giovedì 13 agosto 2009

Quelli che... l'11 settembre facevano roba per gli Alpha Alpha

L'altro giorno, su Facebook, mi sono imbattuto nel gruppo "quelli che l'11 settembre guardavano la melevisione". Diomio... un'altra generazione.
Un'altra generazione, che poi ora è quella che sta magari già facendo l'università. Persone che potrei trovarmi fianco a fianco fuori la sera, al lavoro, e in tante altre occasioni.
Allora... siamo davvero due generazioni diverse? Si? No?
E poi c'è una domanda che non ci facciamo troppo spesso. Ci chiediamo più spesso "tu dov'eri la sera del 9 luglio 2006?". Invece che chiederci "tu cosa facevi l'11 settembre 2001?"

Io l'11 settembre 2001 ero al pc. Come buona parte della mia vita, io sono al pc. E' un mezzo. Al pc (che poi col tempo è diventato un mac) ci ho giocato, studiato, lavorato, intrattenuto rapporti sociali, coltivato hobby.
Avevo 17 anni: tanti quanti ne aveva mio padre nel 68, quando inseguito dai poliziotti, lanciava sassi, e si rifugiava all'interno di scuole superiori compiacenti.
33 anni dopo, alla stessa età, io cercavo di cambiare il mondo in maniera un po' più legale e un po' più tranquilla: la musica. Al tempo, era in lavorazione il secondo album degli Alpha Alpha, "Hysteria", che sarebbe poi uscito il 26 aprile 2002.
In realtà quel giorno stavo lavorando ad un qualcosa di molto slow, quasi lounge, un beat un po' ripetitivo, accompagnato da un basso altrettanto loffio. Cercavo di adagiarci sopra un mio testo, una delle mie solite menate adolescenziali scritta un paio d'anni prima, qualcosa sulla scia di "Tutti i miei sbagli" dei Subsonica ma quasi al contrario: un partendo dai propri errori, arrivare a una sorta di ottimismo per il futuro. Un mezzo manifesto di positività.
'Na merda, insomma.

Ma è così, nessuno da il proprio meglio al di sotto dei 20 anni, e questo per fortuna è l'altra faccia della medaglia dell'invecchiare: il migliorarsi.
A volte quello che fai prima dei 20 è perfetto, nella sua imperfezione, perché rappresenta perfettamente il tuo pensiero dell'epoca e di quell'età.
Ma il meglio, lo dai sempre dopo i 20 anni. L'esperienza, vuol dire.

Insomma, sto loop girava un po' ma non mi convinceva troppo, il testo non ci si adagiava sopra troppo bene, e venne una certa ora, per cui uscii di casa. La TV era rimasta spenta, e ignaro mi avviai in bicicletta alla cabina, il ritrovo ufficiale di quella che poi sarebbe diventata appunto "La Compagnia della Cabina".
C'erano Sacchi, poco dopo arrivò Sorio.
"Oh, avete sentito? Dei terroristi hanno dirottato e fatto schiantare due aerei contro le torri gemelle, e ce n'è uno diretto verso la Casa Bianca! Dai, andiamo in casa mia a vedere la televisione..."
E poi il resto è storia, noi in salotto da Sorio a guardare la TV, senza renderci troppo conto che si trattava di un momento storico... forse ce ne siamo resi conto dal giorno dopo, dai titoli dei giornali.

Mio padre nel '68 tirava sassi, io nel 2001 facevo musica, lui non è diventato un brigatista, io non sono diventato un musicista, e nessuno dei due ha cambiato la storia.
Però ci siamo ritrovati per caso qualche sera fa, alle 21.10, mangiando entrambi in piedi, contemporaneamente, piatti diversi, che ognuno si era preparato per mangiare da solo.
Il mio mac stava suonando Lily Allen (niente Alpha Alpha quindi), io ero già in ritardo per una serata fuori (non da DJ nè tantomeno da musicista, solamente una serata fuori in borghese) e mio padre non era certo tornato tardi dal tirare sassi. Però in quel momento, tra un piatto di insalata e un wurstel spaciugato di ketchup, mentre Lily Allen cantava allegramente "Fuck You", credo si siano congiunti 33 anni di Atti.
Ed è stato un bel momento.

Ah, mio fratello A.A. non so dove fosse quella sera.

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