lunedì 28 gennaio 2013

Arriba arriva Doherty-Sanchez!


Lo so che è parecchio che non scrivo, o che scrivo poco, ma sto seguendo altre cose, facendo altra roba, e ci sono tante forme per esprimere tanti stati emotivi.

Vabbè era un modo carino per dire che da stasera alle 21 comincio Doherty-Sanchez, il mio nuovo programma radio, sulla web radio Diabolico (www.diabolico.eu). Alla regia Saccolo, e tanti ospiti diversi ogni puntata.

Per discorichieste, insulti, commenti negativi, ecc... siamo su facebook: www.facebook.com/dohertysanchez100

e pure su twitter: @dohertysanchez

Seguiteci... è un programma da leccarsi i baffi!

domenica 23 dicembre 2012

Il mio regalo

Scusate l'assenza, ma nemmeno troppo, ma anche no. Ho anche avuto da fare. A tratti, parecchio.
Ci sarebbero tante cose da aggiungere e da dire (e lo farò, anche) ma per il momento vorrei comunicarvi che "Anche se a Londra piove" sta piacendo e sta anche vendendo qualcosina... e un po' per festeggiare, un po' perchè è Natale tra poco, vorrei premiare la vostra fiducia e la vostra perseveranza nel seguirmi anche se non scrivevo niente da oltre due mesi...
Ecco, quindi, il mio regalo: IL MIO REGALO. No, non è un rafforzativo, è che si chiama proprio così: è il mio racconto di Natale. Agratis, qui, per tutti voi e tutto internet.
Attenzione che Natale non è per forza baci baci amore amore felicità piccipiccipoccipocci. Io vi avviso...
Buona lettura, e Buon Natale.

P.S. nel caso non vi piacesse... che cacchio volete, è gratis! Tornate a leggervi fabio volo e le sfumature di grigio. Ah, una trentina di voi fedelissimi del "Blogorroico fan club" lo ricevettero anche nel 2009... ma è stato leggermente modificato nel mentre. E così mi piace di più.


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Enrico Atti

IL MIO REGALO


Un altro Natale di merda, e io non lo volevo nemmeno. Non lo volevo così, perlomeno. Non volevo un altro Natale così.
No, ma diciamola tutta: io il Natale non lo volevo proprio e basta. Solo che tra tutti i Natali che potevo avere, mi sono scelto uno dei peggiori.
C'è un freddo incredibile, e cerco di infilarmi il più possibile dentro la mia sciarpa. Ogni respiro è una fumana bianca davanti a me. Si, è vero, ho sentito freddi peggiori di questo, ma dopo che uno sta due ore fuori... mi sono completamente ghiacciato.
Anche se non credo abbia il diritto di lamentarmi del freddo: ho la fortuna di avere un tetto, potrei tornarmene a casa, ed andare anche a letto. Al caldo. Anche se ho la caldaia che si spegne di continuo, sicuramente c'è più caldo che qui.
Ma è la viglia di Natale: non posso certo stare chiuso in casa. Devo darti il mio regalo...
Le cuffiette dell'iPod iniziano a darmi fastidio alle orecchie. Sarà il freddo. Non è certo un buon motivo per tirare fuori le mani dalle tasche.
Non so perché, oggi avevo voglia dell'ultimo album degli Arctic Monkeys. Non tutto, solo qualche canzone. Un paio. Il resto dell'album fa cagare, ma quelle due li, suonano bene. Suonano esattamente come oggi.
Ho voglia di una paglia: e questo si, è un buon motivo per tirare fuori una mano da una tasca.  Anche se avevo detto che smettevo di fumare. Avevo anche detto che smettevo di farmi le seghe, di bere, di prendere il caffè, di arrivare in ritardo agli appuntamenti, di addormentarmi a scuola, di fare la pipì con la tavoletta abbassata.
Adoro l'odore che la nicotina lascia sulle mani, adoro l'odore che mi lascia nei vestiti. Dovrei smettere, lo so. Ma non ce la faccio. Anzi: se volessi ce la potrei fare, è proprio che non ne ho voglia. Non voglio. Voglio fumare. E lo faccio.
Mi sono seduto su un muretto, è parecchio scomodo, oltre che essere freddissimo è anche bagnato. Umidità.
Sono davanti a casa tua e tu non ci sei. Sarai a fare il cenone con la tua famiglia. O alla messa di mezzanotte.
Non so nemmeno perché sono qui davanti a casa tua, non tornerai sicuramente adesso. Non ho la minima idea di quando tu possa tornare. Ma non ti sto aspettando, in fondo, e lo so benissimo.
La verità è che neanche dovevo essere qui. Dovevo essere a Brighton. “Perché Brighton è la nuova Londra”. Pensa te, io credevo fosse Bristol.
C'era già un progetto, una casa discografica emergente, facciamo tutto con myspace itunes facebook e twitter, che figata, poi si va la sera a sbronzarsi nei pub e a scoparsi le fighette british. Wow, bellissimo, preparo le valigie.
Poi, i soldi sono finiti. Come l'album dei Ministri. I soldi sono finiti, si, ma nelle tasche di uno dei soci. Quando hai 300mila euro di debiti accumulati ovunque, può bastare rubarne qualche migliaio per pensare di scappare fuori dal mondo e rifarti una vita. Magari facendo davvero il musicista, invece che truffare gli altri. L'altro socio, quello truffato, ha tentato il suicidio, ora è in clinica. E io, sono qua. Disoccupato. Odio questa parola. Farò le vacanze di Natale come una normale persona in ferie, poi cercherò un altro lavoro. Qualcosa troverò. Se non altro per pagarmi le sigarette, i caffè, e le birre.
Beata te che almeno ce l'hai una famiglia, che hai qualcuno con cui passare il Natale. Che non ti ritrovi a un passo da mezzanotte, con i piedi freddi, ghiacciati e bagnati, in mezzo alle foglie secche. Bagnate. Foglie secche bagnate. Mi fa ridere pensare a questo realissimo ossimoro, è quasi paradossale. Ascoltando sempre gli Arctic Monkeys, ma stavolta le canzoni nuove brutte.
E potrebbe nevicare da un momento all'altro, ma sono convinto che non lo farà.
Perché sarebbe magico se iniziasse a nevicare, se tu arrivassi da sola, con la tua graziosa cuffia bianca, con il tuo giubbotto delle stesso colore, un paio di stivaletti ingenui quanto te, e mi corressi incontro abbracciandomi. E mi facessi gli auguri di Natale, sorridendomi.
Sarebbe bellissimo, davvero. Guarda, non chiedo neanche un bacio, neanche un bacio su una guancia, sarebbe troppo anche per me le mie fantasie. Un sorriso, almeno.
E invece no. Non nevicherà, e non arriverai in tempo.
In fondo è giusto così: sono venuto qui da solo e non me l'ha chiesto nessuno. Adoro guardare la finestra della tua camera, anche se so che ora è vuota.
Non volevo un altro Natale da solo, no. Però mi piace stare qui. Non ho una famiglia, però devo dire che mi sento a casa mia. Davanti alla tua.
L'ultimo tiro alla sigaretta, che getto in mezzo alla strada. Mi alzo in piedi, mi sistemo il cappotto figo, e tiro fuori il mio regalo.

Un colpo secco e sordo, e il mondo ha un'altra prospettiva. Un sapore caldo e metallico mi riempie  immediatamente la bocca. Tornerai a casa, e troverai i tuoi giocattoli che hai sempre sognato da bambina... l'ambulanza, la macchina della polizia, e il Mercedes nero. Con un bagagliaio grande. Molto grande.
Certo che la paglia potevo lanciarla più in la, a momenti ci sono caduto sopra con la faccia.
Buon Natale, amore mio.

sabato 20 ottobre 2012

Anche se a Londra piove

Ora posso dirvelo: il 10 novembre esce il mio primo libro, e si intitola "Anche se a Londra piove", edito da Tempo al Libro di Faenza.



Anche se a Londra piove

il primo romanzo di Enrico Atti

prima presentazione
sabato 10 novembre, ore 17
cinema teatro Don Zucchini
(via Guercino 19 - Cento FE)


Acquistando questo libro doni 1 euro ad Emilia LìveT per la ricostruzione delle scuole nei paesi terremotati

sabato 29 settembre 2012

La Grande Scossa

dal diario di Giulio

Mi sveglio scosso.
Non capisco bene cosa è successo. E che ore siano.
Ah, è pomeriggio. Tra poco dovrò cenare. Il mio letto sta scossando. Il legno della stanza mi ricorda che si, probabilmente questa è davvero un'altra scossa di assestamento. La testata del letto continua a muoversi. Anche se è tutto tranquillo. Mi alzo infreddolito. E' davvero tutto tranquillo. Controllo facebook. Altre due notifiche, sono stato invitato a due live. Uno è quello di Gritty e BREERAA!! ma lo sapevo già.
Vado a pisciare. Mia madre dovrebbe già sapere che non cenerò a casa. Scendo a dirglielo.
Torno al computer. Controllo i tweet di INGV ma la scossa che ho sentito deve ancora apparire. Forse me la sogno sognata anche stavolta. E' davvero ora di fare la doccia e uscire. Fuori il cielo si prepara al tramonto. E' pieno di nuvole e di una luce strana che neanche in Donnie Darko ce l'avevano una fotografia così.
Mentre faccio la doccia non penso a niente. Esco fuori che è già buio.
Mi vesto - e lo faccio come se fosse figo vestirmi, o il modo in cui mi vesto - perchè mi resta solo quello.
La Punto è sempre nella stessa posizione davanti casa - e non volevo soffermarmi su questo - la prendo e ingrano prepotentemente. Le transenne, il semaforo giallo lampeggiante, le macerie della chiesa di Santo Stefano di Stopasso sono ancora li.
Qui non verrà mai il terremoto - vedrai che se ti impegni alla fine lo trovi il lavoro che vuoi - qui alla fine una casa, una ragazza da sposare, una bella famiglia, li trovano tutti.
Già.
La Punto romba rumorosa sotto il mio culo, e anche se il motore è davanti a me, percepisco la sua malsana natura. Forse la Punto ha fatto i suoi anni ma non posso cambiarla ora.
Il buio inghiotte la strada e i miei pensieri sul fatto che ci sia sempre da fare tutta sta cazzo di strada e non ce ne ho voglia.
Son già scomparso per anni... inhiottito dal buio di Ferrara se sono qui, forse la soluzione è un'altra.

Il buio di Bologna.

Potevo anche finirla così, ma magari il buio è Modena. Mooooodna.
No, è Ferrara un'altra volta il buio che affronterò, sennò l'avrei presa più positiva. Non pensi. Oh ma io dovevo restare in un'angolo di mondo ormai dimenticato, invece mi tocca andare alla presentazione del mio libro.
Ma se ne parlassi ora non si capirebbe.
E poi è presto.

Anche se sono già in ritardo.
I terremoti non sono mai in ritardo. Hanno quella prepotenza che li fa sempre puntuali. E che si inculino tutti i pipponi moralistici sugli orologi del wu ming, non conta mica quali siano i tempi del terremoto della nostra società consumistica dell'iPhone e delle macchine a rate.
Quando viene il terremoto l'iPhone ce lo mettiamo in tasca e la macchina la lasciamo i prendersi i sassi addosso.
E ai Wu Ming non ci pensa nessuno.
Il terremoto è sempre in orario.
Anche se qui sono cent'anni che aspettiamo il Big One, la Grande Scossa. I vecchi si ricordano ancora quella del 1908, anche se di viva c'era solo la nonna Lina che è morta il mese scorso e quindi neanche lei se la può ricordare. Pace all'anima sua. E a tutte le nostre che aspettano sta cazzo di scossa.
Che nemmeno sarà oggi, chiedo a BREERAA!! di controllare sul suo iPhone i tweet di INGV e la scossa non c'è stata, me la sono sognata di nuovo, come sempre, sembra che in testa abbia un cazzo di Inception dove imperano la protezione civile, i campi accoglienza, i certificati di inagibilità e i servizi di TGCom.
Non so chi sia l'architetto di sto scempio ma un'idea ce l'ho.

Di tutte le cose che mi hanno sempre raccontato, quella che mai avrei creduto possibile era questa: e mi hanno mentito, un sacco di volte, mi han mentito su tutta la linea.
Ma non me ne frega poi molto. E' solo il constatare di quanto sia fragile tutta questa roba, dentro e fuori di me, nella testa e nei muri, e di quanto in fondo io sia sempre sospeso tra più sogni. A più livelli. Non saprei nemmeno dire se davvero sto sognando, e in quale sogno mi trovo. Non so se sia un gran bel sogno, a essere sincero.
Spengo una sigaretta con il piede - così son sicuro di non sposarmi - o di morire prima - o non mi ricordo. Potrebbe essere il mio totem, se non fosse che non capisco cosa dovrebbe succedere. Dovrebbe rimanere accesa la sigaretta? Quale cazzo di sigaretta non si spegnerebbe? E in quale cazzo di architettura avverrebbe?
BREERAA!! mi guarda. Siamo pronti. E non lo siamo mai.
L'aria è ferma, non tira un filo d'aria, e gli uccellini stanno tutti volando via. Un paio di cani nel cortile della casa di fianco puntano il naso e le orecchie verso lontano. Poi si voltano. Verso di me.
Siamo in un parcheggio. BREERAA!! tace e mi guarda ancora. Gritty deve ancora arrivare.
E io ho capito.
(non so cosa posso ferirmi e cosa possa ripararmi - ma è la perfetta sintesi di tutti i miei 2X anni di vita)
La Grande Scossa è qui e arriva ora.

lunedì 24 settembre 2012

IPSE DIXIT

Ciao ragazzi, sono contento di presentarvi "Senza te tutto è piccolo", il singolo che ho scelto per prolungare la coda di questa fine estate 2012.
E' una canzone che contiene tante verità, verità legate alle mie giornate, alla persona che al mio fianco la condivide.
Mi auguro sia anche la storia di tanti altri perchè osservare la propria quotidianità dallo spiraglio di una porta socchiusa ed essere felici di ciò che accade è come essere il regista del film della propria vita.
Vivo questa canzone un po' come lo spaccato di un viaggio, come gli attimi che ti fanno rendere conto di quanto siano importanti le piccole cose.
Non ho dovuto pensare tanto al testo, è uscito quasi spontaneamente mentre ero in treno per tornare a casa.
Particolarmente in questo periodo metto spesso in discussione il mio viaggio musicale e questo non dipende dal fatto di ricevere o meno consensi dalla gente ma dalla voglia e, soprattutto, dal bisogno di cercare quello che mi fa ascoltare e comprendere me stesso. Questo è uno dei motivi per cui ritengo che un artista non debba mai sedersi e farsi un applauso da solo.
Vi dirò di più, che le scelte che sto per fare non sono legate al mondo pop attuale, non ritorneranno ad affacciarsi al musical, ma proprio per questo consideratemi un "istrione", un camaleontico cantante innamorato di un'emozione che indossa tutti i colori della musica. Buon ascolto a tutti!


(Matteo Setti, cantante)