sabato 21 maggio 2016

La Coppa Italia del Napoli (e altri magici avvenimenti a cavallo di metà maggio)

La dissenteria, tutte le volte che hai detto no, tutte le volte che ti sei promesso di dire no, vai a prendere il tuo cellulare in macchina, stai tranquilla sono io, tutte le cene con i vicini che per fortuna non ho mai dovuto fare, i comò che nascondono i miei corredi, gli armadietti svuotati, i palazzi bianchi e rossi, la passione per lo sport, le strategie fuori luogo da prevenire, le case che non vuoi, le cose che non vuoi, lo svuotamento dei frighi, la gente che torna a casa tardi la sera, il malessere privato che confluisce nel lavoro, il malessere lavorativo che confluisce nella vita privata, la ggende che odia i ggender, i ggender che odiano la ggende, io che odio tutta la ggende di ogni ggender, il lunedì mattina a Dugommier, il martedì pomeriggio a Bentivoglio, i salotti diversi, i giorni dove sembra che le abbiano radunate tutte lì, i segnalibri che le pagine non le volti più, i discorsi da lasciar perdere e quelli da riaffrontare, la gente che è caduta in aereo e quelli che sono caduti sotto un capannone, le case editrici, e dirsi ciao.

E mancano ancora due giorni alla fine di questa settimana, le cose sono lunghe in maniera diversa.
E sono stato male poco ma mi è bastato per capire quanto mi farebbe stare male lo stare male a lungo.