martedì 19 gennaio 2016

Lacetti - No car for old men

Da qualche parte, altrove, Lacetti...

"Ancora 8mila, forse 10mila miglia, ma poi è questo ferro è da buttare" mi fece Greg, con le mani sporche di olio.
"Quanto mi costerà?"
"Ah, non meno di una Escort al centro di Soho" si mise a ridere.
"Cosa intendi con Escort, esattamente?"
"Quando parlo di Escort parlo di una RS Cosworth, niente di meno. Roba da 200 cavalle."
"Cavalle?"
"Cavalle, hp di razza."
"E 200mila pound?"
"Non meno di 200, ci puoi giurare."
"E ci posso girare?"
"Di sicuro più che su questa Lacetti. Comunque già al sud di Matera conosco gente che ancora pagherebbe qualche pezzo per avere questo ferro sotto il culo."
"Qualche pezzo?"
"Si, hai capito."
"E perché?"
"Non fare domande di cui non ti serve la risposta. Se ti interessa fammi sapere. Sei Lacetti anche senza Lacetti."

E aveva fottutamente ragione. Sputai tabacco sul marciapiede. Sono Lacetti anche senza la mia Chevy Lacetti a farmi venire il tetano.
Così me ne pensavo mentre accendevo il ferro e spingevo allegramente verso Ovest.
Venivo da un lungo periodo lontano dalle bottiglie, dopo i fasti infausti dell'est. La mia Topolina di San Pietroburgo era scomparsa, o forse non era nemmeno mai esistita, e così aveva dovuto capire il da farsi.
E fu sul viaggio di ritorno, che la vidi, muoversi come una gattina incuriosita. Era la mia Charlotte Gainsbourg, e fanculo l'est, avrei dovuto seguire quel profumino francese.
Vieni a Parigi, mi disse.
Con cosa cazzo ci pago l'aereo, le risposi.
Non ce l'hai una macchina, osò ribattere.
Mi piaceva il suo cazzo di caratterino francese, avvolto in un trench come un manichino di H&M quando arriva settembre.
Non avevo bigliettoni per quei voli della minchia, ad essere onesto, ma sapevo che avrei inventato qualcosa con il mio ferro. Probabilmente mi avrebbe abbandonato di fronte ad un casello, con una saccoccia di monetine nella mano per il pedaggio, ma dovevo tentare a tutti i costi questa trasferta.

Dovevo seguirne la scia, e tentare di guadagnare un metro alla volta. Solo così potevo pensare di arrivare a lei. Non sarebbe stato assolutamente facile, ma era l'unico modo per garantirmi un futuro. I bigliettoni cominciavano a terminare, e a Parigi c'era un qualche lavoro dei marsigliesi pronto ad aspettarmi.
Forse John si sarebbe deciso a venirmi a trovare, anche se non sopportava l'idea di trovare tutte quelle BMW ad aspettarlo.
Mi sarebbe piaciuto tornare a lavorare con lui, era un cazzone di prim'ordine, ma di quello che sanno come fare un lavoro fatto bene.

Mi sistemai per bene i gioielli sul sedile, e buttai la quinta, inserendomi nella carreggiata, verso Ventimiglia, la Mille Miglia, e tutte le altre corse che mi avrebbero atteso al traguardo.


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