giovedì 28 novembre 2013

Quella noiosa vita da supereroe

Faccio sempre più fatica a trovare le parole giuste e a tradurle in un post. Sempre più sono le bozze sospese, piene di noiose banalità che diventeranno diamanti grezzi nel giro di pochi mesi.

E' strano come io sia arrivato a tutto questo. Che poi è sempre strano, quindi alla fine è anche normale. E sai? In quella ormai noiosa vita da supereroe, in cui ogni giorno ne superi una diversa, o semplicemente ogni giorno ti ripigli da una parte diversa della metropoli e affronti la vita partendo dall'autobus per tornare a casa, una fermata alla volta.

Non andrebbe specificato: è che c'è chi non lo sa. Ovviamente non sai mai qual'è l'autobus per tornare a casa, ma improvvisi, a usta, a intuito, combinando le nozioni e le esperienze che hai, combattendo la noia di chi ne farebbe a meno, il piscio, e il freddo.

Questa è la mia vita.

Senza che lo dica Ligabue.

Ma in realtà poi la mia vita è anche molto meglio, canzoni bellissime degli M83 con la neve fuori dalla finestra, tramonti infuocati con canzoni dei Coldplay (e di quelle belle), giorni di pioggia con roba dei Counting Crows, o semplicemente finestre chiuse, roba a caso dei Muse, e le mie risate nella mia testa.
Ma anche tanto altro ancora.

In fondo io e me stesso ci divertiamo ancora un sacco. Di solito. Oh, abbiamo le nostre crisi come tutte le coppie. Siamo anche bravi a separarle, voglio dire, son quasi 30 anni che stiamo insieme, e sticazzi no?

Poi non c'è molto altro da dire o forse si, si dovrebbe prospettare un'inverno pieno di opportunità ma non so esattamente dove risiedino, in questi angoli di Londra che scendono su Cento ma che in pochi sanno cogliere.

Le mattine arrivano tutte troppo presto e tutte troppo simili, ed è soltanto un viso privo di espressioni ad accoglierle senza che queste facciano troppi danni.
Altro che la City.

Ci sono ancora tante cose che non capisco e penso di c'entrare qualcosa in tutto questo: ma so anche che se sono stato davvero capace di fare qualcosa, ce la farò di nuovo.
Ovunque, quantunque, comunque, ordunque.

Se c'è un Dio da qualche parte, sta sistemando il ciclo delle fatture attive.

(e mai e poi mai mi permetterei di metter parola nella contabilità di nostro Signore, sia chiaro)

mercoledì 13 novembre 2013

Mi sa che hai sbagliato qualcosa.

"Non verrà"
"In che senso?"
"Non verrà mai a cercarti."
"Ma lo sapevo già."
"No. O perlomeno, non credo. Non so se hai fatto lo stesso ragionamento che ho fatto io."
"Quale?"
"Non te ne sei mai accorto?"
"Ma cosa?"
"Dai cazzo, non è difficile. Tu non esisti."
"Ma come non esisto? Va là che..."
"...si ho capito che blablabla qualcosa e la frase finiva con il tuo cazzo."
"...in realtà, no. Volevo parlare dell'affitto."
"...che è comunque più grosso e più duro del tuo cazzo."
"...obiettivamente... si."
"Ecco. Vedi? No, non vedi. Tu per lei non esisti. Non sei mai esistito. Sei una possibilità. Un varco. Un sogno, un possibile passaggio per un futuro migliore, diverso, e alternativo alla sua realtà. Alla realtà del posticino da impiegata con contrattino a tempo determinato da rinnovare per diventare un tempo indeterminato, alla realtà della convivenza forzata con il suo uomo sempre più noiosa ma sempre più rassicurante. Tu rappresenti l'outkast, il punto di rottura con il suo noioso, banale e pallosissimo equilibrio. Un futuro con il mondo in mano, un futuro con le redini della propria vita e della felicità. Ma non ha le palle per sceglierti. Tu sei il sogno proibito, che non sceglierà. Resterai un sogno, al limite un rimpianto, ma niente più. Non ha le palle per lasciare tutto, per tornare sola, per affrontare la vita, le incertezze, il dolore, le lacrime, i pianti, la solitudine, la merda che la vita è in grado di riservarti e che devi prenderti in faccia da sola. Da sola. Tu arriveresti dopo.
Non so dirti se sia una ribelle senza palle, o semplicemente una completa mediocre, non credo neanche di poterlo stabilire. E non credo nemmeno che faccia differenza in questo contesto. Lei non ti cercherà. Mai. Resterai un sogno, te l'ho detto. Al limite, potrai essere l'oggetto della sua masturbazione sotto le coperte, mentre il suo uomo è a vedere la semifinale di ritorno di Champions League PSG-Borussia. E fine. Tutto qua. Non c'è nient'altro che tu possa realizzare con lei."
"...dici?"
"...toh, forse un best-seller. Quelle così leggono un sacco di puttanate."
"...anche i blog?"
"...soprattutto i blog. Però di nascosto."
"Quindi non commenterà?"
"Assolutamente no."
"E allora cosa me ne faccio?"
"Niente. Un cazzo. Una risata, al limite."
"Non ci resta che ridere, vero?"
"Eh, e fattela una cazzo di risata."
"Ma io volevo scopare."
"Mi sa che hai sbagliato qualcosa."

mercoledì 6 novembre 2013

Relationship.

Relationship. I still don't get why.
I mean, I can easily get why it's called "relation" but... what about "ship"?
Is it 'cause it's gonna sail? Or 'cause it's gonna sink?