giovedì 2 aprile 2020

Cosa resterà di questo coronavirus



Nuovi panorami.

Cosa succederà, dopo il coronavirus? 
Ce lo stiamo chiedendo tutti, e dopo settimane di letture ed aver chiesto pareri autorevoli e non, ora ho una risposta.
Della quale non sono sicuro, chiaramente: nessuno può avere certezze, ora. Ma posso raccontarvi uno scenario verosimile.


I PROSSIMI 30 GIORNI
Rinvio dopo rinvio, la scadenza che attualmente è fissata al 13 aprile, arriverà al 4 maggio. Ma ve lo immaginate un 25 aprile al Pratello, ora come ora? Un Primo Maggio a Roma? Arriveremo a lunedì 4 maggio, almeno.
Nel mentre, calerà il numero di contagi giornalieri, si svuoteranno le terapie intensive e gli ospedali, e il coronavirus si circoscriverà a pochi casi giornalieri legati a singole aree, che probabilmente resteranno zona rossa più a lungo.
Attenzione, però: il coronavirus non sparirà. Né in Italia, né tantomeno all’estero, dove anzi in alcuni paesi sarà in fase di espansione.
Quindi lockdown fino al 4 maggio?
Più o meno sì, ma qualche timida riapertura ci sarà: utile al tessuto della PMI, e utile al nostro morale. Le ultime cose che ci hanno tolto, saranno le prime a tornare. Il jogging, le passeggiate, forse qualche piccolo parco (ma stavolta magari sarà vietata la sosta). E poi piccoli artigiani, parrucchieri e barbieri, anche piccoli negozi nei quali entrare uno alla volta, e sempre rispettando il metro di distanza.
Forse anche qualche attività di ristorazione, da asporto.
Difficile, ma magari anche qualche bar, sempre con l'obbligo di chiusura per le ore 18:00, e con i tavoli distanziati e igienizzati.


DAL 4 MAGGIO (o altra data successiva)
E poi, tutto come prima?
NO.
Ecco, mettiamoci subito in testa che non sarà tutto prima. Almeno per qualche anno.
Sì, è brutto da dire ma sarà così.

Cosa cambierà?
Potremmo dividere in due fasi, in linea di massima: l'estate-autunno 2020, e i prossimi anni. Ma si assomiglieranno molto, quindi le narrerò nella stessa suggestione che mi appresto a pennellare, come se fossi un pittore scadente che adesso dipinge un casino nella speranza che qualcuno prima o poi torni a comprare le sue croste, pur a prezzo ribassato e inflazionato.

Ecco, vi ricordate gli eventi dal vivo?
Scordateveli, almeno fino alla fine di settembre. E forse anche dopo.
Scordatevi le estati folli in riviera romagnola in mezzo a migliaia di sconosciuti, sudati e sputazzanti, a limonare cassonetti di dubbia provenienza.
(Chiaro: potrete ancora limonare bidoni a caso, ma l’approccio ricorderà più un dialogo preso da una vignetta di ZeroCalcare e sceneggiato da Charlie Brooker, quello di Black Mirror).
Ci toccherà abituarci allo sport a porte chiuse, da guardare in TV o in streaming via internet. O con i cinema con i seggiolini a un metro l’uno dall’altro. Per i concerti aspetteremo ancora parecchio. Torneranno di moda i concerti nei teatri, limitati a poche centinaia di persone. Cesare Cremonini farà un tour accompagnato da una piccola orchestra con biglietti a 68 euro a persona. E così via tanti altri.
I grandi eventi (concerti e festival in primis) saranno sempre eventi a rischio: a rischio contagio, a rischio cancellazione. In tanti non se la sentiranno più di investire in situazioni del genere.
In generale... avete presente quanto ci hanno rotto il cazzo le limitazioni nei luoghi pubblici legate al terrorismo? Dovete immaginarvele al cubo.
Il Coronavirus riuscirà dove l'Isis ha fallito.

E ci vorrà ancora parecchio prima di viaggiare serenamente all’estero. Ci saranno tanti controlli. Gli aerei saranno più costosi. O forse semplicemente costeranno uguale, ma voi avrete meno soldi.
E vi fiderete dei paesi all'estero?

La fiducia: molte persone sceglieranno sempre di più di restare in casa. Svilupperanno una sorta di ipocondria, di rifiuto verso tutte le situazioni di possibile contagio. Cioè tutte le situazioni di socialità.
Qualcuno diventerà una sorta di hikikomori, in un certo senso.

E preparatevi. Ai lockdown. Torneranno, ciclici, come fossero scosse di assestamento. In Italia, o all’estero, o in tutta Europa nello stesso momento. Potranno riguardare una città, una regione, intere nazioni o l'intera Europa geografica, appunto.
Potrebbero durare 14, 21, 28 giorni, o di nuovo mesi.

Fino a quando? Fino a quando forse non ci sarà un vaccino (ancora un anno? Due anni?) o fino a quando non avremo cure efficaci, per trasformare il coronavirus in una malattia meno letale e curabile in tempi più brevi, senza rendere necessario il ricovero. O forse quando avremo test per rilevare la positività prima di poter andare in giro ad infettare tutti gli altri… questo non lo so, ma quel che è all’orizzonte, è che per almeno un paio d’anni non avremo molti mezzi per fronteggiare tutto questo.

A livello lavorativo, avremo tutti (o quasi tutti) meno soldi in tasca. Salteranno un sacco di aziende, un sacco di posti chiuderanno. Cambierà il nostro modo di vivere e bisognerà reinventarsi in maniera diversa.
Dovremo cambiare lavoro, o inventarcelo.
Come? E’ ancora difficile. Di certo sarà sempre più importante la presenza online, con tutto quel che ne consegue. E non lo dico solo perché lavoro per JustoMezzo, per quanto, chiaramente, all’epoca decisi di aprire una realtà che voleva stare al passo con i tempi e riuscire sempre a dare una risposta adeguata. Ce la faremo? Io credo di sì. Ma sarà durissima anche per noi. E lo è già.

Comunque, si viaggerà meno anche per lavoro. Meno incontri, meeting, fiere. Molte più videoconferenze e videochiamate. Si starà a distanza, e si stringerà la mano con diffidenza.
In generale, ci toccherà stare molto più tempo sul computer con corsi online, lezioni online. E se non abbiamo dimestichezza è ora di imparare, sennò sarà facile restare a casa disoccupati. E non ci saranno più soldi per redditi di cittadinanza a cazzo di cane, temo.

Avremo alcuni aspetti fortemente negativi.
La disoccupazione salirà a dismisura. E se non ci diamo una mossa a migliorare il nostro CV e competenze non troveremo mai più alcun tipo di lavoro.
Ci sarà tanta depressione. Suicidi. Tensioni sociali.
Vedremo spesso in giro guanti e mascherine. Saremo un po’ come i giapponesi.
Il razzismo nord-sud probabilmente crescerà.
Non saremo più uniti, anzi.
Questi aspetti negativi li vedo un po' come fasi a termine, probabilmente nel giro di 4-5 anni si assesterà tutto e anche queste cose si attenueranno.



COSA FARE, QUINDI, NEL FUTURO?

E quindi?
E quindi bisogna prepararsi.
A stare in casa. Sistemate la vostra casa, comprate un divano comodo, una scrivania più grande, e rendetela un posto accogliente e funzionale. Trasformatela in un bunker, o pensate a soluzioni che possano renderla all'occorrenza un luogo adatto al telelavoro e ad una vita di quarantena per voi e per i vostri figli, nonni, animali, ecc.
Se avete la casa piccola, convertite la cantina e la tavernetta, magari comprando una stufetta. Oppure chiudete il balcone.
Acquistate subito un condizionatore, un pinguino De Longhi, quel che potete, se non ce l’avete: il lockdown potrebbe avvenire anche d’estate con 40 gradi. E ovviamente, la fibra ottica, se nella vostra città c'è. Schede SIM piene di gigabyte in 4G. E tutti i mezzi tecnologici che potrebbero rendersi necessari. Cuffiette, microfoni, webcam, scanner,s stampanti…
Allestite una zona con uno bello sfondo per videochiamate. Ne avrete bisogno.
Chiedete e pretendete il telelavoro, attivabile all'occorrenza, ma già pronto a portata di click.
E a prescindere... dematerializzare tutto e metterlo in cloud. Documenti di ogni tipo, foto, ecc... tutto su piattaforme sicuro. Ci sarà da pagare qualcosa, qualche euro al mese. Ma ne vale la pena.
E chi ha un cortile... beato lui! Lo allestisca al meglio, varrà oro nei tempi buoi. Chi è appassionato di giardinaggio/orto, tenga sempre pronto tutto il necessario.
Gli appassionati di running e ciclismo, valutino l'investimento di un tapis roulant / cyclette / rulli per bicicletta. 

Ricordate: l'Italia (in particolare l'Emilia) è territorio soggetti ad alluvioni, frane, terremoti. Molti degli accorgimenti qui sopra vi saranno utili anche nel caso, purtroppo non impossibile, si verifichino queste disgrazie.

E in linea di massima... non puntate troppo sul futuro prossimo: life is now, direbbe Totti. La vostra vacanza programmata da 18 mesi potrebbe essere cancellata un minuto prima.
Meglio poche cose, un po’ per volta.
Grandi eventi non saranno possibili a lungo tempo.
Dovremo stare sempre attenti a lavarci le mani, a metterci le mascherine, e dovremo evitare di stringere mani di sconosciuti a costo di fare brutta figura. Pulire bene dopo che ospitiamo persone in casa.
Fare molta attenzione con genitori e parenti anziani. E con bambini. E tenere conto che i virus sono mutevoli.
E quindi tutto potrà cambiare in 10-15 giorni.

E’ uno scenario negativo, distopico, apocalittico? Forse sì, forse è solo uno scenario verosimile.
Non è così terribile, cercate di vedere le cose positive.
Potremo comunque andare in giro a rimorchiare*, uscire con amici e parenti, goderci ristoranti, fare viaggi e vacanze e tornare a fare la maggior parte delle cose che facevamo prima.
Può anche essere l'occasione per cambiare lavoro, casa, città, vita e resettare alcune cose che non ci piacciono, e ricrearne di nuove. 

La razza umana è in grado di adattarsi: e lo faremo.

Non siate affamati e non siate folli: siate coscienziosi. E previdenti.



* a meno di essere sposati o fidanzati o accompagnati, chiaro. 

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