venerdì 6 febbraio 2015

Io, te

Che cosa c'è che non va?
Che cosa c'è che ti davvero fastidio?

Ti osservi gli occhi e le occhiaie, la pupilla è dilatata di stanchezza, e la tua iride è la stessa di quando qualcuno ti ha detto ti amo, tanto tempo fa.
Ti trascini lenta e stanca fuori da un letto, dentro e fuori dal pigiama e da vestiti che non sono mai all'altezza di quello che dovresti essere, ma non fa niente, non verrà a dirti niente nessuno.
Anche i capelli, raccolti in una coda, sono trascurati. Ma non hai il tempo, e soprattutto, la voglia di tenerti dietro, di tenerti da conto, in questo lungo protrarsi.
Ti senti rassegnata, disillusa, ma ancora ti spazientisci in fretta, come se davvero tu avessi qualcosa da perdere. Quando invece, sai benissimo che non c'è: e il tuo spazientire serve soltanto a ribadire un tuo diritto, a rimarcare il territorio, a difendere un qualcosa che non c'è più.
Non solo ti senti gonfia, ti accorgi che lo sei davvero, e non sono le mestruazioni: è davvero il tuo metabolismo che è cambiato, e senza fare attività sportiva, senza prestare attenzione all'alimentazione, la tua pancia non farà altro che gonfiarsi, aumentando in maniera direttamente proporzionale lo scatolone Ikea dei vestiti che non vanno più bene, ma che potrebbero tornare ad andarti bene.
E ormai dentro c'è roba che non metti da 2-3 anni, e che forse non tornerà mai più ad andarti bene, ma non vuoi rassegnarti all'idea di essere stata sconfitta dal tempo, o peggio ancora, dalla tua stessa pigrizia.
Così come non sospetti l'idea che una volta al mese il tuo umore si guasti irrimediabilmente, e che ti senti costretta a tamponare quella tua emorragia. Ben consapevole che è normale anche quel desiderio di maternità che dovresti avere, ogni tanto.
E che invece non hai, e non sai perché. Forse vorresti avere un desiderio che non hai, e questo pensiero intricato basta a farti capire che si, le mestruazioni sono di nuovo in arrivo, con il loro maledetto maldipancia, tutone, divano, e quel sentirti brutta e inguardabile.
Che è un tuo diritto.
Le foto di quando eri giovane e splendente, ventenne ed abbronzata, si fanno beffe di te dalle pareti del tuo piccolo appartamento, insieme a quei capelli lunghi che ora non vanno più di moda.
Per fortuna.
Perché comunque nemmeno ora ci stai dietro, ai capelli.
E nemmeno alla tua abbronzatura. Sia d'inverno che d'estate. E vale lo stesso per la tua pelle. Ci sono già i segni indelebili del tempo che passa, piccoli segni ma inesorabili.
Una volta lui ti ha detto che ti davano una femminilità incredibile, che ti facevano donna, che eri ancora più bella.
Probabilmente te l'ha detto solo per scoparti.
Probabilmente però lo pensava davvero.
Probabilmente ti amava davvero.
E sicuramente è stato così.
Però adesso sorride felice in altre foto su facebook, e non ti è dato di sapere se sia felice veramente nella sua nuova vita, sai solo che è finita e basta così.
Mentre tua sorella sta per diventare madre, tuo fratello sta per laurearsi, e tu resti sempre quella di mezza, quella in mezzo, quella che non riesce mai a trovare la sua dimensione.
Eppure il lavoro è sicuro o quasi, e anche se a volte non lo sopporti, non riesci a immaginarti altrove. Non sopporti la provincia ma non riesci a immaginarti nelle metropoli.
Non riesci neanche più a uscire di casa, a volte, e preferisci un libro, un the caldo, una serie scaricata da internet, tutte cose che riempiono la tua solitudine si, ma di tristezza. Ma quale sarebbe, poi l'alternativa?
Perché di uscire non se ne parla. Uscire poi con chi? Uscire per dove? Sono sempre meno le amiche con cui poter condividere due parole vere.
Non hai più voglia di restaurarti tutta per una fintissima serata, di quelle che sembrano rievocazioni storiche, di tipe molto più vecchie di te che mollano marito e figli per sentirsi libere una sera al mese, in mezzo ad una giungla di uomini disparati e disperati.
Per trovarsi un quarantenne viscido pronto a toccare il culo. Ma che cazzo toccano poi, che lo vadano a toccare a quelle puttane la, che ce l'hanno meglio del tuo, e che con 200 euro se la cavano.
Tanto 200 euro loro ce li hanno, da spendere.
Tu no.
Sfogli con tristezza i voli low-cost, ben sapendo che non ne prenderai nessuno.
E' da tanto che non fai una vacanza.
E' da tanto che non ti ubriachi.
E' da tanto che non hai un orgasmo, che non ascolti Niccolò Fabi, che non ridi davvero, e soprattutto che non sorridi.
Non ti senti amata. Non ti ami neanche più da sola. Inizi a non provare niente riguardo tante cose, sensazioni, persone.
Dicono che stai cambiando, che stai diventando una persona grigia, ma no, no, non è così.
Forse dovresti scopare di più, dicono.
E con chi? Con il primo che passa? Per fare cosa? Per una triste serata inutile, spesso con una persona sudicia e sgodevole che non sa nemmeno scopare come si deve? Molto meglio la masturbazione, ne sei sicura.
Ma anche quella non la pratichi da parecchio. Non ti interessa. Non ne hai voglia.
Ti guardi allo specchio e non ti piaci, sai di non essere più una bella persona, ma cosa ci vuoi fare? Odi anche il tuo eccesso di pensiero, la tua incapacità di vivere la vita per quello che è, e la tua incapacità a reagire a tutto questo.
Eppure un tempo c'è stato anche qualcuno in grado di accorgersi di te, e guardarti. Guardarti davvero.
Ora il cuore è arido, il cielo è grigio, quasi bianco, e nemmeno la neve potrà cambiare il colore che ti senti addosso.
Ti senti vecchia eppure sono solo 28 anni, quasi 29, e non dovresti sentirti vecchia perché non sono trenta, o quaranta, o peggio. Eppure ti senti rimasta indietro, lasciata fuori, e non capisci neanche da cosa.
Il tuo facebook si riempie di fidanzamenti, matrimoni, bambini, e il tasto nascondi non basta mai a coprire tutto quello che non vorresti vedere.
E non sono gli anelli o i passeggini a darti fastidio: è l'idea di restare fermi al palo mentre tutti vanno avanti. Perché gli altri si e tu no? Cos'hai sbagliato?
Un'altra giornata è finita, e ora puoi tornare a sdraiarti nel tuo letto a fare scendere piano le tue lacrime.
Ti stanno per venire - ti sono venute.
Tanto non avevi dubbi, a non fare sesso non si resta incinte.
E' che a non vivere, si rischia di morire.

E se devono venirti a prendere - chiunque sia: Dio, l'angelo della morte, il principe azzurro, o semplicemente Alex Del Piero - possono venire domani, che è il giorno buono.

Eppure sei sicura di non essere da sola: deve esserci qualcuno come te con cui condividere tutto questo. E forse la tua vita avrà senso fino a che non troverai quelle persone.
Forse.
E per ora basta questo per alzarsi dal letto, asciugare le lacrime, cambiare l'assordente, e prepararti ad un'altra giornata, con la grinta che neanche Michela Cerruti quando gioca a Need For Speed Underground.

Dog days will soon be over.