giovedì 5 aprile 2012

Dovrò anche comprare una moka

E ho pure un po' di freddo.
Non si capisce perché, anzi, si capisce benissimo, ma questa è la stanza più fredda della casa. C'è una enorme simil bow window, dal quale entra tutto il freddo di Londra. Tipo anche i 6 gradi di stamattina.
Solito cielo grigio londinese, ma dopo una settimana di quasi sole continuo è anche giusto così. Non è mica la California, qui.
Solo che c'è freddo, il termo è acceso ma è freddo, e non capisco se quell'acqua che ogni tanto entra è giusto per non farlo intasare di calcare. Spero la temperatura esterna migliori, non mi va di cagare subito la minchia al landlord per far alzare il termo quando, evidentemente, in tutte le altre stanze va bene così, compresa quella di sopra che è simile alla mia come estensione della finestra.
Io, e il mio tavolino basso, che è l'unico posto per mangiare visto che il cucinotto è nello stile "ti fai da mangiare poi vai nella tua stanza".
E io devo mangiare come un cristiano, cioè seduto. Seduto ma non troppo piegato, sennò con 'sto cazzo di tavolino basso c'ho un angolo tra la schiena e le gambe di tipo 70 gradi invece dei 90 canonici, e senti la cintura delle braghe che ti spinge nello stomaco con quell'effetto "sto vomitando e sto talmente male che nemmeno mi posso slacciare la cintura".
Sennò, di tavolino alto, c'è la cassettiera. Che però non ti permette di infilare le gambe sotto, perchè in fondo è una cassettiera, e o togli i cassetti e resta comunque l'intelaiatura, e poi dove li metti i cassetti? E allora ti rassegni e ti limiti ad usarla come scrivania, con il risultato opposto, ovvero scrivi da gobbo perché non hai da mettere le gambe sotto.
Mi verrà a breve il mal di schiena.
La stanza è bellissima e grandissima, certo, e andrà anche arredata un minimo in più: ma prima, un lavoro. Un lavoro per pagarla, un lavoro per arredarla.
E invece sono qui con a fianco questo tavolino con un piatto ancora sporco di risotto pseudoindiano scaldato al microonde con un riso pure insipido... (cazzo, che è pure difficile che un riso sia insipido, vuol proprio dire che era fatto di gomma) e la tazza vuota.
E dentro al piatto sporco, la busta del the, e cucchiaio e forchetta. Dovrò lavare tutto, ma prima dovrò comprare la roba per lavare. Che scena di degrado. E da questa bellissima finestra, sporca, e comprerò anche un similglassex, se serve, perchè non so se lo sporco sia fuori o tra i due vetri, vedo sto cielo grigissimo, e qualche passante, perché siamo ad Acton, e se passa qualcuno alla mattina sono solo mamme e pensionati.
Forse è davvero nel "dolore bohémien" che gli scrittori danno il loro meglio. Perché alla fine, sintetizzando grezzamente, se uno avesse "da scopare" (anche in senso metaforico) forse non perderebbe tempo a scrivere. O forse non avrebbe niente da scrivere.
O forse no, ma voglio andare a fondo a sta cosa, almeno capire "cosa c'è dall'altra parte".
Perché comunque quando sei troppo dentro al dolore bohémien forse non hai nemmeno il tempo o la voglia di metterti lì a scrivere.
E quanto costa scrivere? Quanto costa un mio romanzo? Nel senso di quanto mi costa? Quanto guadagnerò? E' un investimento che vale la pena?
Ma è giusto che uno rinunci a una cosa solo perché non ne vale la pena? E' giusto che l'arte o presunta tale venga fermata dai meccanismi del mercato?
E' giusto che il successo di uno scritto dipenda molto dal prezzo di copertina?
E poi non potrò andare avanti sempre così, a fare investimenti su presunti spostamenti che non tornano mai.
Quando devo caricarmi mi dico "che ho scritto una bomba", ma senza bisogno di cariche obiettivamente ho scritto un buon libro, e non so quanto possa valere un buon libro in una vita intera.
Ora che il tempo libero si ridurrà vistosamente, ora che mi vedrò costretto anche a smettere di seguire da lontano alcune realtà (ma non tutte), ora che dovrò fare le mie scelte ed essere pronto alle conseguenze.
Ora che sarò solo in maniera diversa, e se arriverà qualcuno, sarà una storia di bus, metro, treni e caffè. Caffè, caffè, caffè.
Dovrò anche comprare una moka.

In realtà io sto bene, nel complesso sono anche di buon umore, anche le mattine uggiose ce le hanno tutti soprattutto i meteoropatici come me con la pressione bassa. E' che avevo voglia di raccontare questa cosa qui. Mi dicono che in realtà si può anche scrivere di cose un po' soleggiate, e ci credo.
Penso anche di essere pronto per smettere. O per iniziare. ;)
E l'unico raggio di sole che sbuca ora, è nella mia testa. Per fortuna.

No, non è quella di casa mia, ma ci assomiglia.


1 commento:

  1. Sempre meglio del materasso per terra e un uomo coperto di quotidiani... no? :)

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