giovedì 21 gennaio 2010

Giulio e il grande disagio

Era febbraio, era freddo, e ogni tanto c'era il sole.
Giulio fa la cosa più difficile della sua vita: si sveglia. Manca esattamente un mese alla sua morte, lui questo ancora non lo sa, ma si alza lo stesso.
Sapesse di dover morire a breve, voglio dire, se ne starebbe a letto.
Chissà cosa farebbe una persona normale se sapesse di dover morire. Figuriamoci Giulio.
Si tira in piedi, ha dormito una manciata d'ore, è sporco, sudato, malato, anche leggermente ferito. Avrebbe bisogno di ripigliarsi un po', soprattutto di una doccia, ma non farà niente di tutto questo. Passa davanti a un lavandino, giusto per darsi un tono, senza però variare la sua barba lunga e capelli ancor più lunghi e scompigliati... una sorta di Baudelaire dei giorni nostri. Che poi non si sa se Baudelaire fosse conciato così male, forse era solo gay.
Prende il completo e la camicia del giorno prima, sono sporchi, ci sono chiazzettine di fango e di vomito sul fondo dei pantaloni, e la camicia ha diverse aloni da birra e di sporco. Che se uno ci guarda bene si vedono, al lavoro se ne accorgeranno.

E' stato il lavoro, a cercare Giulio. Se lo sono ripresi, letteralmente. Solo la scrivania è diversa, tutto il resto è uguale. Anzi no, lo stipendio è leggermente aumentato.
Dolore, fastidio allo stomaco, terribile mal di testa, senso di vomito, acqua colazione caffè, il tutto sopra la scrivania, con il mouse nella mano destra e il resto con la sinistra.
Dopo una mezz'oretta, è quasi accettabile.

- Il collega giovane di fronte lo guarda con attenta attenzione, e non è che si ridondanza, è proprio che l'attenzione è doppia: capire perchè uno può ridursi così, e capire che anche lui può potrà ridursi così a breve -

Poi, poi, finito il lavoro, è tempo per un'altra corsa contro il tempo: un'altra lotta contro ogni tipo di mezzo di trasporto e di orologio, per trovarsi di fronte a casa sua. Oddio, casa sua, ancora... casa sua di lei.
E ora a Giulio resta solo una canzone. E' "Liar" di De Niro.
Voglio dire, poteva andare peggio, poteva restarti solo "Parachutes" dei Coldplay che sono appean 46 secondi, ma se gli capitava "Two Step - live from The Gorge" della DMB, sarebbero stati 20 minuti belli pieni.
In 20 minuti ti svegli, fai la doccia, colazione, ti vesti. E magari hai anche il tempo per sbarbarti.

Ma tutto questo tempo Giulio non ce l'ha, non ha nemmeno bisogno di bere, ruberà qualche altra ora al sonno, prima di tornare nel suo letto sfinito. Senza aver fatto la doccia, ancora. Figuriamoci darsi il disinfettante.
Che poi deve morire tra un mese, cosa sta a curarsi a fare.

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