martedì 12 marzo 2019

Un ammorbidente, alla fine.


Dovevo comprare l'ammorbidente.
Va detto che i supermercati mi sono sempre piaciuti. Inteso come non-luoghi. Non nel loro essere vissuti, con il caos, i bambini urlanti, i rincoglioniti con il carrello in mezzo alle balle... più che altro, la dimensione post-moderna dell'uomo alle prese con l'acquisizione di beni di necessità, prima necessità, superflui.
Un giorno forse spariranno i supermercati, resteranno solo mini market bangla e amazon flying store che ti portano la roba bussandoti alla finestra con i droni.
"Toc toc"

"Chi è?"
"Amazon"
"Non vogliamo niente!"
"Ma hai già pagato, coglione"
"Ah. Allora aspetta che apro. Aspetta, com'è possibile che un drone di Amazon mi dia del coglione?"
"Perché sto parlando io, sono un calabrese trapiantato a Piacenza e sto facendo un turno di 20 ore rinchiuso in un box nel magazzino Amazon di Piacenza."

"Ah. Ti piace, Piacenza?"
"Tanto quanto il mio lavoro come voce dei droni."

Ed è chiaro: doppiare i droni di Amazon dev'essere un lavoro bellissimo. D'altronde Amazon Prime riguarda le spedizioni come i film in seconda visione, normale ci sia un nesso tra magazzinieri e doppiatori. E Piacenza.

Ma ero al supermercato e dovevo comprare l'ammorbidente.
Facciamo un passo indietro: perché compro l'ammorbidente?
Potrei tornare a quando, nelle cucine lezze di Londra, tra una pasta al sugo e una birra in lattina, disquisivo con Fabri Marciante dell'importanza dell'ammorbidente nelle lavatrici del cameriere, perché ammorbidire il calzino prima di farti il double shift da 12 ore in piedi era fondamentale nell'economia del mantenimento del piede.
Ma in realtà dopo un paio di volte avevo smesso di comprarlo per risparmiare qualche pound, che poi spendevo in birre, mentre discutevo di lavatrici.
E allora mi fermo a quando, da borghese, iniziai a comprare l'ammorbidente. Così, per sfizio. Perché si dice che faccia bene. A chi? Ai miei vestiti? Di sicuro all'economia.

Poi arrivò la Maja, che ci teneva molto all'ammorbidente. Proprio scegliendolo in base al profumo.

In realtà, ricordo di una conversazione con qualcuno (un amico? una ex? onestamente non ricordo più, è entrata a far parte di tutte le cose che ho perso) su quanto mi piacesse l'odore del camino nei vestiti che mi lavava mia nonna.
Tutte le domeniche di carnevale, sotto al costume di carnevale, portavo gli stessi vestiti (maglia a maniche lunghe, felpa, jeans... tutta roba vecchia e logora) e li portavo a mia nonna per farglieli lavare.
Lei gli asciugava in lavanderia, vicino alla stufa, e prendevano su quell'odore di legna e camino. Non puzza: era un odore, e per era un profumo.

No, non è una di quelle cose che in realtà mi ricordano mia nonna... mi ricorda come era bello la domenica pomeriggio dopo pranzo mettersi questi vestiti puliti e profumati e andare al carnevale, e bere sambuca alle 13.50 della domenica.
Mia nonna c'entra poco in tutto in tutto questo, quel tanto che basta per ricordare con piacere quel gesto d'amore verso il nipote cazzone, ma soprattutto amore per la pulizia, presente e costante, al profumo di legna e stufa.

Ma ero al supermercato e dovevo comprare l'ammorbidente. Ho aperto un ammorbidente e non ho sentito nulla. Nessun profumo particolare. Né in positivo né in negativo.
Forse mi sono bruciato le cellule nasali? Forse il mio olfatto, che insieme al mio gusto, non sono sensi molto sviluppati, mi stanno abbandonando?
Non lo so.

Ma ero al supermercato e dovevo comprare l'ammorbidente, ho preso un ammorbidente che avrebbe dovuto piacere alla Maja, sono andato alla cassa, ho pagato, e sono uscito.

Avrei voluto parlarvi dei Kings of Leon, ma dovevo comprare l'ammorbidente.


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