lunedì 19 luglio 2021

BOMBAY (ovvero il film "Yesterday" ma girato in Italia)

 ATTENZIONE: quello che state per leggere contiene inevitabilmente spoiler sul film "Yesterday" (Regno Unito 2019, regia di Danny Boyle, con Himesh Patel e Lily James).
Quindi, se ancora non l'avete visto, prima di leggere il post andate a recuperarlo (ora ad esempio lo trovate su Prime Video).

trailer di Yesterday


State per leggere la versione italiana di Yesterday: ovvero, cosa succederebbe se in Italia tutti ci dimenticassimo di CALCUTTA?


BOMBAY

(Italia, 2022)

Soggetto di Paolo Plinio Albera ( @myspiace )

Regia di Sydney Sibilia

Sceneggiatura di Enrico Atti, Joao Pez Lazzaroni e Nicholas Pettersauber


Italia, 2021. In un mondo che fatica ad uscire dalla pandemia, l'Italia fa ancora più fatica degli altri paesi. Paolo (interpretato da uno straordinario Edoardo Leo) è un giovane ma non più giovanissimo copywriter freelance, alle prese con i 600 euro, i mancati incassi, i mancati lavori, la mancata mutua, le mancate ferie, le mancate tutele: insomma, le mancanze.

Tra queste mancanze, non ultima, la musica: in gioventù ebbe un discreto successo locale con una band indie-rock (gli -Smog!), ma ora passa le sue tristi serate a cercare di scrivere il pezzo per sfondare, e finalmente, coronare il suo sogno: pagare l'affitto facendo il cantautore, proprio come Calcutta.

I pochi brani caricati sul soundcloud incontrano solo l'approvazione della sua migliore amica Sara (una irreprensibile Michela Giraud), con la quale vive un rapporto di "forse ci sta, forse no" da troppi anni. Lei gli promette che prima o poi riuscirà a organizzargli qualche data in giro: eppure, alla fin della fiera, lei non gliel'ha mai data. La data. E nemmeno quell'altra cosa.

Un bel giorno, mentre Paolo torna sconsolato dall'ennesima serata in cui ha fatto sentire i suoi pezzi a Sara, l'Italia è preda di un blackout nazionale. Proprio in quel momento un tram manca la frenata di emergenza e si stampa sul bel faccione di Paolo, che passa 24 ore in coma farmacologico prima di risvegliarsi senza alcun danno permanente.

Alle sue dimissioni dall'ospedale, i medici consigliano molto riposo e un po' di Paracetamolo, in caso si riacutizzino dolori o sintomi influenzali.

"Mi hanno dato una Tachipirina 500, ma se ne prendo due, diventano 1000!" scherza a casa di Sara.
"Si vabbè Paolo, ho capito che hai picchiato la testa, ma non è che questo può sdoganare tutte le tue battute di merda."
"Ma come Sara, dai, è Paracetamolo, la canzone di Calcutta."
"Chi?"
"Dai!"
E così imbraccia la chitarra (quella classica, lo scassone con cui imparò a suonare vent'anni prima, che la chitarra buona è finita sotto le ruote del tram e nessuno c'ha i soldi per regalargliene una nuova) e suona Paracetamolo.

Sara lo guarda strabiliata.
"Paolo! Sai che... fa cagare, ma funziona? Sempre un po' una roba di Rino Gaetano in hangover. Quando l'hai scritta?"

Paolo intuisce che qualcosa non funziona, e così scopre la verità: nel blackout in cui si è scontrato con il tram, l'Italia ha incredibilmente dimenticato Calcutta.
E non solo lui: Gazzelle, Galeffi, i Viito, Fulminacci... tutti scomparsi. Coez fa rap, Carl Brave e Franco 126 fanno trap, i Thegiornalisti non si sono mai sciolti ma dopo l'insuccesso di "Completamente Soli" ora faticano a riempire i locali.
Anche Sanremo, è radicalmente diverso: l'ultima edizione ha visto sul palco dell'Ariston gente tipo Biagio Antonacci, Iva Zanicchi, la reunion dei Pooh, Valeria Rossi e Marco Carta.
Dell'it pop, nessuna traccia. L'indie italiano è ancora intaccato, uno sparuto raduno sotterraneo di rockers alternativi, sfigati, e radical chic di bassa lega, che vagano per locali e circoli Arci tra Milano, Roma e Bologna.

E qui, Paolo, ha l'illuminazione: usare i pezzi di Calcutta per diventare famoso, come lo diventò lui.

Così registra i primi demo, li carica su Soundcloud, mette qualche video su Vimeo, e spero che il pubblico si accorga di lui.
Purtroppo, non succede niente, fino a che un giorno gli scrive su Instagram un certo Mattia Bolognesi (interprato da un molto convicente Guglielmo Scilla) , produttore della Goikoetxea Dischi. "Mi piacciono i tuoi demo, voglio farti fare un EP! Però Paolo è un nome un po' di merda... non hai un nome d'arte?"
"Boh..."
"Boh?"
"Boh... Bombay!"
"Bello! Che mi cita anche gli Afterhours, favoloso!"

E così Paolo, aka Bombay, parte alla volta di Bologna, e registra le prime canzoni.

"Cosa mi manchi a fare", "Paracetamolo" e "Frosinone", ma anche "Oroscopo", stavolta però con il featuring imposto con Lo Stato Sociale, e "Hubner" che diventa "Chiesa" (con riferimento al Campione d'Europa, Federico).
"
Io certe volte dovrei fare come Fede Chiesa
e non lasciarti a casa mai senza far la spesa"

Paolo, riluttante, deve accettare queste imposizioni: l'Italia che trova ora è diversa da quella che trovò Calcutta a metà degli anni '10.

A quel punto però, il successo è travolgente: il boom di clic su Spotify, le ospitate a Radio Deejay, i concerti, la chiamata come ospite a Quelli che il Calcio, e finalmente il sogno che si avvera: la ricchezza? Assolutamente no, ma la possibilità di pagare l'affitto con la musica si concretizza.

Il rapporto con Sara però si incrina, la ragazza finalmente gliela dà in preda all'alcol ma la mattina dopo se ne pente, dicendo di aver rovinato tutto, che forse è meglio se la finiscono lì, eccetera eccetera.
Paolo è dispiaciuto, ma alla fine poi ha scoperto che con la musica di successo si guzza in giro anche da altre parti, e per recuperare l'amicizia con Sara ci sarà poi tempo.

Anche perché nel mentre è arrivata la chiamata di Claudio Cecchetto (interpretato da Cecchetto stesso), che vuole fare di lui il nuovo Gianni Morandi: Paolo non può fare altro che accettare, anche se all'orizzonte si pone un problema: cosa fare quando i pezzi di Calcutta finiranno?

Inoltre, un losco stalker continua a perseguitarlo su Instagram, aprendo ogni volta account diversi: e un giorno se lo trova davanti, sotto ai portici di Via Indipendenza.
"Ammerda! Te cercavo, merda! Sono l'autista del tram... cazzo se lo sapevo acceleravo! Porcatroia, c'eravamo liberati delle canzoni di sto stronzo, beh arrivi te, e ce le ricanti? Mavvaffanculo!"
Il soggetto è l'unico, che oltre a Paolo, ricorda dell'esistenza del vero Calcutta. Per fortuna viene fermato dai passanti, e arrestato dai Carabinieri, ricevendo un TSO. Nessuno ovviamente crede alle sue parole, viene preso per matto, e così la carriera di Paolo così è salva.
Eppure, preso dal rimorso, Paolo decide di cercare il vero Calcutta, Edoardo D'Erme: l'autista del tram, prima di essere ammanettato, gli ha confidato che si trova lì a Bologna.

Così, dopo giorni e notti di ricerche, finalmente lo trova: Calcutta è sotto i portici di piazza Verdi, con un bellissimo cagnolone e una Heineken da 66 cl.
"Ce l'hai un euro? Che devo prendere il biglietto del treno e sono senza..."
"Ti do 20 euro, così ti prendi un biglietto intero. Ma prima dimmi, Edoardo, ti ricordi di quando hai scritto Paracetamolo? Pesto? Frosinone?"
"Come fai a sapere come mi chiamo? Senti... io non so di che cazzo stai parlando, se vuoi darmi dei soldi bene sennò fa la stesso. Se sei della DIGOS non c'ho niente, te lo digos fin da subito."

Paolo resta amareggiato e contrariato, così lascia i 20 euro a Calcutta e se ne torna a casa.
Che fare? Ormai la pressione dei media è alta, viene fermato per fare selfie e instagram stories, i giovanissimi cantano le sue canzoni su Tik Tok, e Paolo ormai non riesce più a dormire, sentendosi un impostore.
Decide così di rivelare tutto, in diretta su RTL 102.5 radiotelevisione, nella serata finale del tour all'Arena di Verona.
Terminata la versione orchestrale di "Gaetano", con alla tastiera Giovanni Allevi, Paolo si avvicina al microfono, tremante.
"Ragazzi, è tanto che ho pensato a questo momento. Io, ora, devo dirvi la verità. Queste canzoni... non le ho scritte io. Le ha scritte..."
E si blocca. E ripensa alle rate della macchina, alle birre Splugen, ai soldi chiesti in prestito ai genitori, ai sacchi a pelo in aeroporto, ai Flixbus, alla lavastoviglie rotta, e a tutta la sua vita che fu prima del blackout e dell'incidente.
"...queste canzoni le ha scritte DIO!"

Paolo decide quindi di continuare la carriera sfruttando i pezzi di Coez, Tommaso Paradiso, e tanti altri artisti it pop che l'Italia non ha avuto modo di conoscere.

E così arrivano il terzo posto a Sanremo (con vittoria nelle classifiche di streaming), l'udienza dal Papa, il concertone a San Siro, la candidatura agli Oscar come miglior colonna Sonora per "La vita davanti a ", e la festa all'Arena Parco Nord per festeggiare la vittoria della Coppa Italia del Bologna del 2022.

E Sara?
Ma sì, alla fine, finché dura, trova il modo anche di portare avanti una scopamicizia, che alla fine due botte gliele avrebbe sempre voluto dare.
Titoli di coda.



EDIT: Mi ha scritto BOMBAY, quello vero (sì ne esiste uno vero, del quale avevo un vago ricordo, anche se poi evidentemente ne avevo rimosso la percezione), che ha quasi creduto che fosse uscito un film su di lui senza il suo consenso. Poi si è rinsavito, si è fatto una risata e mi ha scritto.
Diamo a Bombay quel che è di Bombay: qui trovate il suo Bandcamp https://bombaymusicstore.bandcamp.com/

....forse siamo davvero in una realtà parallela in cui avete tutti rimosso Bombay, o solo io?

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