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Uno di quei posti alla moda. |
Per la rubrica: i racconti di Giulio...
XX Freddembre 200X
Minchia…che serata
del cazzo. Giulio è li, con i suoi pochi amici, nessun amici, e senza
Panino. Eh no manca il suo personalissimo Panino, ovvero B., ma a
dir la verità non c’è quasi mai.
E’ li, questa noto capoluogo della
regione, dove si sta compiendo un maldestro tentativo di
sprovincializzazione, che sta riuscendo malissimo. Il locale in cui si
trovano è uno di quei posti alla moda, quei disco-bar da aperitivo con
la musica alta… dio quanto li odia Giulio quei posti. L’arredamento è di
quello che farebbe rivoltare Clay Regazzoni nella tomba, per quanto
debba ancora essere sepolto, per quanto stia in carrozzina, e per quanto
soprattutto sia ancora vivo.
Ma va di moda: e tant’è, e va bene
così, senza parole. O forse le parole ci sono e Giulio prova anche di
dirlo a voce alta… ma niente, tutto coperto da un terribile CD
registrato live in una discoteca vicino a Malpensa 2000. Diomio, già una
discoteca vicino a un aereoporto, ma vabbè, magari è per risolvere la
questione parcheggi e casino notturno, cose che vanno a nozze con gli
aereoporti. Magari in se e per sè l’idea è carina, ma diomio, se ci
sbatti dentro un vocalist frocio a gridare cazzate per 80minuti80 (e
dio benedica che il signor Sony non ha voluto creare da subito formati
digitali da 90minuti, sennò sarebbero stati altri 10 minuti di agonia…). Giulio
non è che ce l’ha con i froci: ce l’ha con i vocalist sfigati che
gridano cazzate sopra la musica, che già di suo è dell’house dimmerda…
se poi ci vai anche a gridare sopra cazzate di continuo… se ti piace il
cazzo nessun problema: ma non venire a farmi i gridolini in disco che ho
pagato so quanti euro di benzina per arrivare qua in macchina, so
quanti euro per entrare, so quanti per bere, e tutto per niente perché
la tipa non me la darà…
Beh almeno Giulio non è a Malpensa 2000 in
discoteca, ma è li nel capoluogo della regione… che forse a pensarci
bene è pure peggio. Si è preso da bere una onesta birra ad un onesto
prezzo. Però c’è un caldo incredibile, la musica è troppo alta, e anzi
viene pure alzata di volume. Tutti eventi che sono un toccasana per
Giulio. Bello "toccasana", Giulio non lo sentiva da mesi.
Giulio
ha poca voglia di parlare con i suoi vicini di tavolo, gli altri sono
troppo lontani e non ha voglia di alzarsi, per guardare scollature che
non ci sono, o per fare conversazioni da treno sul niente che ti
lasciano in bocca solo la certezza di aver fatto bene a non
intraprendere certe relazioni.
Sullo sfondo, il panorama terribile di
trentenni malvestiti o infighettati, con facce che lasciano trasparire
chiaramente passati di alcol e droghe varie, a ballicchiare vagamente a
tempo con in mano bicchieri, nel tentativo più o meno efficace di
portarsi a letto altre trentenni sciupate, dell’usato poco sicuro, con
200mila km di cazzi alle spalle (inteso proprio come cazzi presi da dietro). Un po’ come certe Mercedes 190 classe E, quelle fine anni 80 primi anni 90, le macchine ufficiali degli zingari e dei terroni.
E
proprio come quelle macchine, negli autosaloni, vengono vendute a 500
euro con tanto di cartelli in mostra "aria condizionata" o "chiusura
centralizzata", queste puttanazze sciupatissime mettono in mostra le
tette, il culo, le gambe, insomma a seconda di quel che hanno di
salvabile mettono un po’ in mostra il loro meglio, consapevoli che ormai
hanno passato il meglio dei loro anni e ora tutto quello che rimane
loro è sperare in un disperato del sesso opposto come loro, giusto per
passare una notte a dimenticarsi dei veri problemi, tra sesso, droga e…
no, niente rock ‘n roll: stavolta house. Ecco il vero problema: una
volta si ascoltava il rock. Ora la house. O al massimo Craig David.
E
Giulio guarda queste scene, e gli fa tutto veramente pena, e pensa "dio
mio se divento così sparatemi alle gambe". E poi alza gli occhi, c’è
una partita di football americano. Mamma mia che pantaloni da froci che
hanno! Ah, servono per non farsi trattenere dagli avversari…sono
attillati per quello… ‘va se corrono veloci… Giulio pensa che per un
attimo vorrebbe essere come loro per correre via da tutto quello schifo.
C’è solo una persona che potrebbe salvargli quella serata: e non gliela salverà, ovviamente. Giulio già lo sa.
Vi
ricordate quella ragazza che viveva nel LA MAGIONE? Si, la figlia della
donna membra della loggia massonica dei cinque tagli? /////
Ecco,
quella ragazza si chiama Valentina Pozzato. (ecco, siccome Diago è stato
contattato da Filippo Gigante, vorrei anch’io che chiunque si chiami
Valentina Pozzato si faccia sentire…)
Ecco, lei. Quella che alla fine di quella sera aveva cambiato il mondo. Ecco, è lei.
Ognuno
ha il suo Panino, e ognuno ha la sua Betsy. Cioè quella che potrebbe
farti perdere la testa in ogni momento con un solo sguardo, quella che
ti sei dovuto lasciare alle spalle a fatica ma e chissà se ce la farai
mai del tutto, quella che tu avevi preso una decisione e lei un’altra.
La
Betsy di Giulio si chiama Valentina Pozzato. E quella sera, Valentina
Pozzato, non entrerà in quel discopub. Giulio già lo sa. Ed è per questo
che se ne sta li, solo, con lo sguardo sul perizoma della trentenne di
fronte, ad aspettare che finisca la serata. Che tristezza.