lunedì 30 giugno 2008

Dovere

Devo ringraziare tutti quelli che erano alla mia festa di laurea, tutti quelli che hanno partecipato al mio regalo, tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per la mia laurea.
Eh lo so, siete talmente tanti, spero di arrivare a tutti…
Le feste come quella di sabato sera sono sempre troppo corte… finiscono che devo ancora parlare con un sacco di persone, salutarne un altro sacco, ballare un sacco di canzoni, bere un sacco di cocktail… e tutti sono già andati a casa. Feste così dovrebbero durare giorni… così potrei parlare davvero con tutti.
E allora grazie alla Cabina, per tutti gli ischerzi, grazie alla 5°S sempre presente, alla Compagnia delle Cene, ma anche a tutti i penzalini (con voi volevo parlare di più! è anche che non ci si sente…), i presenti di Radio Nebbia, gli ex colleghi del centro estivo di Galliera, e proprio tutti tutti… grazie davvero, almeno mi sono laureato per qualcosa…
ah si, mi sono poi laureato, davvero.
Ma poi quelli di Cento lo sanno già, hanno visto tutti i miei sonetti… tranne me. Oh, li devo ancora vedere… davvero…

martedì 24 giugno 2008

I confini della vita

A volte ti trovi in situazioni assurde, con persone assurde, in luoghi assurdi.
Capita a tutti… magari più spesso di quello che si pensa. Tipo l’ultima volta a me è capitato un mese fa… sono finito in una festa universitaria nell’appartamento di uno sconosciuto a Ferrara. Io, Sorio, Sacchi, e altre simpatiche guest star, in questo minuscolo appartamento di figli di papà, pieno di altri figli di papà e sfattoni, tutti a ballare "Susanna". E noi a farci mille domande. Una su tutte: ma Susanna è di Celentano? Un’altra su tutte: ma se uno tiene una Vespa in corridoio, dici che la usa come ciclomotore, o la tieni come oggetto d’arredamento? E se la usa come ciclomotore, ogni volta si fa una rampa di scale tirando su la Vespa a mano?

Ma ce ne sono tante altre. Ecco, credo che in quelle situazioni, e in quei posti, uno si trovi ai confini della vita. Della propria, vita. E magari dove finisce la tua vita, inizia quella degli altri. Come la libertà.
Oh, poi come tutti i confini si possono modificare, restringere e allargare.

Ma spesso sono cose divertenti. Perché uno poi torna a casa. Se ce l’ha, una casa.

Beh di che cosa pensavate che parlassi?

BLOGORROICO: facciamo un po’ come cazzo ci pare.

ah, dovevo fare il pagellone sull’Heineken…

venerdì 20 giugno 2008

Giulio si è dimenticato

dal diario di Giulio
XX/06/200X
Stamattina mi sono svegliato. Ed è già qualcosa. Mi sono svegliato sveglio. Ed è già qualcosa. Ma con quella secchezza negli occhi, nei muscoli, e nelle ossa, che ti senti tutto stirato, che basterebbe riappoggiarti sul letto per riaddormentarti e dormire altre 24 ore. Eh no. Non si può. Non ti pare?
Allora mi sono tirato su, lavato e vestito come il solito automa che recito da ormai quasi o un anno. O più di un anno. Non ricordo nemmeno.
Ecco, è stato proprio in quel momento, che mi sono ricordato di ciò di cui mi ero dimenticato.
Hai presente quelle cose che hai li sulla punta del cervelletto e non ti vengono?
Ecco… mi è saltata fuori all’improvviso, mentre scendevo le scale per salire in macchina.
Quelle cose che ci pensi e dici "acc avevo in mente quella cosa…".
Ecco, mi è tornata in mente.
Trombare.
Trombare! Mi ero dimenticato di trombare. Come se uno si dimenticasse di mettere l’antilarve antizanzare nelle fognature. Completamente dimenticato! Quanti mesi saranno che non trombo? Conto i mesi sulle mie dita e forse le dita non bastano. Ma poi ho mai trombato io?
Sono un automa, ho una prontezza di riflessi che quasi rasenta la veggenza (come i ragni di Spiderman 1), e mi ero completamente dimenticato di trombare. Ah, mi viene quasi da ridere. Anche senza quasi. Mi viene da ridere. Mentre torno su per lavarmi i denti. Rido e sputazzo fuori tutto il dentifricio schiumoso. Che schifo. Che ridere. Che pirla.
Tanto tra poco mi licenzio. E’ questa la chiave. Da quando so che ho un termine a questo lavoro, riesco ad affrontare serenamente anche gli straordinari. Negli ultimi 5 giorni abbiamo fatto il turno di 12 ore… soliti problemi al flash cooler. Da oggi tornano 8 ore. Potrò dormire un pochino in più.
Non mi sono accorto che sono già arrivato. Parcheggio. Scendo. C’è già il sole. C’è già caldo. Odio il turno di mattina. Odio il caldo. Odio il lunedì.


Up on a hill, here’s where we begin

This little story, long time ago
Stop to pretend, stop pretending
It seems this game is simply never ending

…e questo non è dedicato a nessuno…

venerdì 13 giugno 2008

Che si stampano sui pali (quando almeno facevamo un tiro in porta)

Giorni di europei, giorni di mondiali, giorni di speranze estive che si stampano sui pali, giorni di uscite serali, giorni di estate.
Insomma: niente di tutto questo, tranne che sono giorni di europei. Ma neanche te ne accorgi. Potrebbe essere un anno dispari come tanti.

Gli europei hanno un girone eliminatorio. Nel girone eliminatorio hai tre partite. Nei hai tre: puoi permetterti di sbagliarne una.
Definiamo prima così vuol dire sbagliarne una… vuol dire "una partita no". Dicesi partita no quando per bravura degli avversari, per sfiga tua, per arbitraggio avverso, per qualunque motivo ottieni un risultato inferiore alle attese.
Ovvero, perdi o pareggi, dove dovresti vincere.

L’italia ne ha già fatte due. Mi dispiace, due partite no sono troppe. Ma abbiamo passato il turno già altre volte con due partite no. Tipo USA 94, o Corea 2002.

Quest’anno dovevamo giocarci la carta per la partita no con la Francia. Arriviamo contro la Francia che non solo abbiamo già usato il bonus, ma siamo già a debito.

Abbiamo pareggiato a casa Atti. Non accadeva da 12 anni che non si vincesse. Beh, però diciamo che Atti ce l’ha messa tutta. Il pomello ha fatto parare un altro rigore… dopo Toldo, Buffon. Dopo il rigore sbagliato di Trezeguet. Ma cosa è mancato? Chi ha portato sfiga stavolta? Io un’idea ce l’avrei…

Traghettare… noi che neanche sappiamo prendere gli aerei.

"XX anni? …ma va’… ‘a Stefano Accorsi…"

"…si ma poi noi ci innamoriamo sempre…"

"…cazzo, che sfiga, eh?" Già. Che sfiga.
BLOGORROICO: ma a nessuno è mai saltato in mente di chiamare Maresca? E Inzaghi?

martedì 10 giugno 2008

VolaGratis.it TRUFFA

Questo blog ha un discreto numero di visitatori, molti arrivano qui da google. E così sfrutto la potenza di questo blog per parlare MALISSIMO di www.volagratis.it. Ebbene si, VolaGratis, o per gli amici Vola Gratis, oppure vola gratis (li metto tutti e tre così aiuto l’algoritmo di google) è un sito che ti permette di visualizzare più voli e di scegliere il più economico.
Ovviamente converrebbe andare direttamente alla fonte… tipo Ryanair e simili… sta di fatto che in preda alla noncuranza (ma Orsi pensava ancora di no), i nostri tre pirla che stanno cercando di decollare per la Spagna, hanno prenotato li i loro voli.
Argh! L’avessimo mai fatto!
Sulle prime i voli sembravano prenotati, tanto che i soldi dalla carta mi erano stati addebitati subito. Ma appariva la scritta "prenotazione in sospeso: attendere email di conferma".
Questo al giovedì: sabato pomeriggio, dopo due giorni arrivano due email (una per volo) che ci informano che "le tariffe sono cambiate" e "si può procedere ad una integrazione, cambiamento, annullamento". E fin qua, potrebbe starci. E cosa dobbiamo fare, quindi?
Ovvio: telefonare ad un numero 892 entro 24 ore. Ovvero, sono le 16.29 di sabato pomeriggio, dovremmo telefonare entro le 16.29 di domenica pomeriggio. Ad un 892, costo max 1,50 euro al minuto. E chissà quanti minuti dobbiamo stare li…
Ovviamente, lasciamo che la prenotazione "scada". Dopo qualche ora ci arrivano due email, una per prenotazione, che ci informano di aver perso le prenotazioni, e che ci vedremo annullate gli addebiti sulla carta di credito.
Immediatamente, ci arriva anche la prima email che ci dice che "il nostro addebito è stato annullato sulla vostra carta".
Oggi è martedì, sono passati già due giorni, ma la mia carta è ancora come prima… e della mail per la seconda prenotazione, tra l’altro, ancora nessuna traccia.

Ora: credo sia palese che questo sia un servizio truffaldino. Mi sta bene di farmi inculare se sono un consumatore pirla e poco attento, come in questo caso: ovvero magari spendere il doppio, anche, ma in maniera legale. Questa mi pare un’inculata illegale. Una truffa. E allora non mi sta bene.

VolaGratis è una truffa.
Vola Gratis è una truffa.
Volagratis è una truffa.
volagratis.it è una truffa.
www.volagratis.it è una truffa.

E questo blog arriva fino a 130 visite al giorno. Tiè, stronzi.

EDIT:
Diversi commenti a mio favore li trovate a questo indirizzo nella vecchia piattaforma di Blogorroico: http://attiblogorroico.wordpress.com/2008/06/10/volagratis-it-truffa/

giovedì 5 giugno 2008

Sens Azioni

Le sensazioni!!!
Non trascuratele, non assecondatele. E la ragione, perbacco! Non dimenticavene.

A volte agisco senza farmi domande. E mi rendo conto che dovrei farmi due o tre domande, ma non me le faccio. E sulle prime le cose vanno bene lo stesso. Poi a distanza di mesi, anche tanti mesi, le cose tornano indietro. Molto più grosse e più forti. Forti di mesi e mesi in cui sono cresciute lontane da me.
Tutte le volte che non mi preoccupo delle cose, queste dopo del tempo tornano indietro e causano problemi.
Sono mesi che trascuro un sacco di cose, come mai non avevo fatto prima d’ora.
Quando tutto tornerà indietro, sarà un marone tremendo.
Me ne rendo conto.
Ma non me ne preoccupo, appunto.
Mi ritroverò fallito a 25 anni, ma tanto lo so già. Lo so già da quando ne avevo 19. In fondo non arriverò a 25 anni esattamente come credevo, ma non ci sono andato lontano nel mio immaginario. Ho dato più da un lato e meno da un altro. Ma la coperta della vita è sempre quella, le ore sono sempre 24, e ho tempo fino al 15/04/2010 per fare fruttare quello che ho lasciato indietro. Tutto sommato, non va male.

E le sensazioni.
Dio mio! Quelle non sono proprio mai da trascurare. Bisogna prestare attenzione. Quella volta che ti hanno fatto quella domanda strana, dovevi capire subito. Quella, come tutte le altre.
Non sottodimensionare le tue sensazioni, i tuoi presentimenti… valgono più di quello che credi…

Ha smesso di piovere, ma le strade sono ancora bagnate. Sei rimasto da solo, o quasi. Sei davanti al gruppo. Il fuggitivo è quasi stato ripreso. Ormai lo vedete. E’ a tiro. E da qui in avanti è tutta pianura. Puoi anche rialzare la testa un attimo. Non tanto per rilassarti, ma per guardarti in giro e pensare "mmh". Per cercare di renderti conto della situazione. E’ solo una constatazione di realtà.

E poi ho un sacco di domande. Queste però me le faccio subito, non aspetto altri mesi. Forse erano da fare prima.
Ma dev’essere tutto così? Cioè, è normale che le cose vadano così? Succede così anche agli altri? Si? No? Chissà. Chissà se uno riesce ad abituarsi. Chissà se si può vivere così, e vivere bene. Chissà se si riesce ad abituarsi.
"Oh, sono già tanti anni, ma quando succede… niente, lascio perdere per un paio di giorni. Poi passa… ma non riesco ancora ad evitarlo."
Chissà, forse è impossibile evitarlo.

O forse non dev’essere così. Forse non è normale, così. Forse sono io che faccio si che sia anormale. E’ colpa mia. Perché forse sono io che dovrei cambiare. Dovrei fare delle scelte. Ma non mi passa neanche per la testa. Forse è colpa mia. Forse ho scelto troppo me stesso, per poter scegliere altro.
Ma non doveva essere un bene? E allora cosa non quadra? Perché i conti non tornano anche stavolta? Ma dove sarebbe poi la novità?
Allora dovrà andare cosi? Se uno sceglie se stesso e le proprie cose, non riuscirà a scegliere altro?

Ma allora non è vero niente? Tutta quella storia delle persone che si conoscono… che si intendono al volo… che si capiscono… allora è solo un’utopia? E’ destino che nessuno possa capire e condividere? Per scegliere altro da se, bisogna rinunciare al proprio io? Non esistono proprio quelle persone?

O forse è solo che a me non hanno insegnato. Forse il giorno che l’hanno spiegato ho fatto fuoco. Vedi, quando ti dicono di andare a scuola… vacci! Magari ti perdi il giorno in cui viene Massimo Coppola a spiegare il senso della vita. E siccome siete tutti dei coglioni, i pochi che prendono appunti non li capiranno, la maggioranza non ascolta, e quei pochi che ascoltano sono quelli che non ne avrebbero bisogno. E te che hai fatto fuoco chiederai gli appunti a quelli che non li hanno presi. E saputo che non ce li hanno, ti arrenderai… "tanto la prof ha detto che era solo un approfondimento, non lo chiede all’esame".
Ma nell’esame della vita, le cose sono diverse.

Già.

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