domenica 16 febbraio 2014

ARKANOID

Cari amici del Blogorroico, è con piacere che vi annuncio l'ultimo estratto di "Frutta fresca nel backstage", ultimo (in tutti i sensi) EP di Jocelyn Pulsar... in anteprima solo qui!

"Arkanoid, a completamento della premiata operazione "Frutta fresca nel backstage - Ep postumo" non è del tutto una novità perchè era anche uscito nella compilation "Natale è il 24" degli amici di Indiepercui Centotre. Questa versione però è un pò diversa, un pò più rock se vogliamo. E noi vogliamo." (Jocelyn Pulsar)

Jocelyn Pulsar - Arkanoid

(disegno: Michelangelo Paolini)

martedì 11 febbraio 2014

A breve... ARKANOID di Jocelyn Pulsar!

Ebbene si, lunedì 17 febbraio (ma forse già da domenica 16) sul Blogorroico ho l'onore e il piacere di ospitare "Arkanoid", ultima traccia di "Frutta fresca nel backstage", ultimo EP di Jocelyn Pulsar, nonché ultimo inedito di tutta la sua carriera.
Non è la prima volta che linko un video di youtube qui sopra, ma è la prima volta che ospito un'anteprima. Ovviamente, sono molto contento ospitare Jocelyn Pulsar, perché è uno che ti canta le cose in maniera talmente semplice e sincera, e lo fa talmente bene, che ti da parecchio fastidio, e ti causa parecchia malinconia. Insomma, si adatta allo spirito del Blogorroico.
Anche se non so se sono così bravo. Beh, dico la mia, ecco.
Comunque, giusto per farvi un'idea, queste sono le altre tracce dell'EP:

1. Dimenticare Rovigo
http://youtu.be/nmW7CdBSjkA
4. Arkanoid
...ve l'ho detto, arriva qui su Blogorroico lunedì... o forse già da domenica. ci vediamo! :)

giovedì 16 gennaio 2014

Vecchio, stra

Ho quasi trent'anni anzi no, che non si inizia un post così sennò sai che due coglioni che neanche mi viene da leggerlo figurati a scriverlo.
C'ho trentanni da quando ne avevo 17 quindi si può che quest'anno i miei trentanni compiano 13 anni: auguri e se fate i bravi l'anno prossimo motorino.
C'ho una scrivania in disordine che c'ha un disagio a scazzo come una puntata di The Pills: c'ho una testa in disordine come una puntata di The Pills, c'ho un letto in disordine come il mio. Che i letti nei film e nelle web series sono sempre in ordine che la gente quando ci si butta sopra non c'è mai altra roba.
Ma da dove cazzo vengono tutti questi vestiti? Ah, me li metto io? E quando? Ma tutti in una volta?
Non mi ricordo che giorno è, non mi ricordo che lavoro faccio, anzi no, me lo ricordo. Ho il giramento di stomaco, ho mal di gola, ho la gola gonfia, sono stanco, forse mi sto ammalando, forse sono stanco e basta.
Torno sulla cosa del disordine che avevo scritto una stronzata ieri l'altro:

Non so se c'è più casino nella mia testa o sul mio letto.
In realtà in testa non ho del casino.
Nemmeno sul mio letto a dire la verità. Ci sono un sacco di vestiti puliti o sporchi appoggiati in ordine più o meno temporale. E allora non è casino, sono solo vestiti fuori posto.
Come nella mia testa. Pensieri fuori posto.

In realtà 'sta storia dei pensieri e del letto dev'essere un problema serio se ogni volta ci torno sopra. Poi ultimamente il problema vero è che apro Blogorroico per scrivere e lo richiudo senza scrivere un cazzo, solo che blogspot mi salva la bozza vuota lo stesso, e tutte ste bozze vuote sembrano un cestino con i fazzoletti pieni di seghe.
Un'altra cosa che c'è in camera mia? Si, può essere.

Quanta ipocrisia dovrei avere a riguardo? Ma no, stare pure a scandalizzarvi, e non vi accorgete neanche che è un tutto in funzione del poter dire "pieni di seghe". Qui si usano stupende figure retoriche e voi vi state a soffermare per un cazzo di cestino dell'immondizia.
Allora, chi è che si fa le seghe: io o voi?

Non pensate di incularmi senza che io me ne accorga senza che io me ne accorga. Non so cosa ho detto ma suona bene.

C'ho stanchezza, c'ho disagio, c'ho sta vita a scazzo piena di roba da fare e roba che sembra figa solo se penso a raccontarla come se fosse figo essere sfigati. E lo è: è solo che va messa su youtube, se la metti su un blog a cazzo ci salta fuori poco. La tazza di camomilla usata, le ricevute della mutua da far scaricare nella dichiarazione dei redditi, la penna del barbiere, un polsino sporco che prima o poi pulirò, la bolla di 3 libri consegnati a Cagliari. A Cagliari.
Anche Cagliari fa situazione a riguardo, ci manca giusto sushi bar, maternità, il capo, l'affitto, il coinquilino, mia madre, domani piove, e praticamente è Milano.
Cagliari è a Milano, non so se mi sono spiegato.

Sono un po' scazzato, tutto qua, sarà la stagione. La prima o la seconda. Sarà proprio sto senso di stanchezza e di lento soffocamento.
Forse sono davvero i vestiti sul letto. M'hanno rotto il cazzo.

Non che la boccettina di Stravecchio mezza bevuta migliori il panorama, però.


giovedì 19 dicembre 2013

Cosa resterà di questi anni zerododici

Cara Dorothy,
è da tanto che non ti sento ma poi va bene anche così se ci penso. E' che volevo chiederti una cosa, se tu ti ricordavi.


Ma quand'è stato che abbiamo smesso di fare i fighi con le macchine davanti a casa?
Che poi non sono mai state un granché, e forse nemmeno le nostre donne - e figurati noi.


Che a perdere le guerre, la storia la si legge scritta da altri.

Che cos'è che abbiamo perso? Dove, quando e come?
E in quale disco? Qual'è stato l'ultimo disco?


E quand'è stato, ancora prima, che abbiamo perso la speranza? Ultima luce nel buio di questa lunghissima notte di media e mediocre adultolescenza?

Abbiamo perso tutto, e ci restano i nuovi live degli album vecchi. Ma il tempo non lo si congela così facilmente come lo sperma e gli embrioni (di quelli ce c'è sempre in quantità, non so perchè) e a noi cosa resta?

Cosa resterà al mattino?

La TARES, Panagiotis Konè, l'hangover, l'appuntamento dal dentista, le cicatrici di un passato troppo fresco da dimenticare, 3 yogurt in scadenza, 2 cellulari scarichi, e ricordi che non sono cancellati dopo l'ultimo eternal sunshine of a spotness mind.


La questione non è che non sappiamo dove andare: la questione è che non sappiamo dove stiamo andando eppure ci siamo andando lo stesso.

E poi tu Dorothy non c'hai mai c'entrato un cazzo con tutto questo, tu eri solo incomprensioni e lacrime, borsette e lucidalabbra, ritardi e mestruazioni.

E non ricordo l'ultima volta che ho visto il cielo dopo il tramonto. Al tramonto. Prima del tramonto. Nel tramonto. Col tramonto.
Non mi ricordo.
Non ho più il fiato per scrivere più di una pagina di word, sono vecchio, mia cara Dorothy, forse è meglio che ci lasciamo qui.
Non piangere, che poi fai piangere pure a me.
Vattene a fanculo, serenamente, te come tutti gli altri. Ma con ordine, eh. Con ordine, pace e serenità: la destra che è sempre mancata nel nostro Paese. E nel nostro paese.
Ma li poi mancava anche il parroco, ci toccava prenderlo a prestito da Santo Stefano di Stopasso, figurati la destra e la sinistra. E li c'eri anche tu Dorothy. Oh, che bei ricordi.
Un po' di merda, ma sempre belli.
Mi manca il fiato.

Un bacio (ma anche no) e una sincera stretta di mano. A distanza.

- Joao Pez Lazzaroni -


giovedì 28 novembre 2013

Quella noiosa vita da supereroe

Faccio sempre più fatica a trovare le parole giuste e a tradurle in un post. Sempre più sono le bozze sospese, piene di noiose banalità che diventeranno diamanti grezzi nel giro di pochi mesi.

E' strano come io sia arrivato a tutto questo. Che poi è sempre strano, quindi alla fine è anche normale. E sai? In quella ormai noiosa vita da supereroe, in cui ogni giorno ne superi una diversa, o semplicemente ogni giorno ti ripigli da una parte diversa della metropoli e affronti la vita partendo dall'autobus per tornare a casa, una fermata alla volta.

Non andrebbe specificato: è che c'è chi non lo sa. Ovviamente non sai mai qual'è l'autobus per tornare a casa, ma improvvisi, a usta, a intuito, combinando le nozioni e le esperienze che hai, combattendo la noia di chi ne farebbe a meno, il piscio, e il freddo.

Questa è la mia vita.

Senza che lo dica Ligabue.

Ma in realtà poi la mia vita è anche molto meglio, canzoni bellissime degli M83 con la neve fuori dalla finestra, tramonti infuocati con canzoni dei Coldplay (e di quelle belle), giorni di pioggia con roba dei Counting Crows, o semplicemente finestre chiuse, roba a caso dei Muse, e le mie risate nella mia testa.
Ma anche tanto altro ancora.

In fondo io e me stesso ci divertiamo ancora un sacco. Di solito. Oh, abbiamo le nostre crisi come tutte le coppie. Siamo anche bravi a separarle, voglio dire, son quasi 30 anni che stiamo insieme, e sticazzi no?

Poi non c'è molto altro da dire o forse si, si dovrebbe prospettare un'inverno pieno di opportunità ma non so esattamente dove risiedino, in questi angoli di Londra che scendono su Cento ma che in pochi sanno cogliere.

Le mattine arrivano tutte troppo presto e tutte troppo simili, ed è soltanto un viso privo di espressioni ad accoglierle senza che queste facciano troppi danni.
Altro che la City.

Ci sono ancora tante cose che non capisco e penso di c'entrare qualcosa in tutto questo: ma so anche che se sono stato davvero capace di fare qualcosa, ce la farò di nuovo.
Ovunque, quantunque, comunque, ordunque.

Se c'è un Dio da qualche parte, sta sistemando il ciclo delle fatture attive.

(e mai e poi mai mi permetterei di metter parola nella contabilità di nostro Signore, sia chiaro)