domenica 21 agosto 2022

Being There 25 Years Ago

Oasis - Be Here Now


Quando è finito il britpop?

L'argomento è ampiamente dibattuto. Secondo una scuola di pensiero che indica la fine di quell'epoca quando Gareth Southgate sbagliò il sesto rigore nella semifinale degli europei di calcio del 1996, consegnando la vittoria e l'accesso alla finale agli acerrimi nemici tedeschi.

(noi quell'anno uscimmo al primo turno)

Per chi non fosse abbastanza appassionato di cultura pop britannica, il rigore di Southgate è pesato parecchio ai nostri amici d'albione, tanto che quasi un quarto di secolo dopo se ne trovano a chiacchierare il principe William con lo stesso Southgate.

(vi immaginate Mattarella che chiacchiera con Roby Baggio del rigore di Pasadena?)

Per cancellare quest'onta... o perlomeno, per andarci sopra, servirà la finale di Euro 2020, giocata nel 2021, quando invece saranno gli errori di Rashford, Sancho e Saka a dare una nuova delusione (e pure più grossa) di quella precedente. Ma questa, come ben sapete, è un'altra storia. (Anche se Southgate ne è comunque tra i protagonisti, stavolta in veste di C.T. dell'Inghilterra).

Torniamo a noi: il britpop finì davvero a Wembley, con quel rigore, il 26 giugno 1996?

Di Euro 96 ne parla spesso anche l'Ultimo Uomo (ad esempio qui) e la stessa domanda se la anche il The Guardian (qui): se sul legame tra calcio e la musica d'oltremanico si è universalmente concordi, le opinioni si fanno meno uniformi sulla linea da tracciare per identificare il termine di quell'epoca.

Se il buon Gareth non ha delimitato il termine di quei fasti gloriosi, di quella fine ne ha comunque segnato l'inizio.

Anche Wikipedia, a spanne, indica la fine del britpop nel 1997: anno in cui uscì Blur, l'omonimo album della band londinese contenente Song 2 (che di britpop non ha nulla) e Be Here Now, che usciva proprio il 21 agosto di venticinque anni fa.

E' forse la fine del britpop? Non saprei: se questo genere fosse un film, Be Here Now ne sarebbe probabilmente l'ultima malinconica scena.


Elicotteri, fumogeni, parka, guerriglia di periferia: dite che è abbastanza per aprire il terzo album?

Concepito a fine 1996 dai fratelli Gallagher, tra nuvole di cocaina e altri eccessi di ogni tipo, la critica lo osanna all'indomani dell'uscita, per poi fare marcia indietro e ritrattare nei mesi seguenti.

Noel lo giudica il peggior album della band, e farà in modo di ignorarlo nel doppio best of Stop The Clocks: Liam non ne è così dispiaciuto, ma è opinione comune che l'album non sia assolutamente all'altezza delle due gemme precedenti, Definitely Maybe e What's the Story Morning Glory.

Nel giudizio pesano una sovra produzione eccessiva, sonorità macchinose e ridondanti, chitarre registrate fino a 10 volte una sopra l'altra, coda strumentali eterne (con introduzione altrettanto lunghe) per un totale di 71 minuti.

Intendiamoci: le hit non mancano, a partire da Stand By Me fino a Don't Go Away, senza disdegnare D'You Know What I Mean e All Around The World.

Infatti Noel ne curerà nel 2016 una special edition, con tanto di demo, live, e un riarrangiamento di D'You Know What I Mean (chiamato "NG rethink") , che ripulita della "sovraproduzione" del tempo forse è più incisiva e lascia respiro ad un arrangiamento più radiofonico, ma perde quella sporca patina britpop che tanto contraddistigueva appunto la band all'epoca.

(a voi così piace? a me no)

Comunque, va detto, altre band lancerebbero la propria carriera con questo album: eppure, gli Oasis erano già diventati "bigger than Jesus" o "more important than God" che dir si voglia. Per dirlo con parole mie: il mito degli Oasis era ormai più grande di loro, non avrebbero mai potuto produrre più niente che potesse tenere testa alla loro fama.

A mio avviso, nonostante tutto, resta più debole il successivo Standing on the Shoulder of Giants, sia nei pezzi che nella produzione.

Be Here Now resta una sorta di epitaffio, una sorta di ultimo tentativo, un po' come quando vai in discoteca e ti accorgi che ormai sei troppo vecchio per fare questa cosa e ti resta questo ricordo sfuocato e annacquato dall'alcol di un estremo ultimo tentativo fuori tempo massimo.

Cioè una cosa che non ho ancora provato.

Ed è per questo che comunque a me quest'album piace un sacco lo stesso.

Anche perché fu uno dei primi album che mi regalarono. Ed era in cassetta! O come diremmo correttamente oggi, in musicassetta.

In 25 anni, ne cambiano di cose. Eppure...