giovedì 19 dicembre 2013

Cosa resterà di questi anni zerododici

Cara Dorothy,
è da tanto che non ti sento ma poi va bene anche così se ci penso. E' che volevo chiederti una cosa, se tu ti ricordavi.


Ma quand'è stato che abbiamo smesso di fare i fighi con le macchine davanti a casa?
Che poi non sono mai state un granché, e forse nemmeno le nostre donne - e figurati noi.


Che a perdere le guerre, la storia la si legge scritta da altri.

Che cos'è che abbiamo perso? Dove, quando e come?
E in quale disco? Qual'è stato l'ultimo disco?


E quand'è stato, ancora prima, che abbiamo perso la speranza? Ultima luce nel buio di questa lunghissima notte di media e mediocre adultolescenza?

Abbiamo perso tutto, e ci restano i nuovi live degli album vecchi. Ma il tempo non lo si congela così facilmente come lo sperma e gli embrioni (di quelli ce c'è sempre in quantità, non so perchè) e a noi cosa resta?

Cosa resterà al mattino?

La TARES, Panagiotis Konè, l'hangover, l'appuntamento dal dentista, le cicatrici di un passato troppo fresco da dimenticare, 3 yogurt in scadenza, 2 cellulari scarichi, e ricordi che non sono cancellati dopo l'ultimo eternal sunshine of a spotness mind.


La questione non è che non sappiamo dove andare: la questione è che non sappiamo dove stiamo andando eppure ci siamo andando lo stesso.

E poi tu Dorothy non c'hai mai c'entrato un cazzo con tutto questo, tu eri solo incomprensioni e lacrime, borsette e lucidalabbra, ritardi e mestruazioni.

E non ricordo l'ultima volta che ho visto il cielo dopo il tramonto. Al tramonto. Prima del tramonto. Nel tramonto. Col tramonto.
Non mi ricordo.
Non ho più il fiato per scrivere più di una pagina di word, sono vecchio, mia cara Dorothy, forse è meglio che ci lasciamo qui.
Non piangere, che poi fai piangere pure a me.
Vattene a fanculo, serenamente, te come tutti gli altri. Ma con ordine, eh. Con ordine, pace e serenità: la destra che è sempre mancata nel nostro Paese. E nel nostro paese.
Ma li poi mancava anche il parroco, ci toccava prenderlo a prestito da Santo Stefano di Stopasso, figurati la destra e la sinistra. E li c'eri anche tu Dorothy. Oh, che bei ricordi.
Un po' di merda, ma sempre belli.
Mi manca il fiato.

Un bacio (ma anche no) e una sincera stretta di mano. A distanza.

- Joao Pez Lazzaroni -