Passo di fianco alla mensola dei libri di serie B, dei trofei caduti in prescrizione, delle bottiglie vuote che non so più mettere, e ritrovo il tuo sguardo.
Ok bello l'inizio del post, in realtà mi sei tornata in mente e sono tornato nello studiolo a riguardare la tua foto, probabilmente anche un po' impolverata, ma nel dubbio evito di passarci un dito sopra.
Con quel sorriso lì, di una che sta per mettersi a ridere.
Chissà dov'è stata scattata quella foto - sembra quasi un matrimonio, o giù di lì - ma anche poi chi cazzo se ne frega. Potrei scoprirlo chiedendolo a qualcuno, o con una ricerca negli anfratti di Facebook, ma la verità è che non me ne frega niente, perché non cambia la sostanza.
Magari era un matrimonio, magari c'ero pure io, magari ci sono anche delle foto di me dove ho sicuramente uno sguardo meno lucido.
Non so se è di te che vorrei parlare - ne ho poi diritto? Ho diritto a rispolverare sentimenti, gioie, dolori, pensieri, legati a te? Te che non ci sei più, che non hai più diritto di replica.
Forse sbaglierò, ma solo chi non fa un cazzo non sbaglia mai: quindi rischiando di sbagliare, andrò avanti lo stesso, pensando che forse tu stessa mi avresti detto "mo sè valà di bèn che vadano a spendere, fossero questi i problemi"... o qualcosa del genere, nel tuo pragmatismo renazzese, farcito di forme dialettali.
Chiedo quindi scusa in anticipo se qualcuno si sentisse offeso da quello che sto scrivendo, ovviamente non è questo lo scopo... ma tendenzialmente perché non c'ho voglia, non c'ho voglia di fare un cazzo di mio, figurati se ho anche il tempo e la voglia di mettermi a scrivere per offendere qualcuno.
Neanche se mi pagano, ma tanto non mi pagano.
Alla fine, scrivo, e ho sempre scritto, per me, in primis: se poi i miei gusti personali riguardo me stesso, hanno coinciso con quelli di altri, tanto di guadagnato.
Per me, per voi: per voi, per me.
Ad occhio sono più di cinque anni, che non sei più tra noi. Le frasi fatte sulla morte sono forse una cosa delle più divertenti, mi ricordano tanto quell'universo di frasi fatte e di circostanza che circonda un certo mondo giornalistico (ed in particolare quello sportivo).
La morte fa parte della vita, prima o poi ne facciamo tutti esperienza in modo più o meno forte.
Sono rimasto orfano di madre abbastanza giovane, quindi è logico che possa venire da pensare che ho fatto una sorta di vaccino contro certe cose... o che magari ho un chiodo più grande ancora da scacciare.
Eh amici, purtroppo no: non funziona esattamente così. Per fortuna o purtroppo, ma non è così: perlomeno non per me.
Ma non voglio perdermi in un discorso più grande (perlomeno più grande di me) e mi fermo alla conclusione: la tua partenza, a me, non è ancora andata giù del tutto.
Bella forza, a chi è che può andare giù la scomparsa di una amica, madre e moglie 34enne? Penso a nessuno, anche ragionandoci con razionalità.
Però, mentre in tante altre situazioni una ragione, un senso anche quando un senso non ce l'ha, me lo sono dato.
Qui, fatico ancora, e l'unica banale e semplice conclusione che mi sono dato, è che qui la quadra tocca trovarla a chi è restato.
D'altronde, tu il tuo l'hai già fatto: e ti immagino lamentarti di tutti contributi INPS versati senza mai andare in pensione, con la presa per il culo finale che la reversibilità, se poi c'è, non te la prendi nemmeno te.
Neanche puoi andare a prenderti una bella borsa o un paio di scarpe. Tutte quelle ore di collegio docenti...
Che inculata, la vita, eh?
Ah, avessimo alternative, allora poi.
Mi piacerebbe ancora ritrovarti da Cucco, magari di nuovo con un passeggino, o con tutti i mezzi e gadget che il capitalismo unito alla genitorialità possono spingerti a spingere in giro... e invece ogni tanto ritrovo parte della tua famiglia, in qui qualcuno ha il mio stesso nome di battesimo.
Infatti qualche volta mi sono anche voltato con stupore, che di solito con il nome di battesimo mi chiamano i familiari quando sono incazzati.
Ma è tutto nella mia testa, ora.
E in questo assordante silenzio, mi torna in mente Piero Ciampi, con quella "assenza" che è un "assedio", ripreso da Vasco Brondi quando ancora sotto le Luci della sua Montedison Elettrica diceva che siamo "assediati dal quello che manca".
Non credo ti sarebbe piaciuta questa terminologia bellica, forse avresti detto che non sei né Putin né Israele: e hai ragione tu, è tutto un film che ci stiamo facendo noi.
E allora in questo caso suona meglio - e sono d'accordo preferiresti anche tu questa forma - dire che siamo abbracciati dal tuo silenzio, ed è una bella consolazione, di questi tempi, credimi (ma hai visto quanto costa adesso al supermercato il caffè Pellini? Quella per la macchina, che io faccio colazione da solo e non faccio la moka... Signora mia e "Nonna" nostra, dove andremo a finire?)
E mi viene anche in mente il buon Vasco (Rossi) senile, quello del "eh già siamo ancora qua". E' poi facile per lui, che effettivamente riempie ancora gli stadi.
Fa più effetti pensare a te, che invece, sei comunque ancora qua. Quasi in smartworking. Va mo là.
E allora niente, qua il senso che ci sia o non ci sia ce lo diamo noi, tu il tuo l'hai già fatto: noi testa bassa e pedalare.
C'è solo una cosa, che non mi torna, senza voler scomodare religioni e misticismo, ma nemmeno un Lele Adani ubriaco di garra charrua: è che spesso si dice "sconfitta da un brutto male", "ha perso la battaglia con la malattia", ecc. ecc.
A quale sport stiamo giocando?
Perché se è uno sport di squadra (e forse lo è?) allora il risultato finale si guarda alla fine.
E io, boh, io non sono così sicuro che il risultato finale di questa partita sia una sconfitta. Mi sa che ci sia qualcuno ancora dietro a giocarla.
Magari puzzando di patatine fritte, come quelli che dal 26 al 28 luglio sono al parco dei Gorghi di Renazzo per il Woodstock.
Dove ancora mi aspetto di vederti con un cestino di bretzel in mano anche se ci sono 32 gradi, dove poi forse ti vedo tutti gli anni.
Non c'è sconfitta nel cuore di lotta: non c'è assenza nel cuore di chi ama.
(o qualcosa del genere, magari andate a trovare una frase migliore su chatgpt - ok Vale lo so che non la sai usare l'intelligenza artificiale - adesso ti cerco io una bella frase e te la mando su whatsapp - tu portami un bretzel e già che ci sei una Augustiner media, grazie)
P.S. Un silenzioso abbraccio, questa volta terreno, a chi continua a giocare la partita anche per la Valentina.