domenica 3 aprile 2011

pupum

Giulio calciava il pallone contro un muretto. E lo riprendeva, sempre con il destro, per poi, ricalciarlo. Sempre contro lo stesso muretto. Magari due o tre palleggi, poi di nuovo contro il muretto. E pum. E pum. Pu-pum. E pum.
"E' tornato" diceva sua nonna guardandolo dalla finestra. (Ma sua nonna non era morta?)
"Già" commentava sua madre.
"Non sta molto bene." aggiungeva. Chi? Sua madre o sua nonna? Ma non era morta?
...ma soprattutto, non era morto, Giulio?

Era una scena tristissima, uno che scalciava un pallone, di quelli duri che rimangono stragonfi a prescindere, neanche per passarsi veramente il tempo... ma solamente per manifestare un proprio disagio. E per sfogare due o tre pensieri.

Che cosa altro c'era da fare?

Pum. Pum. Pu-pum, pum.

"E ora cosa pensa di fare?"
"Non lo so."
"Gliel'hai chiesto?"
"Non me la sento."
"Non sta bene, lo sai, vero?"
"Lo so."

Pum. Pum. Pu-pum. Pum. Pu.
PUM! - crash.

Anche Giulio rompe un vetro ogni tanto.
...ma non era morto? Forse si.

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