venerdì 13 agosto 2010

Tutte le volte che io mi chiamo Mertesacker (puntata#4: L'Epersone)


(riassunto delle puntate precedenti: sto scrivendo cose a cazzo senza un benchè minimo nesso tra loro, eppure da bravo comunicatore arrampicatore sugli specchi ce lo sto trovando. Estate-ascolto Matthew Bellamy e i Muse-bevo il succo di frutta aperto-vado alle sagre e prenoto a nome Mertesacker-anche se non era poi vero-uso l'antizanzare-e mi sparo i miei viaggi. Insomma la solita estate del cazzo, ma questo non giustificherebbe una serie di note su facebook numerate. A meno che...)

Oh, veh. Si scrive così veh? Beh, veh, the. Boh?

Hanno cambiato le note. Ora somigliano più a un blog. Immaginavo succedesse prima o poi, la parte "scritta" era l'ultima cosa che mancava a facebook per avvicinarlo a un blog.

Ci avete fatto caso? Fino a un paio di anni fa avevamo tutti i blog, ora abbiamo tutti facebook. Riportando i blog ai veri blogger. Che di fatto hanno meno "audience".

Tipo, io che non sono un blogger ma il blog ce l'ho, il mio non se lo caga più nessuno. Ma è normale: da me veniva la gente perché mi conosceva, a parte qualche raro caso...

So come si tiene un blog di successo: e sono convinto potrei tenerlo anche io. Ma non sto a fare il culo giornalmente o quasi per una cosa che non mi porta soldi... si, so anche come potrei guadagnarci. Ma ora non mi va. Sono incostante in tutte le mie cose, compresa questa.

Per almeno un altro po' di mesi non sarò ne blogger, ne scrittore.

Hanno cambiato le note, ora sarà più semplice anche per chi non ha nemmeno un minimo di base di html o simili riuscire a mettere un grassetto. E poi ora che vedo, si leggono anche più in grande.

Ma non è un buon motivo per scrivere, se non si ha niente da dire.

Su oltre 3mila chilometri, puoi concederti qualche chilometro di crisi? Anche se questi possono essere decisivi? Anche se possono farti perdere dei minuti?

Si? O no?

La risposta corretta é: anche se non puoi concederteli, devi imparare a poterteli concedere lo stesso. Quando un fiume è troppo grosso, da qualche parte si rompe l'argine e lo si fa esondare nelle campagne. Nelle campagne, non nel centro delle città.

Impara a crearti delle campagne pronte da esondare. Diventeranno delle risaie. Non farà ridere, eppure la qualcuno avrà tanto riso.

(Beh a me non mi fa ridere, però me la rimiro: è una battuta costruita bene, che nasce oltretutto da una riflessione seria. E' come fare un bel gol al campetto. Non se lo caga nessuno, ma lo puoi raccontare lo stesso agli amici.)

Non avevo mai pensato che mente e corpo potessero realmente viaggiare a velocità diverse... e non parlo di quando tipo uno fisicamente a pezzi ma ha il cervello che va a manetta.

No proprio... due velocità diverse, che non capisci nemmeno qual'è dei due che va più veloce dell'altro.

Non so neanche bene di cosa sto parlando.

Che poi non credo a niente di soprannaturale, credo che tu abbia una sua logica e segua regole "scientifiche": semplicemente, a volte queste logiche e queste regole non le conosciamo, o non siamo ancora in grado di comprenderle.

Però sono sempre più convinto di quanto l'uomo sia un animale sociale, che lo voglia o meno, e di quanto l'allontanarsi dalla società stessa possa portare ad un distacco della persona su più piani... che, in un circolo vizioso, sfociano tutti con la definitiva "esclusione" dalla società.

Insomma, niente di diverso da quello che diceva l'odiato Zygmunt Bauman.

Poi mi ricordai di una cosa: delle persone.

Sono le persone che fanno un posto brutto o bello. Le città, da sole, non sono nulla: sono le persone. Sono le persone che rendono belle le piazze, i locali, le case, i negozi. Le persone che scelgono la musica nelle discoteche. Le persone che girano per strada. Le persone che creano modi, abitudini, usi e costumi.

Sono le persone.

San Valentino, senza le persone, è solo un giorno del calendario. Un matrimonio, senza le persone, è soltanto una messa. Un compleanno, senza le persone, è solo una serata in discoteca. Beh cazzo, se organizzi un compleanno in discoteca, è solo una serata in discoteca anche con le persone. Ma comunque, sono le persone ad organizzare i compleanni in discoteca.

Le persone.

Tutto ciò che amiamo od odiamo, in ogni modo, è legato a delle persone. Perchè senza persone neanche esisteremmo. Perchè anche se esistessimo, mancherebbe un punto di vista esterno a noi che certificasse la nostra esistenza.

Abbiamo tutti bisogno degli altri. Per forza. Anche queste note, senza persone che leggono, sarebbe solo cazzate senza senso.

Invece, ora... sono ancora delle cazzate senza senso. Ma almeno ci siete voi a certificarlo.

(...continua ancora per un pochino...)


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