E così, tra un Dance Mania e l'altro, tra un impegno e l'altro, ho trovato anche il tempo per aprire un altro blog.
Cioè, no: non ho tempo, ma lo faccio lo stesso. Un po' perché lo facciamo in due.
Si chiama Włochy opowiadają - la Polonia confronta ed è una sintesi veritiera e vagamente romanzata di quello che spiego alla mia ragazza polacca dell'Italia e sull'Italia. In italiano. Infatti "Włochy opowiadają" significa "l'Italia racconta". Si, Italia si dice Włochy. Curiosa lingua il polacco, eh? Peraltro, di polacco so questo e poco altro.
Comunque, nel blog c'è anche la parte in polacco in cui lei spiega quello che ha capito e fa le sue riflessioni e i confronti con la Polonia.
Se conoscete l'italiano e il polacco vi dovrebbe far ridere. Se conoscete solo l'italiano spero vi faccia ridere la mia parte in italiano, sennò mettete quella polacca su Google Translate e dovreste ridere comunque.
Buona lettura! Il blog è qui: Włochy opowiadają - la Polonia confronta
E se vi piace, come sempre, passate dal via a ritirare le 20mila lire e a piazzare il like su Facebook.
martedì 21 marzo 2017
venerdì 3 marzo 2017
Come ha fatto a vincere Gabbani
- Allora... all'ultimo punto dell'ordine del giorno abbiamo la questione Gabbani...
- Chi?
- Gabbani... dai, quello di "Amen"...
- CHI?
- Dai, però, quando vi chiedo di leggere l'odg prima delle riunioni, eh... vabbè, comunque, è quello che ha vinto i giovani l'anno scorso.
- Ah, le "Nuove Proposte"
- Si, nuove proposte, che giovane una ceppa, ha 34 anni. Allora, siccome ha vinto, ora dobbiamo fargli fare anche questo Sanremo, però abbiamo finito le canzoni belle, quindi lo dobbiamo mandare con un pezzo scarso. Dobbiamo inventare qualcosa per non farlo perdere.
- Fa' leggere il testo... panta rei, and singing in the rain, lezioni di Nirvana, c’è il Buddha in fila indiana... ma che cos'è sta roba? Chi l'ha scritta?
- Te l'ho detto che fa cagare, eh. Sennò non eravamo qui a inventarci qualcosa... allora, idee?
- Solito. Buttiamola in caciara. C'è già qualche altro fenomeno?
- Mmmh direi di no... Raige e Nesli sono ex rapper sotto anestesia, Clementino è lì solo per pagare il finanziamento di un trattore a Libera... Elio e le storie tese non ci sono...
- Allora mettiamogli un baffetto da hipster e siamo a posto.
- Non basta, conciato da hipster c'è già Marco Masini con la barbona... ci serve altro...
- La folla grida un mantra... l’evoluzione inciampa... la scimmia nuda balla... ce l'ho: mettiamo una scimmia a ballare!
- Nuda?- Nuda e senza cacchio.
- Ottimo. Canzone piena di luoghi comuni sulla new age buttati a caso, scimmia che balla sul palco, cantante anonimo... ma non fa troppo anni '90?
- Come il Festival stesso.
- Ok. Però ancora non mi convince...
- Beh, scusa, ovviamente la scimmia lancerà un balletto tormentone.
- Così si che è davvero anni '90. Bene. Siamo d'accordo tutti? Mettete a verbale Gabbani con la scimmia e il balletto.
- Per me è una stronzata, eh.
- Mah si, tanto tra un anno se ne dimenticheranno tutti...
- E se vince?
- Ce ne dimentichiamo tutti lo stesso. Come la Minetti.
- Nicole?
- Annalisa. Vedi?
- Chi?
- Gabbani... dai, quello di "Amen"...
- CHI?
- Dai, però, quando vi chiedo di leggere l'odg prima delle riunioni, eh... vabbè, comunque, è quello che ha vinto i giovani l'anno scorso.
- Ah, le "Nuove Proposte"
- Si, nuove proposte, che giovane una ceppa, ha 34 anni. Allora, siccome ha vinto, ora dobbiamo fargli fare anche questo Sanremo, però abbiamo finito le canzoni belle, quindi lo dobbiamo mandare con un pezzo scarso. Dobbiamo inventare qualcosa per non farlo perdere.
- Fa' leggere il testo... panta rei, and singing in the rain, lezioni di Nirvana, c’è il Buddha in fila indiana... ma che cos'è sta roba? Chi l'ha scritta?
- Te l'ho detto che fa cagare, eh. Sennò non eravamo qui a inventarci qualcosa... allora, idee?
- Solito. Buttiamola in caciara. C'è già qualche altro fenomeno?
- Mmmh direi di no... Raige e Nesli sono ex rapper sotto anestesia, Clementino è lì solo per pagare il finanziamento di un trattore a Libera... Elio e le storie tese non ci sono...
- Allora mettiamogli un baffetto da hipster e siamo a posto.
- Non basta, conciato da hipster c'è già Marco Masini con la barbona... ci serve altro...
- La folla grida un mantra... l’evoluzione inciampa... la scimmia nuda balla... ce l'ho: mettiamo una scimmia a ballare!
- Nuda?- Nuda e senza cacchio.
- Ottimo. Canzone piena di luoghi comuni sulla new age buttati a caso, scimmia che balla sul palco, cantante anonimo... ma non fa troppo anni '90?
- Come il Festival stesso.
- Ok. Però ancora non mi convince...
- Beh, scusa, ovviamente la scimmia lancerà un balletto tormentone.
- Così si che è davvero anni '90. Bene. Siamo d'accordo tutti? Mettete a verbale Gabbani con la scimmia e il balletto.
- Per me è una stronzata, eh.
- Mah si, tanto tra un anno se ne dimenticheranno tutti...
- E se vince?
- Ce ne dimentichiamo tutti lo stesso. Come la Minetti.
- Nicole?
- Annalisa. Vedi?
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domenica 13 novembre 2016
La mia (in)felicità è un sistema complesso [DET #7]
Eh.
Più o meno esattamente due anni fa, ero a casa mia, su questo stesso macbook, con lo stesso tè, ascoltando gli Smiths e scrivendo.
Sono passati due anni.
Cosa è successo?
Sono cambiate alcune cose, alcune case, la tazza da cui sto bevendo, e nel mentre ho scritto 9 capitoli.
Speravo sarei giunto a pubblicazione, e invece devo ancora finire la prima stesura.
Avevo cominciato un diario sul mio sito www.enricoatti.it e nemmeno quello sono stato capace di portare avanti con costanza.
Per chi mi seguisse da lì: beh, a gennaio il mio sparring partner Sorio è partito, e da lì ho avuto anche alcune cose di vita privata (leggi: trasloco).
E più o meno sono fermo da allora, da quando come nella foto allegata (che non trovo più, e che quindi ho sostituito con un nostro selfie mosso come Gue Pequeno di oltre un anno fa, NDR), stavamo consumando un piatto di qualcosa, a casa sua.
A CASA SUA.
(Anche lui ha cambiato casa. Due volte, se contiamo anche la trasferta parigina).
Gli Smiths sono sempre quelli, però, così come il the Twinings Assam al miele d'acacia, in questi tentativi di provincia di ricostruire una parte di Londra che non c'è più, o che c'è ancora, e che anche se non riesco a creare così, perlomeno riesco a tenere viva.
Tutto qua.
No, non è tutto qua: sono un po' in crisi perché del mio romanzo inizia a convincermi poco la trama, il protagonista, e tutti gli altri personaggi. Sarà la "crisi di mezzo romanzo" anche se in teoria l'avevo già passata, la metà: sarà che contando tutto l'editing che verrà, forse alla metà vera e propria non ci sono ancora.
E niente. Ma ci arriverò alla fine, tranquilli. Volevo solo farvi sapere che è un po' difficile, ora.
Poi io sto bene, abbastanza bene, come sempre, come quasi sempre, ma questo è un altro discorso. La mia felicità è un sistema complesso, figuriamoci la mia infelicità.
venerdì 4 novembre 2016
Tutto Lacetti
(Lacetti, sempre e solo lui.)
Perché faccio cose in cui non credo?
Perché non dico tutte le cose fino in fondo?
Perché sono sdraiato su un pavimento, sopra a un tappeto che dà tono all'ambiente, mentre fuori c'è il sole e gli uccellini fischiano, anche se è inverno?
E' ora di tirarmi su, credo, anche se è troppo presto per guidare. Non ricordo più se c'è una Lacetti ad attendermi, laggiù.
Laggiù nel cortile.
Sembra Berlino, questo posto.
Dove sono stato tutto questo tempo?
Ho persino pensato di smettere di sparare e cambiare vita.
Ma non posso.
Faccio una doccia, mi metto dei vestiti puliti, mi siedo. Mi faccio un caffè.
Perché faccio cose in cui non credo?
Perché non dico tutte le cose fino in fondo?
Queste domande non mi danno pace.
E non ricordo né dove stavo andando, né dove devo andare.
Perché faccio cose in cui non credo?
Perché non dico tutte le cose fino in fondo?
Perché sono sdraiato su un pavimento, sopra a un tappeto che dà tono all'ambiente, mentre fuori c'è il sole e gli uccellini fischiano, anche se è inverno?
E' ora di tirarmi su, credo, anche se è troppo presto per guidare. Non ricordo più se c'è una Lacetti ad attendermi, laggiù.
Laggiù nel cortile.
Sembra Berlino, questo posto.
Dove sono stato tutto questo tempo?
Ho persino pensato di smettere di sparare e cambiare vita.
Ma non posso.
Faccio una doccia, mi metto dei vestiti puliti, mi siedo. Mi faccio un caffè.
Perché faccio cose in cui non credo?
Perché non dico tutte le cose fino in fondo?
Queste domande non mi danno pace.
E non ricordo né dove stavo andando, né dove devo andare.
giovedì 9 giugno 2016
La fine dei trent'anni
Avrei potuto avere la casa
la morosa
la macchina
il lavoro
e la vita tranquilla
certo, l'appartamento in affitto
la morosa, la macchina da poco
il lavoro sottopagato ma abbastanza sicuro
in una vita che sicura non era ma lo pareva
in una vita che sicura non era ma pareva tranquilla
e invece no
ora sono a Londra
la stanchezza, il malditesta, la tube che tra 78 minuti chiude
la tipa di Tinder di Hong Kong che neanche mi piace
la condivisione dei malesseri e dei disagi
gli amici che stanno a un'ora da qui ma non vedo mai
la nostalgia di casa, del cibo, degli amici, della famiglia
di cose che da lontano sembrano sempre meglio di quello che sono realmente
ma quanto mi manca una domenica, una sola
e poi ci penso e ho 35 anni e ho preso un'altra strada
un'altra vita
tanto io una famiglia qui non la vorrei
tanto io una famiglia non so dove la vorrei
tanto io una famiglia non la vorrei
la sensazione che non abbia raggiunto niente
la sensazione che non riesca a raggiungere niente
sentirsi sempre fuori dal recinto di dove batte il sole
e sempre questa stanchezza, di fondo
e questo malessere che non riesco mai a monetizzare
come un eterno e continuo zero a zero
eppure io sognavo
eppure io credevo
che prima degli aperitivi
ci fosse stato, o ci possa essere stato
un momento in cui poter scegliere
la gioia
la felicità
qualunque cosa voglia dire
qualunque cosa sia
lontano da questo macchinino dal bancomat
da Hong Kong, dal vino pastoso
dal beep della Oyster
e che in quel momento, lontano nel tempo
io potessi tornare
così, magicamente
e con sequenze di movimenti imparate a memoria
potessi mettere la freccia a destra
controllare che dietro non ci fosse nessuno
accostare
fare manovra
e tornare indietro
e riprendere tutto dal suo punto esatto.
E forse è ancora così
ma la consapevolezza del vino pastoso
e dei minuti che passano
mi porta a sperare che possa chiudere la giornata su Uber
e rimandare a domani
ogni cosa
qualunque.
Ma il vento delle scelte arriverà
e sarà mio compito essere pronto.
Al limite uno prende il bus.
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