giovedì 3 settembre 2009

La canzone dell'estate 2009? MGMT - "Kids"

Qual'è stata la canzone dell'estate? "I gotta feeling" dei Black Eyed Peas? Oppure quella di Lady Gaga? Oppure...
No. No, non ci siamo. La canzone dell'estate è un'altra.
La canzone dell'estate 2008 è stata "Boys" di Sabrina Salerno. Un revival, sbucato fuori all'improvviso a metà luglio, che ha tenuto botta per tutto il resto dell'estate...
Quest'anno, la canzone dell'estate se ne sbuca fuori il 29 giugno.

29 giugno 2009 - Original version
Festa dell'Unità di... ancora non abbiamo capito dove. Persi nella fetta bolognese, c'è un live di RadioNebbia. I "Sandy boys", anzi, "i ragazzi di radio nebbia", sono li a sparare cazzate davanti ai microfoni. La serata è piacevole, il cibo è ottimo, la playlist è variegata, e all'improvviso sbuca questa
http://www.youtube.com/watch?v=bIEOZCcaXzE
L'ha messa su Saccolo. Saccolo è bravissimo a fare delle playlist. Il problema è che è monotarget, ma quelle che fa sono spettacolari. Comunque, parte questa, e tu l'hai già sentita. L'hai già sentita sicuramente, magari su K-Rock, o da qualche altra parte indieggiante, ma l'hai già sentita. Però non ti ha mai detto molto, non ti ha mai detto abbastanza, non ti è mai venuto da chiedere come si chiamava quel pezzo e di chi era.
- un po' come certe ragazze che la prima volta che le vedi non ti dicono nulla, poi all'improvviso uno sguardo, un sorriso, un qualcosa, e cambia tutto -
"Cos'è, questa?"
"E' degli MGMT. Kids."

2 luglio 2009 - Remix
E allora il pezzo prende piede. Piano piano, entra nel tuo iTunes, e nei tuoi video preferiti di YouTube, cosicchè tu la possa ascoltare anche al lavoro e diffonderli ai colleghi. Che uno è Diego e l'ha sentita anche lui da Saccolo. Allora, alla collega, che ha 44 anni e due figli e l'animo ancora bello rock.
E sbuca fuori, tra i video di youtube, pure questo
http://www.youtube.com/watch?v=jb1jBn0uEOc
che è il remix dei Soulwax. Che sono due geni, a modo loro. E qui si sbizzarriscono. Si avviluppano, danno sfogo alle loro perversioni, e in 5:45 danno vita a tutti i loro viaggi. Qui è tutto un viaggio... forse un'illusione, forse solo davvero una perversione.
Oh, sono solo 5 minuti e rotti, 5 minuti non sono un cazzo nella vita, ma possono essere lunghissimi. E piacevolissimi.

11 agosto 2009 - Cover dei The Kooks
Illusioni o no, l'estate prosegue. L'estate è sempre una stagione particolare, e se a volte sogni con dei remix, c'è sempre un momento per tornare alla realtà.
Ma le cose belle, le cose del cuore, durano.
Barcellona, le 23 e rotti, e si sta preparando la cena. Navigo su facebook sul macbook della Fra (la coinquilina di Leo BS) e all'improvviso, girando sul suo iTunes, becco questa. Doppio clic immediato.
http://www.youtube.com/watch?v=P8znYPXhZFA&feature=related
I the Kooks non si tagliano mai i capelli, e il tempo che risparmiano lo usano per andare in radio e fare cover acustiche. Ai Kooks piace il rock, e piacciono le cose indie. Tra cui questa.
Qui c'è un po' della disperazione che ti può colpire in agosto, che ti spinge a cantare con la voce rotta e stonata, creando melodie e ritmiche tutte personali... Due ruote sull'erba, ma si resta in pista. Il pezzo sta in piedi.

24 agosto 2009 - Cover di Kate McGill
Ma i Kooks non sono gli unici. C'è anche una inglesina carina, una di quelle che sicuro hanno il culo largo, di Plymouth. Potrebbe essere una che conosci in un weekend a Londra - potrebbe anche essere una che conosce Diego per caso girando su YouTube.
http://www.youtube.com/watch?v=JnIwcf7SG8Q
Qui, tutto vira sulla dolcezza, quella che forse resta, in fondo, dopo tutto, mentre l'estate si avvia al suo finale.

3 settembre 2009 - Time to pretend EP version
Quando finisce l'estate? Con la festa dei giovani di Pieve? Con la fiera di Cento? Con l'inizio della scuola? Con il 21 settembre? Non lo so, di certo so che ogni brano ha la sua storia.
E questa parte non parte nell'ottobre 2008, quando uscì Kids come singolo. E nemmeno mesi prima, quando uscì l'album. La storia parte il 1 gennaio 2005, quando esce l'EP. Che contiene questa versione qua.
http://www.youtube.com/watch?v=w7JthgTMHDU
La primissima versione. Che ti fa capire che quest'estate è una fuga partita da lontanissima. Ma che è andata in porto. Che non importa quando finisce l'estate: Kids ha già vinto.


Perché Kids è una canzone semplicissima. Perché ha un motivetto fischiettabilissimo, un'anima pop pura, e un rivestimento perfettamente indie. Perché come tutte le belle canzoni, puoi remixarla e rifarla come vuoi e resta sempre bella. Perchè ha un testo cortissimo e semplicissimo. Perché parla dell'infanzia, ma dell'infanzia in generale, e ognuno si immagina la propria. E la mia è fatta di estati sudati a correre e giocare con gli amici di famiglia, o a fare umidissimi giri in bici per cento e dintorni con i miei genitori.

Per me Lady Gaga può andare a fare la cernita dei pomodori da Cavicchi a XII Morelli.

giovedì 13 agosto 2009

Quelli che... l'11 settembre facevano roba per gli Alpha Alpha

L'altro giorno, su Facebook, mi sono imbattuto nel gruppo "quelli che l'11 settembre guardavano la melevisione". Diomio... un'altra generazione.
Un'altra generazione, che poi ora è quella che sta magari già facendo l'università. Persone che potrei trovarmi fianco a fianco fuori la sera, al lavoro, e in tante altre occasioni.
Allora... siamo davvero due generazioni diverse? Si? No?
E poi c'è una domanda che non ci facciamo troppo spesso. Ci chiediamo più spesso "tu dov'eri la sera del 9 luglio 2006?". Invece che chiederci "tu cosa facevi l'11 settembre 2001?"

Io l'11 settembre 2001 ero al pc. Come buona parte della mia vita, io sono al pc. E' un mezzo. Al pc (che poi col tempo è diventato un mac) ci ho giocato, studiato, lavorato, intrattenuto rapporti sociali, coltivato hobby.
Avevo 17 anni: tanti quanti ne aveva mio padre nel 68, quando inseguito dai poliziotti, lanciava sassi, e si rifugiava all'interno di scuole superiori compiacenti.
33 anni dopo, alla stessa età, io cercavo di cambiare il mondo in maniera un po' più legale e un po' più tranquilla: la musica. Al tempo, era in lavorazione il secondo album degli Alpha Alpha, "Hysteria", che sarebbe poi uscito il 26 aprile 2002.
In realtà quel giorno stavo lavorando ad un qualcosa di molto slow, quasi lounge, un beat un po' ripetitivo, accompagnato da un basso altrettanto loffio. Cercavo di adagiarci sopra un mio testo, una delle mie solite menate adolescenziali scritta un paio d'anni prima, qualcosa sulla scia di "Tutti i miei sbagli" dei Subsonica ma quasi al contrario: un partendo dai propri errori, arrivare a una sorta di ottimismo per il futuro. Un mezzo manifesto di positività.
'Na merda, insomma.

Ma è così, nessuno da il proprio meglio al di sotto dei 20 anni, e questo per fortuna è l'altra faccia della medaglia dell'invecchiare: il migliorarsi.
A volte quello che fai prima dei 20 è perfetto, nella sua imperfezione, perché rappresenta perfettamente il tuo pensiero dell'epoca e di quell'età.
Ma il meglio, lo dai sempre dopo i 20 anni. L'esperienza, vuol dire.

Insomma, sto loop girava un po' ma non mi convinceva troppo, il testo non ci si adagiava sopra troppo bene, e venne una certa ora, per cui uscii di casa. La TV era rimasta spenta, e ignaro mi avviai in bicicletta alla cabina, il ritrovo ufficiale di quella che poi sarebbe diventata appunto "La Compagnia della Cabina".
C'erano Sacchi, poco dopo arrivò Sorio.
"Oh, avete sentito? Dei terroristi hanno dirottato e fatto schiantare due aerei contro le torri gemelle, e ce n'è uno diretto verso la Casa Bianca! Dai, andiamo in casa mia a vedere la televisione..."
E poi il resto è storia, noi in salotto da Sorio a guardare la TV, senza renderci troppo conto che si trattava di un momento storico... forse ce ne siamo resi conto dal giorno dopo, dai titoli dei giornali.

Mio padre nel '68 tirava sassi, io nel 2001 facevo musica, lui non è diventato un brigatista, io non sono diventato un musicista, e nessuno dei due ha cambiato la storia.
Però ci siamo ritrovati per caso qualche sera fa, alle 21.10, mangiando entrambi in piedi, contemporaneamente, piatti diversi, che ognuno si era preparato per mangiare da solo.
Il mio mac stava suonando Lily Allen (niente Alpha Alpha quindi), io ero già in ritardo per una serata fuori (non da DJ nè tantomeno da musicista, solamente una serata fuori in borghese) e mio padre non era certo tornato tardi dal tirare sassi. Però in quel momento, tra un piatto di insalata e un wurstel spaciugato di ketchup, mentre Lily Allen cantava allegramente "Fuck You", credo si siano congiunti 33 anni di Atti.
Ed è stato un bel momento.

Ah, mio fratello A.A. non so dove fosse quella sera.

lunedì 3 agosto 2009

Sono sicuro che tu, ovunque e comunque tu sia, verrai a leggere, prima o poi

Avevo solo voglia di una passeggiata. Niente di romantico - perlomeno, nulla che a me potesse sembrare essere tale. Non so perché lo sto dicendo - come se dovessi giustificarmi - ah, ma se continuo a scrivere così potrei anche mettermi a fare brizzismi, e non smettere più. O perlomeno, nello stile di.

Comunque, avevo solo voglia di una passeggiata. Mi dispiace, ma ho un cane che è nato quando in televisione duellavamo Hill e Villeneuve, e al limite Schumacher. E se quest'ultimo si appresta a tornare, dubito che lo facciano i primi due, così come dubito che il mio cane possa farsi allegramente 6-7 km a piedi. Anzi, a zampe.

Non è che può andare bene chiunque per un passeggiata - no di certo - altrimenti avrei chiesto a chiunque.
Posso anche farmela da solo, poi, sta cazzo di passeggiata, senza menare le palle a tutto facebook.

Il cielo nuvoloso, finalmente fa un po' di fresco, possiamo parlare delle nostre prossime vacanze, a cento non c'è mai un cazzo ma è sempre bello lo stesso farci una passeggiata, almeno questa città è un po' più tua, guarda che è sempre tutto chiuso se ci fosse io in comune, pieve è meglio, cento non ci piace andiamocene via, dobbiamo cambiare questi cazzi di lavori di merda, a noi della crisi non ce ne frega, tu non mi credi se ti dico che posso diventare scrittore, tu mi credi sempre troppo poco e hai sempre troppa paura, anche io muoio di paura ma mi faccio coraggio, in fondo io ci credo alle cose che si possono fare insieme, però ti prego proviamoci, almeno... non è bella questa serata? ti va un gelato, o una granatina, così ti viene freddo? hai caldo? sei stanca, hai male ai piedi? hai meno resistenza del mio cane, anche se tieni la lingua meno di fuori, in genere... e poi i cani che abbaiano e quelli che stanno zitti, le famigliole che potevo essere io a dieci anni, io adesso, o io tra dieci anni, che potremmo essere noi, che potremmo andare a bologna o ferrara la prossima volta, sai c'è un video su youtube di Pingu che gioca a bocce ridoppiato in dialetto modenese, ah già a te non piace modena, ma nemmeno a me, poi sono anche 40 chilometri, metti anche che uno trova lavoro la... mi piacerebbe lavoare a K-Rock, quella è pure a reggio emilia, anche a scandiano, però un giorno alla settimana lo farei, oppure si potrebbe andare a Londra, tanto tu potresti avere il trasferimento, e lo sai che non sto correndo troppo, sono pieno di dubbi e di paure, non so se posso fidarmi di te, non so riuscirò a fidarmi, se riuscirò a stare tranquillo come ho sempre amato stare, e non so capirai quando è ora di capirmi, e non so tante altre cose, e anche io ho paura, ho paura di non capire quando è ora di smettere, o quando è ora di dare tutto, e ho paura che quello che mi chiedi non basti, e ho chiesto di perdere gli occhi perché non c'era più niente da vedere, e ho chiesto di perdere il cuore perché non avevo più niente da amare, e ho chiesto di perdere il pene perché non avevo più niente con cui potesse servire a qualcosa, e ho chiesto di perdere il cervello perché non avevo più niente a cui pensare, e ho chiesto di perdere la vita perché non avevo più niente da vivere, ma ora vorrei tutto indietro, per amare ancora una volta. per sempre. forse. beh, per sempre, che parole grosse, ma perché no, chissà, uno ci penserà quando sarà il momento, quando uno capisce che è la fuga giusta, che è il momento giusto, come Ballan, ti ricordi? si, il ciclista... ma tu cosa vorresti fare? nella vita?
Guarda che bella casa, che bella casa di merda, a te piace, a me fa cagare con tutti quegli archi li, ma sta a vedere se uno deve buttare quei soldi in quel modo, e poi dipingerla di rosa, ma che cazzo, è verde, verde dove? è rosa!, no dico il semaforo è verde, scema, vai a cagare, attraversiamo, chissà se mi capisci, credo di no, credo che andrò a letto di nuovo stanchissimo con un grande vuoto dentro e a fianco, perché i letti grandi e comodi rischiano sempre di restare troppo vuoti, per fortuna tira un po' d'aria, e si sta bene, e davvero è l'unica cosa che ci accomuna a quelle vecchiette e che hanno una vita dietro, mentre noi ce l'abbiamo davanti... lo so che volevi ci fosse anche il cane ma inizia ad essere come le vecchiette, il tempo passa per tutti e per lui passa più velocemente, ma hai visto Felipe? a me ha fatto impressione, penso solo ai ciocchi che fanno i sassi sul casco quando vado sul kart, pensa a una molla a quella velocità... va beh non te ne frega niente lo so. ormai siamo qui da casa tua...

- le parole sussurrate nelle orecchie fanno sempre venire i brividi, e mi chiedo sempre se sia per i contenuti espressi o per il modo in cui escono fuori dal cuore passando per la bocca entrando per le orecchie ed arrivando di nuovo al cuore -

E poi ancora una volta, fuori, di nuovo a in pochi secondi un flash di dieci minuti che mi riporta dritto qui. Sudato. Di fronte al mac. Su questa scrivania. Da solo.

Sono mai uscito di casa? Ho mai fatto questa passeggiata?

Non è che può andare bene chiunque per un passeggiata - no di certo - è che volevo farla con te.

Non sono sicuro tu legga subito - no - ma sono sicuro che tu, ovunque e comunque tu sia, verrai a leggere, prima o poi.

lunedì 20 luglio 2009

Un popolo di pensatori perverso, spietato e cinico (certe notti il cane va lasciato dormire fuori)

Mi sveglio, in un bagno di sudore. A fianco a me il solito muro bianco, sporcato da uccisioni di zanzare e altri insetti, e macchiato da lenzuola acquistate al supermercato. La luce del giorno entrà già con decisione, perché se la tua giornata lavorativa comincia in trenta minuti, la giornata del sole è partita almeno un paio d'ore fa, ed è già bella carica.

Tutto comincia appena qualche ora prima, non sai nemmeno dire quante, forse solo 8, più realisticamente 6, magari 48, o forse molto di più e si parla di giorni.
Stavolta non c'è una ragazza (ma come, c'è sempre una ragazza!) o qualcun altro. Eravate solo tu e il tuo cane.
Se giri di notte lo sai. C'è sempre qualcuno che gira con il suo cane. Decine, centinaia, migliaia di persone con problemi. Insonnia, alcolismo, depressione, reumatismi, obesità, artististimo, malattie sconosciute, o semplici perversioni, o fughe dalla frustrazione della vita quotidiana. Persone che condividono questa loro "passione" (in senso Gesucristico) con il proprio animale, che si vede costretto a seguire il padrone. Fuori. Dove? Non si sa. Non è importante. Fuori a passeggiare.
Quelli che di notte girano con il cane... non è solo un gruppo su facebook. E' un popolo pericolosissimo.
E' un popolo di pensatori perverso, spietato, cinico, che analizza in maniera socioantropologica paesi, città, persone, abitazioni, strade, automobili, locali, usi e costumi. E li cataloga nel proprio cervello. E poi lascia che il cane caghi liberamente sul tuo marciapiede. Cosicché tu la possa pestare, ancora bella morbida, appena qualche ora dopo.
Ok, più che un gruppo di Facebook inizia a sembrare una canzone di Napo dei Uochi Toki.
Comunque... cari amici... saltuariamente faccio parte del club anche io. Avevate forse dei dubbi a riguardo?
Cento è diversa a una certa ora di notte. Finestre aperte, e silenzi, e infermiere che cominciano il turno in ospedale, e donne delle pulizie. Ed operai che cominciano il primo turno in fabbrica.
Cento è una bella città poco dopo l'alba, si.
Quando ancora è vuota, vuota dai suoi abitanti di merda, quando i suoi governanti di merda ancora dormono. E allora puoi sognare, stanco morto, a occhi aperti.
Sei il padrone di una città deserta.
Puoi sognare un posto felice, dove convivere con la tua moglie inglese e i tuoi 3 figli bilingui (hanno già detto tutti e 3 però che vogliono giocare nella nazionale inglese, cacchio, però non ti dispiace nemmeno troppo). Tutti caricati sulla Vauxhall Meriva. Che però hai venduto. Per una Opel Meriva. Cosa cambia? Nulla, solo la guida. Che è a sinistra, finalmente.
Poi è possibile lavorare felicemente a Ferrara, Bologna, o a cavallo di questi posti, magari girando anche un po' con la tua macchina. Con una moglie traduttrice. E felice.
E tre bambini, che invece che sognare Beckham sognano Rooney, Gerrard e Owen (eh va beh d'altronde qualcuno avrà preso dal padre). E comunque tifano Chelsea.
E poi si ascolta "A Weekend In The City" dei Bloc Party mentre si fanno le gite fuori porta. E toh, mah si, viva l'Italia, qualcosa di Battisti, magari o gli 883. Di una volta.

Poi ti svegli tutto sudato, e nel tuo letto vuoto, nessuna moglie bionda e pallida, nessun bambino con una cresta bionda e una maglia bianca. Solo, nessuno al tuo fianco. Un muro bianco sporco segnato dalle morti accidentali di zanzare. Il sole che è già sorto da un pezzo. La tua giornata lavorativa che sta per cominciare. Giusto un po' di sangue al naso che fa tanto indie rock a variare la tua monotonia.
Forse la questione è semplicemente un'altra, per fortuna che l'ho capito in tempo.
Gli alcolici non vanno bene con i medicinali, nossignore.

E soprattutto, certe notti il cane va lasciato dormire fuori.

martedì 7 luglio 2009

Cokers outside the hospital doors

31/08/201X
Sai? E' quel senso di impotenza, a rendermi, per la prima volta, nervoso. Agitato. Proprio l'unica volta che non devo e non posso fare nulla.
E' tutto così strano. E' il momento più importante della mia vita, o perlomeno, la sensazione è questa.
Proprio mio figlio, poteva esserci solo di mezzo mio figlio, perché succedesse questo.
Io (Giulio?) che me ne sono sempre fregato di tutto e di tutti, che me ne sono sbattuto passivamente di tutta la mia vita, ora sono qui, a snervarmi. Per qualcosa in cui non posso fare nulla.
Volevo essere con te in sala parto, a stringerti la mano forte. E magari a prenderti per culo... "amore, è il momento più bello della tua vita..."
"Giulio... VAI A CAGARE!"
Però volevo essere li.
No, non si può, in sala parto qui non fanno più entrare. Pazienza.
Forse, tra il caldo, la bassa pressione, la tensione, e il sangue, sarei anche svenuto. Non ti sarei stato certo di aiuto, allora.
Forse è meglio così.
Non volevi partorire in agosto. Nemmeno in settembre. Figuriamoci il 31 agosto, che è pure a metà. Volevi partore in aprile. In primavera... eh ma si sa come vanno queste cose. Mica si può programmare tutto. C'abbiamo provato, no? Ma il colpo buono è venuto solo in inverno... e aggiungi 9 mesi...
Ed eccoci qua.
C'è umido, c'è caldo, non si respira, eppure sono solo le 9 di mattina. Sarebbe un buon momento per una paglia, se fumassi. O per una birra. Nonostante il caffè, e la colazione, e il fatto che sia sveglio dalle 4.30.
Ma ti farei schifo se entrassi in sala parto con l'alito che sa di birra. Poi me lo ricorderesti per tutta la vita. "Mentre io ero li che facevo nascere nostro figlio lui era a bere... AH!" e allora niente birra. Poi alle 9 di mattina. Che figura.
Allora Coca-Cola. Con la caffeina. Per stare un po' più sveglio. Fuori dall'ospedale. A scrutare questo cielo che non promette nulla di buono.
Cokers outside the hospital doors.
Yes.
Mi viene su un ruttino. Spero di non farlo in sala parto. Quando mi faranno entrare. Per vedere mio figlio. E la sua splendida mamma.
L'umido, il caldo, il malditesta, l'ansia, il sudore, l'agitazione, la polo che mi si attacca alla pelle, il sole che picchia sulla fronte. E la mia famiglia che nasce.
Non credevo che la Coca-Cola potesse avere un sapore così buono. Non credevo che potessi essere ancora qui con te dopo tanti anni. Non credevo a tutto questo.
Ho messo la macchina dove non dovevo - mi faranno una multa.
Ora devo rientrare, mi sa che sono padre.
Grazie.

dedicato a te