domenica 29 gennaio 2012

Annulla - Riprova - Ignora - Tralascia - Perdi - Lascia - Ritrova

Non si pianifica un viaggio se non si è abbastanza sani per farlo.

Non si cerca lavoro se non si è abbastanza sani per farlo. Non si fa un cazzo se non si è abbastanza sani per farlo, se è per questo, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare, finché non c'è qualcun altro a pensarci. E finché va così, non ci sarà mai un altro a pensarci. Mai.

Kate Nash. La polvere sulle cuffie che non funzionano più bene, e forse anche 5 anni fa non funzionavano più di tanto bene ma non ci facevo caso perché le attaccavo allo stereo invece che direttamente al macbook. E poco altro.

Discorsi di italiani che più che altro mi annoiano, persone in un supermercato che mi rendono comunista ancor prima di arrivare alla cassa. Incontri spiacevoli e/o sconvenienti in pochissimi scaffali. Non sono più fatto per tante cose, e il fatto di essere in un posto non implica più il fatto che tu l'abbia scelto.

Magari l'hai scelto prima, ma non ora.

Ma chi è causa del suo mal pianga sè stesso. E chi non è causa del suo male pianga e basta. Al limite, si ascolti Kate Nash.

Era ora che raccontassi qualcosa di più divertente... si, sarebbe ora che lo facessi. Davvero, però.



16 novembre 2010 - Prima di scrivere

"Quello che lasci, perdi." (I Serpenti - Se lascio perdo)

Il Millennium Bridge l'hanno inaugurato in ritardo rispetto al 1 gennaio 2000, ma nonostante questo resta una splendida passerella tra il TATE Modern e la cattedrale di St. Paul. O giù di li. 

A sinistra mezza Londra, e a destra l'altra mezza, con lo skyline della city. Sotto di te il Tamigi. Sopra di te un cielo già buio alle 5 di pomeriggio, ma stranamente roseo. Rosa. Chissà che cazzo avrà da stare rosa. 
Le luci, sono sempre le luci, le luci, quelle che prendono e rapiscono. Che comunque le Luci della Centrale Elettrica una canzone sui camerieri l'aveva già fatta... si chiamava "Fare i camerieri". Parlava di fare i camerieri in giro per il mondo, si, ma non a Londra.

Ma non è che sia diverso.

I turisti a Londra sono una razza strana. Di giorno attaccano senza pietà ogni forma di elemento turistico. E alla sera sono stanchi. Si rinchiudono nei loro alberghi. Cenano, si lavano, e poi scopano. Poi forse si lavano di nuovo. 

Se sono giovani, invece, si rifugiano negli ostelli. A volte cenano, a volte si lavano, a volte vanno fuori a ballare, e a volte scopano. E se non trombi tu, scopa quello sopra di te nel letto a castello. In ogni modo, che sia tu a scopare o meno, non dormi tanto bene. 
Ma in ogni modo, gli elementi turistici di massa alla sera non se li caga nessuno. Specialmente se è freddo. Il Big Ben, e tutti i suoi parenti, restano li. Chiusi. Soli. Solitari, anche. 
Come se fossero un qualunque campanile di Renazzo, una qualunque chiesa di Penzale, o un qualunque Palazzo del Governatore di Cento, o statua del Guercino. Certo, passata la notte torneranno ad avere la loro gloria quotidiana. 
Ma li - in quel momento notturno - chi se li caga? 
Sono inerti ed inermi, come ognuno di noi nel sonno, come anche il premier Silvio Berlusconi, che quando dorme, è solamente uno che dorme. 
Dormirà quelle 3-4 ore per notte, no? Ecco. Il quelle 3-4 ore è un vecchio che dorme. Che se la russa. Che se La Russa fosse li, forse in fondo sarebbe concorde con me. 
Magari fa anche dei sogni, dei sogni banali, e infantili, perchè sono sogni, e quelli non li puoi controllare.

Qui sembra che Londra faccia cagare a tutti. Qui non c'è nessuno di normale. 

"Perchè sei nuovo" mi dicono "vedrai che cambi idea. Adesso ti piace perché è nuova." 
...se devo iniziare a cambiare idea, mi chiedo quando inizierò a cambiarla. Son qui da quasi tre mesi è da quasi tre mesi che me lo dicono. Ed è quasi tre mesi che non cambio idea. 
Certo non nego il fatto che io stesso condivida buona parte dei motivi per cui non dovrebbe piacermi ma... mi piace. L'amore è irrazionale, forse. Boh. Non è certo un problema da aggiungere alla lista di cose da risolvere che già ho.

Più vado avanti più le cose si complicano. E più vado avanti, meno ho idea di come andranno avanti le cose a breve termine. Facciamo progressi, eh? Alla faccia dell'età, la maturità, il futuro. 

La verità è anche che più vado avanti più faccio fatica a spiegare le cose. Alla fine credo e spero saranno talmente evidenti e ovvie che non dovrò più spiegare niente a nessuno.

E spero anche che le persone che rimarranno sapranno capire senza bisogno di chiedere. Riceveranno e basta.

Ripasso davanti a tutti questi posti - già visti in momenti diversi tra il 2000, il 2001 e il 2009 - e mi soffermo su quando li vidi l'anno scorso. Quasi 18 mesi fa. Un anno e mezzo. 

Ho ripensato intensamente a questi 18 mesi e mi sono reso conto che se potessi prendere la De Lorean, e dispondendo di plutonio potessi raggiungere le 88 miglia orari e tornare indietro nel tempo e raccontarmeli tutti, sarei davvero sorpreso.

Ma mi verrebbe una gran voglia di viverli tutti.

Quindi, per estrapolazione, mi aspetto lo stesso dai prossimi 18 mesi. Per non parlare dei prossimi 36... nei prossimi 3 anni non ho la minima idea di cosa possa accadermi. 

Ma non che di fatto abbia molte certezze in più anche solo nei prossimi 3 mesi. This is London. This is me. Cosa vuoi farci, mi dovrò adeguare. 
Più viene freddo, più viene buio, più viene il cielo grigio, più la pioggia, più la nebbia e più l'umidità, più tutto questo mi piace. Non so perché, ma per fortuna è meglio così.

Ci sono giusto due o tre cose da sistemare. E in fondo non sono poche.

Si questo è uno di quegli interventi un po' banalotti e in fondo provincialissimi (nonostante sia scritto in una metropoli, ma forse il fatto è che sono provinciale io) che dice "oh quant'è figo stare a londra" il cui sottotitolo sottinteso è "si si ci rivediamo alla cassa del bennet tra qualche anno".

Ed è proprio così amici. Ci rivedremo alla cassa del Bennet.

Ma ancora non sapete come. (Nemmeno io ok, però un'idea, o se non altro una speranza, da qualche parte la conservo. Anche se non mi ricordo dove).

 

In fondo, non c'è nulla di nuovo. E' come se avessi già previsto tutto. Tutta la prima metà. Aspettiamo la seconda.



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