, o semplicemente allontaniamo.
Tutto ciò che è diverso ci fa paura perché potrebbe essere come noi: e in realtà, il nostro noi, non lo vogliamo modificare.
Il nostro noi non ci piace per un cazzo, ci fa cagare, ci fa piangere, ma abbiamo una fottuta paura che cambiare questo voglia dire passare per qualcosa di peggio. E non lo potremmo affrontare. Perché siamo deboli come Julian Ross durante un attacco di cuore.

La mia generazione si veste figa, prende degli aperitivi fighi, e va in giro a fare la figa, e se ci pensiamo bene, è esattamente come se fossimo a carnevale. In quei bei carnevali veneziani, dove davvero tutto è concesso, solo che li erano più coscienziosi e lo tenevano solo per un giorno all'anno. Noi invece lo teniamo tutti gli altri 364, e va a finire che quando sei vestito da pirla a carnevale alle grotte è l'unico momento in cui ti mostri per quel che sei veramente, senza più status symbol, classi sociali o clichè.

La mia generazione sta perdendo. E dentro la mia generazione c'è anche chi non sa quale sia la sua generazione, o che si sente di farne parte solamente in maniera marginale, quasi un prodotto di scarto, un'anomalia sistemica, che sputasentenze dall'alto di un blog e della sua cameretta al secondo piano, non prima di essere uscita fuori e aver visto ed analizzato una percentuale considerevole di stronzi della sua generazione.

E che ormai non c'ha più un cazzo da piangere.