martedì 20 aprile 2010

Ho 26 anni

Ho 26 anni, e volevo sbronzarmi, ma dopo la prima birra avevo già acidità di stomaco.

Ho 26 anni, son più vicino ai 30 che ai 20, e in realtà lo era già dai 25, solo che non se ne accorgeva nessuno.

Ho 26 anni, ma a me poi cosa cazzo me ne frega dei marchi. E di Wanna Marchi.

Ho 26 anni, cosa faccio per dare un senso alla mia vita?

Ho 26 anni, uè, non sono mica vecchio!

Ho 26 anni e Massimo Coppola no.

Ho 26 anni e dovrei essere una persona seria, anzi forse lo sono già, solo che non ho voglia di pensarci troppo.

Ho 26 anni e dimmi che non finirà in un mattino di nuvole.

I'm 26 years old e vaffanculo che poi in inglese mica è la stessa cosa.

Ho 26 anni e sono vittima di questa società.

Ho 26 anni e sono uno sfigato come tutti gli altri (ma in una maniera che mi rende unico) (unico come tutti gli altri).

Ho 26 anni e zlastavap ll'ndinian ddeys.

Ho 26 anni e devo cambiare la lampada dell'anabbagliante sinistro.

Ho 26 anni, esattamente gli stessi anni che aveva mio padre alla mia età.

Ho 26 anni, esattamente gli stessi anni che aveva mio padre quando si è sposato. Alla mia età.

Ho 26 anni, e qualcuno nemmeno ci è mai arrivato.

Ho 26 anni, il sole è grande e i fiori sono gialli. E la penna è sul tavolo.

Ho 26 anni e Amsterdam dei Coldplay.

Ho 26 anni e non sono mai stato ad Amsterdam.

Ho 26 anni e "quelli che quando trovano una macchina lenta urlano DAI CAZZO! come il padre di Gianluca ne I soliti idioti".

Ho 26 anni e DAI CAZZO!

Ho 26 anni e se voglio mi comporto come se ne avessi 14 perchè di si.

Ho 26 anni e constato con dispiacere che a volte non è per nulla una questione di età.

Ho 26 anni e vorrei averne meno.

Ho 26 anni già da qualche giorno.

Ho 26 anni e ancora me ne dimentico.

Ho 26 anni, e nonostante tutto credo ancora al CCNL del Commercio.

Ho 26 anni e ho perso fiducia nel futuro, nella politica, nel sesso opposto, nello stesso sesso, nel sesso, nei sentimenti, nell'Italia, negli italiani, negli USA, nella famiglia, nel lavoro, negli Arctic Monkeys, negli Editors, nei Bloc Party, e nel CCNL del Commercio.

Ho 24 ore e negli ultimi 26 anni... no aspetta.

Ho 26 anni e nelle ultime 24 ore non ho mangiato frutta. E un bel chi se ne frega, no?

Ho 26 anni, e voi potreste tutti donare gli organi, il sangue, e il midollo osseo, invece che perdere tempo con le cose che scrivo.

Ho 26 anni, e devo migliorare ancora un bel po', e credo di poter iniziare chiudendo questo post, andando a letto, e preparandomi per un'altra giornata. Come farebbe, semplicemente, ogni persona di 26 anni.

Anche di 27.

mercoledì 24 marzo 2010

Conoscere gente sul treno?

e alla fine aprile è anche un bel mese.
quelle pioggie, quel sole, quelle mattine strane, quei pomeriggi lunghi.
Meno bello è il vetro, sul quale sbatti la testa da almeno un paio di chilometri, senza riuscire ad appogiarti perfettamente, e dormire.
Saranno un paio di chilometri, a giudicare dalla velocità del Freccia Rossa.
E poi anche fossero meno chissenefrega, pensare ai chilometri passati zuccando la testa contro un vetro del Freccia Rossa, è proprio uno stupido hobby per chi non riesce a prendere sonno alle 6 di pomeriggio.

Che poi non capisci perchè non sei rimasto ancora, perchè sei partito venerdì invece che sabato, e perchè stai tornando sabato invece che domenica, e...


Basta con le domande, se nessuno riesce a dormire ora, può essere solo il momento per spararsi uno shuffle con l'ipod.

La pallina della roulette cade sugli Straylight Run, che li conosci tu e basta, più o meno. Chissà forse in america c'è un altro mondo per queste cose, una sorta di realtà parallela in cui la gente ascolta la Dave Matthews Band e gli Straylight Run invece che Vasco e Ligabue. Una paese migliore, dove la gente rispetta le file per prendere le birre, e dove la gente non si fa le canne ai concerti.
Non credi sia l'America, e nemmeno L'AMERICA, semplicemente, non esiste.

Tutta la vita sembra passare per questo treno...


Le metropoli nemmeno ti piacciono troppo, anche se sogni di vivere in una di quelle, forse per quell'illusione di tornare a casa da un lavoro figo che ti piace, fare aperitivi-cene-doccie-disc
orock in ordine sparso, e risvegliarti magari in un letto che non è il tuo.
Che poi sai che succede? che fuori è freddo e buio ed è tutto chiuso, l'ape te lo fai da solo e sei carico, ceni da solo e ti si dilatano i tempi, è tardi chi è rimasto in casa resta in casa chi è fuori è già fuori, e poi devi ancora farti la doccia, sei stanco e depresso, e alla fine non c'hai nemmeno voglia di fartela la doccia, e ti svegli nel tuo letto. da solo. sudato. e puzzi.

Si, lo sai che va a finire così, poche scuse: è che sei giovane, e hai tempo per mettere la testa a posto. Per ora, ti limiti a sbatacchiarla contro un vetro trenitalia.


Informiamo i gentili viaggiatori... perchè poi gentili? E se sono degli stronzi maleducati? Tu sei uno stronzo maleducato, non sei gentile, non vuoi sentirti dare del gentile quando non lo sei, ti basterebbe essere trattato da persona.

Egregio signore,
Gentile cliente,
quante falsità in questo mondo. I clienti raramente sono mai gentili, e gli egregi a volte sono anche pezzi di merda.

Ce n'era bisogno? Voglio dire... di fare questo viaggio?

Forse si, forse si davvero.

All'improvviso mancano tutte le parole, e stringe solo la vescica, e questo basterà a spingerti a breve verso il primo bagno aperto e funzionante, distogliendoti dai pensieri di sonno e dalle note dolenti degli Straylight.

C'è solo un vago sapore di stanchezza, e, fondamentale, un vaghissimo senso di poter fare ancora qualcosa. Tipo, tornare indietro nel tempo, e cambiare il corso di tutti gli eventi.
Ma sei un genissimo, questa non ci avrebbe mai pensato nessuno. Dovrebbero darti un premio, o pagarti, meglio la seconda.

E sia chiaro - lo sfattone del cazzo è meglio che tolga i piedi dal corridoio sennò non passi - non hai voglia di trascinare le tue gambe sopra le sue, che le tolga direttamente, che si evita una rissa, e lascia che ti trascini senza troppi sforzi verso il primo cesso - non hai alcuna intenzione di utilizzare gli strumenti che ti hanno consegnato.


Ti ricordi l'ultima volta che sei stato felice?


giovedì 21 gennaio 2010

Giulio e il grande disagio

Era febbraio, era freddo, e ogni tanto c'era il sole.
Giulio fa la cosa più difficile della sua vita: si sveglia. Manca esattamente un mese alla sua morte, lui questo ancora non lo sa, ma si alza lo stesso.
Sapesse di dover morire a breve, voglio dire, se ne starebbe a letto.
Chissà cosa farebbe una persona normale se sapesse di dover morire. Figuriamoci Giulio.
Si tira in piedi, ha dormito una manciata d'ore, è sporco, sudato, malato, anche leggermente ferito. Avrebbe bisogno di ripigliarsi un po', soprattutto di una doccia, ma non farà niente di tutto questo. Passa davanti a un lavandino, giusto per darsi un tono, senza però variare la sua barba lunga e capelli ancor più lunghi e scompigliati... una sorta di Baudelaire dei giorni nostri. Che poi non si sa se Baudelaire fosse conciato così male, forse era solo gay.
Prende il completo e la camicia del giorno prima, sono sporchi, ci sono chiazzettine di fango e di vomito sul fondo dei pantaloni, e la camicia ha diverse aloni da birra e di sporco. Che se uno ci guarda bene si vedono, al lavoro se ne accorgeranno.

E' stato il lavoro, a cercare Giulio. Se lo sono ripresi, letteralmente. Solo la scrivania è diversa, tutto il resto è uguale. Anzi no, lo stipendio è leggermente aumentato.
Dolore, fastidio allo stomaco, terribile mal di testa, senso di vomito, acqua colazione caffè, il tutto sopra la scrivania, con il mouse nella mano destra e il resto con la sinistra.
Dopo una mezz'oretta, è quasi accettabile.

- Il collega giovane di fronte lo guarda con attenta attenzione, e non è che si ridondanza, è proprio che l'attenzione è doppia: capire perchè uno può ridursi così, e capire che anche lui può potrà ridursi così a breve -

Poi, poi, finito il lavoro, è tempo per un'altra corsa contro il tempo: un'altra lotta contro ogni tipo di mezzo di trasporto e di orologio, per trovarsi di fronte a casa sua. Oddio, casa sua, ancora... casa sua di lei.
E ora a Giulio resta solo una canzone. E' "Liar" di De Niro.
Voglio dire, poteva andare peggio, poteva restarti solo "Parachutes" dei Coldplay che sono appean 46 secondi, ma se gli capitava "Two Step - live from The Gorge" della DMB, sarebbero stati 20 minuti belli pieni.
In 20 minuti ti svegli, fai la doccia, colazione, ti vesti. E magari hai anche il tempo per sbarbarti.

Ma tutto questo tempo Giulio non ce l'ha, non ha nemmeno bisogno di bere, ruberà qualche altra ora al sonno, prima di tornare nel suo letto sfinito. Senza aver fatto la doccia, ancora. Figuriamoci darsi il disinfettante.
Che poi deve morire tra un mese, cosa sta a curarsi a fare.

sabato 26 dicembre 2009

Una passeggiata surreale

Inizio tutto come la scenale finale di ritorno al futuro. Una cosa tipo "dai, cazzo, parti". Il motorino d'avviamento gira a vuoto un po', e poi si ferma. Il secondo tentativo, spegne definitivamente il display del tachimetro.
Un pugno sul volante (è il minimo) e la macchina non si accende lo stesso.
Per una volta che sono in orario, dovrò arrivare in ritardo lo stesso.
Esco dal cancello a piedi, mentre sento risate in lontananza. Temo ridano di me. Ridete pure. Non c'è niente da ridere. Fa ridere, eh, vero?
Si, farebbe ridere anche a me.
Farebbe. Ed è un condizionale che fa differenza.
Esco dal cancello, la strada è tutta neve e ghiaccio, con le mie adidas consunte devo stare attento a non scivolare. Certo, avessi saputo di dover fare questa camminata, mi sarei messo delle scarpe diverse.
Comunque, neve o neve, ghiaccio o non ghiaccio, batteria o non batteria, niente e nessuno mi fermerà. Per fortuna posso fare tutto a piedi.

Poi viene anche il ritorno a casa, ed è la parte migliore. La mia via è surreale, sembra venire da un futuro postatomico, completamente deserta, priva di macchine e piena di neve, così come via giovannina. Tutto è pieno solo del silenzio, intervallato dalle frasi.
Sembra un film - quelli in cui le frasi riempiono le pellicole - ecco sembra uno di quei film dove la gente parla a voce alta senza svegliare nessuno, come se fossero tutte case vuote, le altre.
Sono solo scarpe inadeguate su un ghiaccio luminoso, cappucci, e intanto pioviggina. E tutto questa pioggia domani sarà ghiaccio.

Poi c'è un altro ritorno a casa (e non so se sia un ritorno - perché dov'è la mia casa? - che sia una partenza?).
Vorrei arrivare a casa presto, vorrei andare a letto, vorrei scrivere e stare sveglio fino a domani mattina, vorrei dormire e non andare al lavoro, vorrei fare la cacca, vorrei un nuovo album degli Strokes*, vorrei la macchina con la batteria carica, vorrei tante altre cose.

Dovevo già essere a Londra da qualche giorno, sarebbero stati i primi giorni nella casa nuova, vissuti tutti tra il freddo gelido dei sobborghi e il caldo spocchioso della tube, alla ricerca convinta ma non ancora disperata di un'occupazione, fosse anche solo vestirti da Babbo Natale dicendo "Oh oh oh! Merry Christmas!" non capendo un cazzo di quello che dicono i bambini, giustificandosi con "Sorry, but I'm from North Pole, I don't speak english very well".
E poi un sacco di pinte nei pubs e di jack daniel's in casa.

Ma questa strada surreale, con tutta questa neve, questo silenzio, e queste passeggiate surreali, scritte solo nelle sceneggiature di quei film tipo Love Actually (che devo ancora vedere, tra l'altro), tutto questo me lo sarei perso.
E allora... Londra 4 - Cento 1. Londra 5 - Cento 1.
Tutto quello che vuoi, ma almeno un cazzo di gol, Cento, gliel'ha segnato. E palla al centro.

E poi domani saranno i soliti cazzi e mazzi del lavoro, la batteria scarica, i regali ancora da finire, mille cose da fare in pochi giorni prima del 25, ma questa sera rimarrà per sempre.

Se c'è un Dio, e sono sicuro che c'è, non scarica le batterie delle macchine a caso. E un giorno, quando lo incontrerò, gli chiederò per quale cazzo di motivo tutte le congiunzioni astrali del mio destino debbano passare per i 12 volt della mia batteria.
E per i 90 euro del mio elettrauto.

giovedì 24 dicembre 2009

Il racconto di Natale? Si, solo per i membri del fan club!

Lo sai che i membri del Blogorroico fan club hanno ricevuto, in esclusiva, un racconto di Natale? Se lo impari adesso, o devi ancora guardare la casella di posta di facebook, o devi ancora entrare nel fan club ufficiale di Blogorroico!

Iscriviti nel gruppo su facebook "I love Blogorroico,il blog di Atti", e avrai in cambio anteprime esclusive, omaggi, sconti e regali... per chi lo fa entro il 31 dicembre gli mando il racconto di Natale lo stesso. Tiè. A Natale siamo tutti più buoni... anche Blogorroico.

EDIT 26/09/2011: Facebook ha deciso di cancellare i vecchi gruppi... così ho creato la nuova pagina fan:
http://www.facebook.com/blogorroico