mercoledì 16 settembre 2009

Caro Baricco

Cento (o Lido di Spina?), 15 agosto 2009 (o 22 agosto?)

Caro Baricco,
ho visto il mare. Il mare, il mare, il mare. Il mare mio e il mare tuo, il mare di cinquemila cose e persone diverse, ma in questo momento, soprattutto, il mare tuo. Il mare di Baricco.

No a dire la verità, in questo momento, alle ore 04:00, con le scarpe pienissime di sabbia, la maglia sporca di alcolici sconosciuti, probabilmente anche sporco e sudato, ma nel pieno delle mie facoltà psichiche, il mare è soprattutto il mio.
Penso a quando quasi un anno prima ero poche centinaia di metri più in la, altrettanto disfatto, con quasi le stesse persone, sdraiato su un lettino, quasi addormentandomi, ascoltando a occhi chiusi gli altri che cercavano di fotografare quel riflesso biancastro che solo la luna sa fare sul mare.
Nemmeno Orsi ci riuscì, forse era solo una questione di otturatori ISO flash e altre robe che solo sapendo usare una reflex si riescono a mettere a posto, mentre con le normali compatte dovevi accontentarti di foto o troppo scure o troppo flashate.
Come se una macchinetta non potesse racchiudere tutto il mare.
Si si, questo sarebbe proprio baricchianesimo.
Tu e il tuo mare. Tu, così pieno di te e delle tue parole, e così pieno del tuo mare, che tutto può, perché il mare è così grande e immenso da assorbire tutto e tutti, da minacciarti e tranquillizzarti, da inghiottirti e sputarti, e così via.
Io sto seduto davanti nel pieno del disagio e più che a te e al tuo cazzo di mare, a "quella merda che chiami mare-cesena cesena vaffanculo", penso più a me che pedalo su una bici e mi rialzo per l'ennesima volta sui pedali. E penso al fatto che sono un po' stanco di rilanciare continuamente la fuga, o andare a prendere qualcuno, per non vincere mai niente.
Vincere cosa poi? Vincere dove?
Un po' ti odio caro Baricco, e so anche che pure tu prima o poi verrai a leggere queste parole, perché se Facebook è limitato agli amici, il Windows Live Spaces no. Ti odio perché sei così pieno di te, e perché parli così tanto di sto mare, che a me poi il mare in se e per se non mi piace nemmeno troppo, visto che so nuotare ma non so galleggiare (lo so non sono uno normale) e non mi piace fare il bagno perché di solito ho freddo a stare in acqua. E poi ai lidi abbiamo una bella merda, diciamocelo.
Un po' ti odio caro Baricco, ma se non altro ti temo, e se temo che tu possa influenzare il tuo modo di scrivere, vuol che se non altro un po' mi attrae. Un po' potrei anche dire che mi piace. Non vorrei finire a menarla a tutti con ste storie del mare e così via, intendiamoci, forse è per questo che guardo con ostilità due tuoi libri sul comodino.
Dovrò anche restituirli entrambi, prima o poi.

E allora odio te Baricco, e questo cazzo di mare, e tutti gli altri intorno, e anche quell'impasticcato che balla da solo davanti alla spiaggia, perché per andare a levarmi su per i cacchi miei mi tocca di fare 10 metri in più, barcollando per la sabbia, e per chiedermi e rispondermi che dovrò ancora rialzarmi sui pedali, per adagiarmi su un letto, e che sarà durissima prima di potermi godere una decina di meritate di ore di sonno.
Ancora una decina di giorni. Ancora migliaia di chilometri.
Ah, certo, non so se reggerò, anzi lo so: a costo di reggere mi disferò ancor di più, ma tanto ho 25 anni e se non sono in grado di farlo ora, se non sono in grado di disfarmi ora, non sarò in grado più di farlo, e non mi disferò più.

Caro Baricco, vienimi a cercare. Su quella spiaggia. Credo potremmo avere molte cose da dirci.

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