Era febbraio, era freddo, e ogni tanto c'era il sole.
Giulio fa la cosa più difficile della sua vita: si sveglia. Manca esattamente un mese alla sua morte, lui questo ancora non lo sa, ma si alza lo stesso.
Sapesse di dover morire a breve, voglio dire, se ne starebbe a letto.
Chissà cosa farebbe una persona normale se sapesse di dover morire. Figuriamoci Giulio.
Si tira in piedi, ha dormito una manciata d'ore, è sporco, sudato, malato, anche leggermente ferito. Avrebbe bisogno di ripigliarsi un po', soprattutto di una doccia, ma non farà niente di tutto questo. Passa davanti a un lavandino, giusto per darsi un tono, senza però variare la sua barba lunga e capelli ancor più lunghi e scompigliati... una sorta di Baudelaire dei giorni nostri. Che poi non si sa se Baudelaire fosse conciato così male, forse era solo gay.
Prende il completo e la camicia del giorno prima, sono sporchi, ci sono chiazzettine di fango e di vomito sul fondo dei pantaloni, e la camicia ha diverse aloni da birra e di sporco. Che se uno ci guarda bene si vedono, al lavoro se ne accorgeranno.
E' stato il lavoro, a cercare Giulio. Se lo sono ripresi, letteralmente. Solo la scrivania è diversa, tutto il resto è uguale. Anzi no, lo stipendio è leggermente aumentato.
Dolore, fastidio allo stomaco, terribile mal di testa, senso di vomito, acqua colazione caffè, il tutto sopra la scrivania, con il mouse nella mano destra e il resto con la sinistra.
Dopo una mezz'oretta, è quasi accettabile.
- Il collega giovane di fronte lo guarda con attenta attenzione, e non è che si ridondanza, è proprio che l'attenzione è doppia: capire perchè uno può ridursi così, e capire che anche lui può potrà ridursi così a breve -
Poi, poi, finito il lavoro, è tempo per un'altra corsa contro il tempo: un'altra lotta contro ogni tipo di mezzo di trasporto e di orologio, per trovarsi di fronte a casa sua. Oddio, casa sua, ancora... casa sua di lei.
E ora a Giulio resta solo una canzone. E' "Liar" di De Niro.
Voglio dire, poteva andare peggio, poteva restarti solo "Parachutes" dei Coldplay che sono appean 46 secondi, ma se gli capitava "Two Step - live from The Gorge" della DMB, sarebbero stati 20 minuti belli pieni.
In 20 minuti ti svegli, fai la doccia, colazione, ti vesti. E magari hai anche il tempo per sbarbarti.
Ma tutto questo tempo Giulio non ce l'ha, non ha nemmeno bisogno di bere, ruberà qualche altra ora al sonno, prima di tornare nel suo letto sfinito. Senza aver fatto la doccia, ancora. Figuriamoci darsi il disinfettante.
Che poi deve morire tra un mese, cosa sta a curarsi a fare.
giovedì 21 gennaio 2010
sabato 26 dicembre 2009
Una passeggiata surreale
Inizio tutto come la scenale finale di ritorno al futuro. Una cosa tipo "dai, cazzo, parti". Il motorino d'avviamento gira a vuoto un po', e poi si ferma. Il secondo tentativo, spegne definitivamente il display del tachimetro.
Un pugno sul volante (è il minimo) e la macchina non si accende lo stesso.
Per una volta che sono in orario, dovrò arrivare in ritardo lo stesso.
Esco dal cancello a piedi, mentre sento risate in lontananza. Temo ridano di me. Ridete pure. Non c'è niente da ridere. Fa ridere, eh, vero?
Si, farebbe ridere anche a me.
Farebbe. Ed è un condizionale che fa differenza.
Esco dal cancello, la strada è tutta neve e ghiaccio, con le mie adidas consunte devo stare attento a non scivolare. Certo, avessi saputo di dover fare questa camminata, mi sarei messo delle scarpe diverse.
Comunque, neve o neve, ghiaccio o non ghiaccio, batteria o non batteria, niente e nessuno mi fermerà. Per fortuna posso fare tutto a piedi.
Poi viene anche il ritorno a casa, ed è la parte migliore. La mia via è surreale, sembra venire da un futuro postatomico, completamente deserta, priva di macchine e piena di neve, così come via giovannina. Tutto è pieno solo del silenzio, intervallato dalle frasi.
Sembra un film - quelli in cui le frasi riempiono le pellicole - ecco sembra uno di quei film dove la gente parla a voce alta senza svegliare nessuno, come se fossero tutte case vuote, le altre.
Sono solo scarpe inadeguate su un ghiaccio luminoso, cappucci, e intanto pioviggina. E tutto questa pioggia domani sarà ghiaccio.
Poi c'è un altro ritorno a casa (e non so se sia un ritorno - perché dov'è la mia casa? - che sia una partenza?).
Vorrei arrivare a casa presto, vorrei andare a letto, vorrei scrivere e stare sveglio fino a domani mattina, vorrei dormire e non andare al lavoro, vorrei fare la cacca, vorrei un nuovo album degli Strokes*, vorrei la macchina con la batteria carica, vorrei tante altre cose.
Dovevo già essere a Londra da qualche giorno, sarebbero stati i primi giorni nella casa nuova, vissuti tutti tra il freddo gelido dei sobborghi e il caldo spocchioso della tube, alla ricerca convinta ma non ancora disperata di un'occupazione, fosse anche solo vestirti da Babbo Natale dicendo "Oh oh oh! Merry Christmas!" non capendo un cazzo di quello che dicono i bambini, giustificandosi con "Sorry, but I'm from North Pole, I don't speak english very well".
E poi un sacco di pinte nei pubs e di jack daniel's in casa.
Ma questa strada surreale, con tutta questa neve, questo silenzio, e queste passeggiate surreali, scritte solo nelle sceneggiature di quei film tipo Love Actually (che devo ancora vedere, tra l'altro), tutto questo me lo sarei perso.
E allora... Londra 4 - Cento 1. Londra 5 - Cento 1.
Tutto quello che vuoi, ma almeno un cazzo di gol, Cento, gliel'ha segnato. E palla al centro.
E poi domani saranno i soliti cazzi e mazzi del lavoro, la batteria scarica, i regali ancora da finire, mille cose da fare in pochi giorni prima del 25, ma questa sera rimarrà per sempre.
Se c'è un Dio, e sono sicuro che c'è, non scarica le batterie delle macchine a caso. E un giorno, quando lo incontrerò, gli chiederò per quale cazzo di motivo tutte le congiunzioni astrali del mio destino debbano passare per i 12 volt della mia batteria.
E per i 90 euro del mio elettrauto.
Un pugno sul volante (è il minimo) e la macchina non si accende lo stesso.
Per una volta che sono in orario, dovrò arrivare in ritardo lo stesso.
Esco dal cancello a piedi, mentre sento risate in lontananza. Temo ridano di me. Ridete pure. Non c'è niente da ridere. Fa ridere, eh, vero?
Si, farebbe ridere anche a me.
Farebbe. Ed è un condizionale che fa differenza.
Esco dal cancello, la strada è tutta neve e ghiaccio, con le mie adidas consunte devo stare attento a non scivolare. Certo, avessi saputo di dover fare questa camminata, mi sarei messo delle scarpe diverse.
Comunque, neve o neve, ghiaccio o non ghiaccio, batteria o non batteria, niente e nessuno mi fermerà. Per fortuna posso fare tutto a piedi.
Poi viene anche il ritorno a casa, ed è la parte migliore. La mia via è surreale, sembra venire da un futuro postatomico, completamente deserta, priva di macchine e piena di neve, così come via giovannina. Tutto è pieno solo del silenzio, intervallato dalle frasi.
Sembra un film - quelli in cui le frasi riempiono le pellicole - ecco sembra uno di quei film dove la gente parla a voce alta senza svegliare nessuno, come se fossero tutte case vuote, le altre.
Sono solo scarpe inadeguate su un ghiaccio luminoso, cappucci, e intanto pioviggina. E tutto questa pioggia domani sarà ghiaccio.
Poi c'è un altro ritorno a casa (e non so se sia un ritorno - perché dov'è la mia casa? - che sia una partenza?).
Vorrei arrivare a casa presto, vorrei andare a letto, vorrei scrivere e stare sveglio fino a domani mattina, vorrei dormire e non andare al lavoro, vorrei fare la cacca, vorrei un nuovo album degli Strokes*, vorrei la macchina con la batteria carica, vorrei tante altre cose.
Dovevo già essere a Londra da qualche giorno, sarebbero stati i primi giorni nella casa nuova, vissuti tutti tra il freddo gelido dei sobborghi e il caldo spocchioso della tube, alla ricerca convinta ma non ancora disperata di un'occupazione, fosse anche solo vestirti da Babbo Natale dicendo "Oh oh oh! Merry Christmas!" non capendo un cazzo di quello che dicono i bambini, giustificandosi con "Sorry, but I'm from North Pole, I don't speak english very well".
E poi un sacco di pinte nei pubs e di jack daniel's in casa.
Ma questa strada surreale, con tutta questa neve, questo silenzio, e queste passeggiate surreali, scritte solo nelle sceneggiature di quei film tipo Love Actually (che devo ancora vedere, tra l'altro), tutto questo me lo sarei perso.
E allora... Londra 4 - Cento 1. Londra 5 - Cento 1.
Tutto quello che vuoi, ma almeno un cazzo di gol, Cento, gliel'ha segnato. E palla al centro.
E poi domani saranno i soliti cazzi e mazzi del lavoro, la batteria scarica, i regali ancora da finire, mille cose da fare in pochi giorni prima del 25, ma questa sera rimarrà per sempre.
Se c'è un Dio, e sono sicuro che c'è, non scarica le batterie delle macchine a caso. E un giorno, quando lo incontrerò, gli chiederò per quale cazzo di motivo tutte le congiunzioni astrali del mio destino debbano passare per i 12 volt della mia batteria.
E per i 90 euro del mio elettrauto.
giovedì 24 dicembre 2009
Il racconto di Natale? Si, solo per i membri del fan club!
Lo sai che i membri del Blogorroico fan club hanno ricevuto, in esclusiva, un racconto di Natale? Se lo impari adesso, o devi ancora guardare la casella di posta di facebook, o devi ancora entrare nel fan club ufficiale di Blogorroico!
Iscriviti nel gruppo su facebook "I love Blogorroico,il blog di Atti", e avrai in cambio anteprime esclusive, omaggi, sconti e regali... per chi lo fa entro il 31 dicembre gli mando il racconto di Natale lo stesso. Tiè. A Natale siamo tutti più buoni... anche Blogorroico.
EDIT 26/09/2011: Facebook ha deciso di cancellare i vecchi gruppi... così ho creato la nuova pagina fan:
http://www.facebook.com/blogorroico
Iscriviti nel gruppo su facebook "I love Blogorroico,il blog di Atti", e avrai in cambio anteprime esclusive, omaggi, sconti e regali... per chi lo fa entro il 31 dicembre gli mando il racconto di Natale lo stesso. Tiè. A Natale siamo tutti più buoni... anche Blogorroico.
EDIT 26/09/2011: Facebook ha deciso di cancellare i vecchi gruppi... così ho creato la nuova pagina fan:
http://www.facebook.com/blogorroico
martedì 8 dicembre 2009
Le guglie di Parigi
Ciao Vasco Brondi, mi dispiace ma io un lavoro ce l'ho. E non mi drogo. Anche se condivido il tuo disagio sociale. Però credo possa esistere un futuro, oltre i fumi della Montedison e lo scheletro dell'ospedale di Cona. Credo di poter raccontare lo stesso qualcosa, di questi cazzo di anni zero, ai figli che non avrò.
La verità è che diventerò padre.
Prima o poi.
L'asilo Cip e Ciop di Pistoia.
Come cazzo si fa a dare un nome del genere ad un asilo. E poi le due maestre.
Per carità: ogni vita è importante e va difesa. A maggior ragione quelle di bambini innocenti, che sono il futuro della nostra società.
Ma il danno maggiore, in proporzione, l'hanno fatto agli altri bambini. Quelli di tutta Italia. Che hanno genitori "sani", che guardano il TG, e leggono di queste insegnanti. E ne rimangono, giustamente, schifati e inorriditi.
Ecco: tra tutti questi, ci sarà qualcuno che per contrappasso tirerà una sberla di meno al proprio figlio.
Mai errore più grave. Le sberle ai bambini VANNO DATE. Nei giusti modi e nelle giuste quantità. Ma vanno date.
Così, oltre a quei 20-30-40 bambini picchiati ingiustamente, ne avremo 2000-3000-4000 dalle guancie vergini. Ingiustamente. E alcuni di questi, cresceranno male. E potenzialmente, faranno crimini peggiori di quelli delle maestre. Perché si, è possibile farne anche di peggiori, purtroppo. "PENA DI MORTE ALLE MAESTRE DI PISTOIA!" e vabbè poi a Totò Riina e Berlusconi che gli facciamo?
Ah, ma di questi bimbi dalle guance vergini poi non sono responsabili le maestre mostre. Quelle pagheranno per i bambini picchiati, con i loro giusti anni di carcere (spero). Dei bambini dalle guance vergini sono responsabili i nostri media. E non pagheranno nulla.
E torneremo a parlare di destra e sinistra in Italia quando saremo in un paese democratico.
"Scaldami il cuore sul tuo cucchiano,
chiudimi la vena del dolore con un laccio emostatico.
Ti raccogli i capelli con le equazioni algebriche,
guardi il sole nelle JPG a bassa risoluzione."
(La luce della centrale giulieca)
I lettori silenziosi.
Esistono i lettori silenziosi, quelli che leggono e si informano, senza commentare mai, senza lasciare mai traccia. Sono i più pericolosi, i più informati, quelli che sanno ma non fanno sapere agli altri di far sapere, e in questa maniera si pongono in un modo "protetto".
E anche questi votano.
Chissà se fanno parte del popolo di Berlusconi. Quelli che zitti zitti lo votano, e che di fatto, gli danno il consenso. Perché si, su questo non possiamo dire nulla: ha il consenso della maggioranza dei votanti, o perlomeno ce l'aveva alle ultime elezioni.
Oppure, questi lettori silenziosi fanno parte del popolo viola. Non so se sia meglio "il popolo viola" che sembrano dei tifosi della Fiorentina in trasferta, o se dire "quelli del no b day" che non si capisce se sia gente a favore o a sfavore di berlusconi. Ma chiamarlo "dimission-day" no eh?
Sto invecchiando, male. Una volta avrei detto "sto invecchiando male. maledettamente bene."
Adesso, mi dispiace, ma sto invecchiando male. (oh e lo dico l'unica volta che non parlo del passato)
Forse è solo il raggiungere la consapevolezza. Una maturità di certo non desiderata. Non capisco perché chiamino "maturità" l'esame di quinta superiore, quando uno in quinta superiore non capisce proprio un cazzo ed è tutto tranne che maturo. Non che poi a 25 sia diverso. Forse alla fine la maturità è solamente un percorso senza fine. Che si inizia con l'esame di quinta superiore.
Questo andare avanti, senza mai tornare indietro, lasciandosi tutto dietro, che porta solamente a fredde mattine dalle coperte troppo strette su letti troppo vuoti, con in gola il maldigola, e in bocca il sapore amaro delle birre bevute la sera prima, e in lontananza sullo sfondo ci sono le guglie di Parigi. Che in realtà sono solo 3 alberi spogli e 1 antenna della TV.
Aveva ragione Diego (ha sempre ragione Diego), aveva ragione Sorio (ha sempre ragione Sorio).
E poi ho ragione io, quando dico che la pioggia è peggio del cielo grigio, e che passato novembre non bisogna abbassare la guardia, sennò il dicembre e il natale ti prendono in sequenza che ti piantano un 2-0 secco. Poi hai voglia a passare gennaio e febbraio a tentare di pareggiare... prendi altre due pere.
Arriva la primavera che sei già sotto di 4 gol. Ma come mai che tutte le volte siamo già in ritardo prima di iniziare le cose?
E in realtà sono solo 3 alberi spogli e 1 antenna della TV.
La verità è che diventerò padre.
Prima o poi.
L'asilo Cip e Ciop di Pistoia.
Come cazzo si fa a dare un nome del genere ad un asilo. E poi le due maestre.
Per carità: ogni vita è importante e va difesa. A maggior ragione quelle di bambini innocenti, che sono il futuro della nostra società.
Ma il danno maggiore, in proporzione, l'hanno fatto agli altri bambini. Quelli di tutta Italia. Che hanno genitori "sani", che guardano il TG, e leggono di queste insegnanti. E ne rimangono, giustamente, schifati e inorriditi.
Ecco: tra tutti questi, ci sarà qualcuno che per contrappasso tirerà una sberla di meno al proprio figlio.
Mai errore più grave. Le sberle ai bambini VANNO DATE. Nei giusti modi e nelle giuste quantità. Ma vanno date.
Così, oltre a quei 20-30-40 bambini picchiati ingiustamente, ne avremo 2000-3000-4000 dalle guancie vergini. Ingiustamente. E alcuni di questi, cresceranno male. E potenzialmente, faranno crimini peggiori di quelli delle maestre. Perché si, è possibile farne anche di peggiori, purtroppo. "PENA DI MORTE ALLE MAESTRE DI PISTOIA!" e vabbè poi a Totò Riina e Berlusconi che gli facciamo?
Ah, ma di questi bimbi dalle guance vergini poi non sono responsabili le maestre mostre. Quelle pagheranno per i bambini picchiati, con i loro giusti anni di carcere (spero). Dei bambini dalle guance vergini sono responsabili i nostri media. E non pagheranno nulla.
E torneremo a parlare di destra e sinistra in Italia quando saremo in un paese democratico.
"Scaldami il cuore sul tuo cucchiano,
chiudimi la vena del dolore con un laccio emostatico.
Ti raccogli i capelli con le equazioni algebriche,
guardi il sole nelle JPG a bassa risoluzione."
(La luce della centrale giulieca)
I lettori silenziosi.
Esistono i lettori silenziosi, quelli che leggono e si informano, senza commentare mai, senza lasciare mai traccia. Sono i più pericolosi, i più informati, quelli che sanno ma non fanno sapere agli altri di far sapere, e in questa maniera si pongono in un modo "protetto".
E anche questi votano.
Chissà se fanno parte del popolo di Berlusconi. Quelli che zitti zitti lo votano, e che di fatto, gli danno il consenso. Perché si, su questo non possiamo dire nulla: ha il consenso della maggioranza dei votanti, o perlomeno ce l'aveva alle ultime elezioni.
Oppure, questi lettori silenziosi fanno parte del popolo viola. Non so se sia meglio "il popolo viola" che sembrano dei tifosi della Fiorentina in trasferta, o se dire "quelli del no b day" che non si capisce se sia gente a favore o a sfavore di berlusconi. Ma chiamarlo "dimission-day" no eh?
Sto invecchiando, male. Una volta avrei detto "sto invecchiando male. maledettamente bene."
Adesso, mi dispiace, ma sto invecchiando male. (oh e lo dico l'unica volta che non parlo del passato)
Forse è solo il raggiungere la consapevolezza. Una maturità di certo non desiderata. Non capisco perché chiamino "maturità" l'esame di quinta superiore, quando uno in quinta superiore non capisce proprio un cazzo ed è tutto tranne che maturo. Non che poi a 25 sia diverso. Forse alla fine la maturità è solamente un percorso senza fine. Che si inizia con l'esame di quinta superiore.
Questo andare avanti, senza mai tornare indietro, lasciandosi tutto dietro, che porta solamente a fredde mattine dalle coperte troppo strette su letti troppo vuoti, con in gola il maldigola, e in bocca il sapore amaro delle birre bevute la sera prima, e in lontananza sullo sfondo ci sono le guglie di Parigi. Che in realtà sono solo 3 alberi spogli e 1 antenna della TV.
Aveva ragione Diego (ha sempre ragione Diego), aveva ragione Sorio (ha sempre ragione Sorio).
E poi ho ragione io, quando dico che la pioggia è peggio del cielo grigio, e che passato novembre non bisogna abbassare la guardia, sennò il dicembre e il natale ti prendono in sequenza che ti piantano un 2-0 secco. Poi hai voglia a passare gennaio e febbraio a tentare di pareggiare... prendi altre due pere.
Arriva la primavera che sei già sotto di 4 gol. Ma come mai che tutte le volte siamo già in ritardo prima di iniziare le cose?
E in realtà sono solo 3 alberi spogli e 1 antenna della TV.
sabato 31 ottobre 2009
why were you shaking? please tell me... [friends, hair and everything after]
Ok, ok, ok.
Ce n'è ancora un sacco di roba da fare, a occhio manca ancora un 75%.
Katy Perry feat. Albert Hammond Jr. - Katy and Albert sitting on a tree
Se avessi quest'energia tutte le sere, sarebbe diverso.
Sarebbe sicuramente diverso.
Londra sa infilarsi ovunque, è peggio del miglior Inzaghi, o del peggior Ibrahimovic (è solo questione di punti di vista, per che squadra tifi). Te la ritrovi in una canzone, in un semaforo. Tu sei felice, credi di essere felice, magari lo sei veramente e lei è li.
E' rimpianto? E' nostalgia? E? insoddisfazione? E' verde, parti, idiota.
Credi davvero che sia meglio il tuo stipendio sicuro rispetto a raspare il fondo di un conto corrente?
Non c'è una risposta oggettiva. C'è solo una lotta continua. Ovunque tu sia. La depressione non ha patria, così come la gioia. E la fantastica sensazione che fluttua tra questi due estremi.
Shaking, shaking, shaking, dov'è finito tutto questo inglese? Mi sono venduto? Ascolto i 30 second to mars.
30 second to mars - The mission
Ascoltai i 30stm la prima volta nel 2005, in macchina da saccolo. Voi neanche sapevate cos'era l'emo. Mi piacquero. Poi riascoltandoli mi impressionarono meno, però mi piacquero lo stesso. Però devo dire che, iTunes alla mano, avrò ascoltato davvero si e no 4-5 canzoni dei 30stm negli ultimi due anni.
Però non sono da buttare.
Tante cose non sono da buttare.
Forse c'è qualcos'altro.
C'è Londra, ci sono diversi futuri possibili, c'è un sacco di vita messa in giro, e non so ancora quale andrò a percorrere. Siamo in corsa, sulla strada, respirando, vivi. Pronti.
E' una sensazione strana. Non ci si sente arrivati da nessuna parte rilevante, in fondo, eppure si sente di aver fatto un sacco di strada.
Ci si sente a metà tra un lungo passato ed un immenso futuro. Probabilmente, questa è la vita. Quasi me ne stavo dimenticando.
Ligabue - Con queste faccie qui
Sai qual'è la differenza? E' che non mi sono ancora seduto, nonostante tutto, e che non voglio ancora sedermi.
Se uno pensa a 12 mesi, o anche solo 10, pensa a un casino di mattine. Di soli, di sveglie, eccetera. Eppure, se penso a come li ho usati io, non posso che dire che nessuno è stato buttato. Voglio dire, trovarsi a zero, e sapersi risollevare, e sapersi ricostruire, e poi smontare, e poi correggere... beh, beh, forse partivamo davvero da poco, ma è stato un bel percorso, obiettivamente. Molto più nel 2009 che in tanti altri anni.
Ho voglia di te*.
*= molto tempo prima di Moccia, esisteva qualcuno che scriveva già queste frasi. Sicuramente non ha avuto lo stesso successo. Finora.
Filter - Take a picture
...ricordi e fantasmi, sfidatemi tutti uno per uno... e se siete abbastanza bravi da uccidermi, venitemelo a raccontare. al vostro funerale.
...e ho capito solo io. Ecco sai, alla fine è questo: che scrivi, vivi, fai tutto quanto, e poi ti ritrovi alle 2.40 del venerdì sera / venerdì notte e hai la completa percezione del fatto che nessun altro oltre a te sa esattamente quello che volevi dire.
E pure che basterebbe così poco per conoscere tutto.
Ma quel poco che manca è la cosa più difficile.
P.S. si, c'è ancora tanto da fare. Che bello. :)
Ce n'è ancora un sacco di roba da fare, a occhio manca ancora un 75%.
Katy Perry feat. Albert Hammond Jr. - Katy and Albert sitting on a tree
Se avessi quest'energia tutte le sere, sarebbe diverso.
Sarebbe sicuramente diverso.
Londra sa infilarsi ovunque, è peggio del miglior Inzaghi, o del peggior Ibrahimovic (è solo questione di punti di vista, per che squadra tifi). Te la ritrovi in una canzone, in un semaforo. Tu sei felice, credi di essere felice, magari lo sei veramente e lei è li.
E' rimpianto? E' nostalgia? E? insoddisfazione? E' verde, parti, idiota.
Credi davvero che sia meglio il tuo stipendio sicuro rispetto a raspare il fondo di un conto corrente?
Non c'è una risposta oggettiva. C'è solo una lotta continua. Ovunque tu sia. La depressione non ha patria, così come la gioia. E la fantastica sensazione che fluttua tra questi due estremi.
Shaking, shaking, shaking, dov'è finito tutto questo inglese? Mi sono venduto? Ascolto i 30 second to mars.
30 second to mars - The mission
Ascoltai i 30stm la prima volta nel 2005, in macchina da saccolo. Voi neanche sapevate cos'era l'emo. Mi piacquero. Poi riascoltandoli mi impressionarono meno, però mi piacquero lo stesso. Però devo dire che, iTunes alla mano, avrò ascoltato davvero si e no 4-5 canzoni dei 30stm negli ultimi due anni.
Però non sono da buttare.
Tante cose non sono da buttare.
Forse c'è qualcos'altro.
C'è Londra, ci sono diversi futuri possibili, c'è un sacco di vita messa in giro, e non so ancora quale andrò a percorrere. Siamo in corsa, sulla strada, respirando, vivi. Pronti.
E' una sensazione strana. Non ci si sente arrivati da nessuna parte rilevante, in fondo, eppure si sente di aver fatto un sacco di strada.
Ci si sente a metà tra un lungo passato ed un immenso futuro. Probabilmente, questa è la vita. Quasi me ne stavo dimenticando.
Ligabue - Con queste faccie qui
Sai qual'è la differenza? E' che non mi sono ancora seduto, nonostante tutto, e che non voglio ancora sedermi.
Se uno pensa a 12 mesi, o anche solo 10, pensa a un casino di mattine. Di soli, di sveglie, eccetera. Eppure, se penso a come li ho usati io, non posso che dire che nessuno è stato buttato. Voglio dire, trovarsi a zero, e sapersi risollevare, e sapersi ricostruire, e poi smontare, e poi correggere... beh, beh, forse partivamo davvero da poco, ma è stato un bel percorso, obiettivamente. Molto più nel 2009 che in tanti altri anni.
Ho voglia di te*.
*= molto tempo prima di Moccia, esisteva qualcuno che scriveva già queste frasi. Sicuramente non ha avuto lo stesso successo. Finora.
Filter - Take a picture
...ricordi e fantasmi, sfidatemi tutti uno per uno... e se siete abbastanza bravi da uccidermi, venitemelo a raccontare. al vostro funerale.
...e ho capito solo io. Ecco sai, alla fine è questo: che scrivi, vivi, fai tutto quanto, e poi ti ritrovi alle 2.40 del venerdì sera / venerdì notte e hai la completa percezione del fatto che nessun altro oltre a te sa esattamente quello che volevi dire.
E pure che basterebbe così poco per conoscere tutto.
Ma quel poco che manca è la cosa più difficile.
P.S. si, c'è ancora tanto da fare. Che bello. :)
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