mercoledì 22 novembre 2006

Orzo

Domani si laurea Orsi. Bene. Eh sono momenti di vita… cioè per me non cambierà niente, per lui cambierà tutto. Credo che per la mia laurea sarà diverso. Credo che la mia vità non cambierà di molto, perlomeno nell’immediato: e invece credo che sentirò la laurea più qualunque altro. Beh, perché in fondo il Dott. Atti E. (il Dott Atti A. esiste già) sarebbe un vero event sociale. Chi l’avrebbe mai detto? Io no.
E adesso vi regalo una perla che ho scritto e mi è piaciuta.
E’ un racconto? E’ un saggio? E’ verità? E’ finzione? Quando è stato scritto? In che periodo? A chi si riferisce? Di chi sta parlando? Verrà riciclato per altre cosine di Atti?
Domandare è lecito, rispondere è cortesia, siccome si dice che io sia stronzo sono scortese e non rispondo. Ognuno lo interpreterà come gli pare, e ci farà sopra i suoi viaggettini e le sue interpretazioni. Viaggiate gente viaggiate… tanto è gratis…
Ricordatevi solo di una cosa, e qui cito il grande A. Soriani: "L’unico che capisce al 100% il mio blog sono io."


ORZOdi Enrico Atti

“Cosa devi dirmi?”. E’ quello che le ho chiesto.In realtà sarei io che dovrei dire qualcosa. Il problema è, come sempre, cosa. Forse sono sempre e solo i soliti vecchi abbandoni. Che una volta li fai, e una volta li subisci.Sempre gli stessi incroci. Ok, strade diverse, ma gli incroci, sono sempre gli stessi, con gli stessi semafori.E gli stessi incidenti. Come quelli dei computer di scuola guida, dove in fantomatici incroci a sei strade, riuscivano a passare contemporaneamente trattori, tram, TIR, e autovetture di ogni tipo. E a imbussarsi, con dinamiche del tutto assurde. Mai nessuno che accennasse a frenare, nemmeno uno che togliesse anche solo il pedale dal gas. BUM!A volte c’è solo freddo, dentro e fuori. A volte non fa rilevanza. A volte non è quello. Penso che alla fine ci siano solo due cose: essere testa di cazzo e non essere testa di cazzo. Questo si che fa rilevanza.E penso di essere una testa di cazzo. Orgoglioso di esserlo.E alla fine sono solo io che non me ne sto rendendo conto. E se me lo dicesse qualcuno, non conterebbe. Ne sono sicuro.Lei cerca solo di dare un motivo alla pioggia. Dico, no dico, ma come si fa?Non come si fa a cercare di dare un motivo alla pioggia… Quello lo capisco. Piove, fottutamente, piove, e ti chiedi perché. Il motivo.Io mi chiedo come si fa a trovarlo. Come si fa? Semplice, non si fa. Non si trova. Non c’è un motivo per cui piove. Perché adesso piove? Perché adesso e non tra 5 minuti?Non c’è una risposta.Basta aspettare il sereno, ecco la risposta. Lei forse dovrebbe solo aspettare il sereno.Perché se uno dice “ci siamo lasciati” tutto pensano che tu sia stato mollato? Perché, se dopo aver detto “ci siamo lasciati” loro ti chiedono il motivo e tu rispondi “non lo so”, pensano che tu sia stato mollato?Perché? Non può esistere che uno molli una persona senza sapere perché?La verità è solo che io ero partito da casa con una idea ben precisa. Quale? Eh, conoscerla sarebbe un altro paio di maniche.C’è una figura poligonale di più lati, e una coperta troppo corta per coprirli tutti. Qualcosa rimane scoperto. E a volte temo di essere solo io, a prendermi tutto il freddo. E dire che sarebbe bastato solo un cappello. O un cappellano.Alcune persone a volte tengono sulle spalle fin troppo peso, e poi cedono, o sbagliano lentamente. E non è giusto. Non è che perché uno sia più saggio a volte non possa sbagliare.Non ho più voglia di fare tante cose. E sono stanco. Voglio essere libero a livello mentale.Lei non mi capisce. D’altronde nemmeno io mi capisco, fargliene una colpa mi pare quasi eccessivo. Eccessivo come la mia sicurezza, di poter trovare qualcosa di meglio al di fuori di lei.Devo solo capire se lei è un paio di stampelle di cui posso farne a meno o se lei è le mie gambe.Una volta tutti gli alberi del viale si sarebbero girati per applaudirmi. E me li sarei meritati tutti quegli applausi. Adesso chissà come stanno, magari anche loro si cagano in mano dal terrore di essere abbattuti come i loro vicini di via Ugo Bassi.Cosa vuol dire amare? Prendo il vocabolario e ci guardo. Sentire e dimostrare un profondo affetto per qualcuno. Mmh… sai che cadrebbe mezzo mondo?Qualcuno che ha trovato il senso di amare e che cazzia la metà di chi crede di amare? Perché nessuno legge i vocabolari?Sentire e dimostrare. L’ho trovato anche in un’altra delle cinque definizioni del verbo.Dimostrare. Io non sto dimostrando proprio un cazzo. Allora non amo?Bella domanda, che ho iniziato a pormi, e che mi pareva indubbia. Ma come si fa? Quando inizi ad accorgerti che ti contraddici ad ogni virgola, che la frase più frequente è “non lo so” e che infarcisci le frasi con “forse”, “magari”, “probabilmente”, allora dovresti chiedertelo. Forse.Dovresti chiederti “la amo?”.Che poi, non è un concetto binario. Perché sia chiaro, tra 1 e 0, ora come ora non mi sento di poter affermare con certezza nessuno dei due. Sto ancora in analogico.Io. Che ero impazzito per una analogic girl.La bellezza del single player. Peccato che termini con il game over. Ma, forse, adesso sono diverso e più forte. Forse. Dipende se mi sto togliendo le stampelle, o se mi sto togliendo le gambe. Perché, sia chiaro, io non sono Alex Zanardi. Non sono neanche un decimo. Io già faccio fatica con le gambe, figurati senza.Forse sono solo i due binari che si stanno incrociando, o che si stanno allontanando. Ma non ha importanza: basta non siano più paralleli, e il treno deraglia. Ed ecco la strage.E’ anche una questione di verità, di quello che la gente vuole sentirsi dire. Di quello a cui sono disposto ad arrivare come uomo, e dove i miei fottuti principi assurdi vanno a dire qualcosa.La verità è importante. Ma non so qual è.Cos’è cambiato? Io? Lei? Il mio punto di vista? Il suo comportamento? Forse tutte queste cose messe assieme. Ed ecco che nasce uno scenario nuovo.Ma non lo capisce che ho semplicemente bisogno di NON uscire con lei? Allo stesso modo in cui lei ha bisogno ogni tanto di uscire con me? Io ho bisogno di NON sentirla come lei ha bisogno di sentirmi?Non capisce che ho voglia di stare da solo, ma non perché non voglia stare con lei, ma perché voglio stare da solo?No. Forse dovrei solo spiegarglielo.Poi c’è che non mi capisce, e forse questo è un indice di molte cose, rilevanti o meno.Non posso e non voglio perdere tempo della mia vita a incazzarmi con una persona. Qualunque cosa è meglio di questo. Forse se mi incazzo è perché ci tengo veramente.Però non lo so, mi sembrava quasi cercassi il primo pretesto per metterla sul tragico. E finirla.Certo che è anche così, uno si trova in crisi psicologica, e invece che trovarti la tua morosa dolce e carina se la ritrovata mestruata e guasta. E allora non ti da certo una mano.Poi, dai, la sua immaturità (o maturità) relativa alla sua età viene fuori in maniera devastante. E questo, forse è l’unica cosa del quale sono quasi certo, non è colpa sua. Ma nemmeno mia, sia ben chiaro.Piove sempre sul bagnato. Oh, toglieremo le slick e metteremo le intermedie. O quelle da pioggia, dipende da quanta ne viene giù. Tanto sta corsa alla fine la dobbiamo vincere comunque, non ce ne frega un cazzo.Cosa è che spinge un uomo? Tira più un pelo di o un carro di buoi? Se non tira più nessuno dei due, la fuga finisce e si rientra nel gruppone? Di che cosa? E se il pelo di ricomincia a tirare, allora la fuga arriva al traguardo? E i buoi allora? Tirano? O invece della fuga, arriva la… (un rapido cambio vocale e ci siamo tutti).Vuol dire. Va là che alla fine un uomo è soddisfatto con il suo single player e il suo gt4.E’ questa la verità. Bastano poche cose a un uomo: la birra fredda, il suo videogioco, il calcio, e po’ di … (sempre lo stesso cambio vocale di prima).L’aria pura di un cielo pulito. Il poter girare a testa alta, senza motivo. Questo è quello che voglio. Io cerco questo. Voglio essere solo io.E riguardo questi giorni, ancora tanto ce ne sarebbe da dire, e da fare.Ci sarebbe da parlare di quando un mese fa nessuno avrebbe pensato questo. E di quando non pensavo di poter addirittura prevedere la mia imprevedibilità. Di quando l’ovvietà era alla portata di tutti tranne che alla tua, e di quando nessuno osò dirtela. Tanto non l’avresti capita.E ci sarebbe da discorrere sugli errori più grandi della tua vita, che in buonafede ti hanno portato a questo sogno. Che sta per finire? Forse nuovi errori ti stanno portando alla fine di un sogno, o all’inizio di un altro sogno? Ma sei in buonafede? Ci sarebbe da discorrere di uno scontro logico-filosofico.Ci sarebbe moltissimo da dire ancora. Sei mesi sono tanti. Ma due giorni sono anche più lunghi.Comunque, alla fine è tutto come l’orzo. Credi che si trovi solo nel caffelatte che bevevi quando eri bambino. Poi te lo ritrovi anche nella birra Moretti.Ci sono cose che le vivi da bambino, in maniera diversa, e pensi che non torneranno più. E poi quando cresci te le ritrovi, diversissime. Perché in effetti sono diversissime. Però, ti sembra abbiano lo stesso sapore.Chi sta amando chi? Lei ama il me che sono o il me che ero? E la amo per quello che è o per quello che era? O più semplicemente, la amo?Di una sola cosa sono sicuro: questa birra Moretti sa da orzo.


Nessun commento:

Posta un commento