mercoledì 21 ottobre 2015

Lost in the weekend


Perdo la memoria. E/o coscienza. E/o non ricordo. Ho dei blackout totali. Ho dei momenti di dislessia in cui mi mangio le parole. O le confondo. O le combino tra loro. Sembro sempre ubriaco anche quando non lo sono. Sono spesso ubriaco anche quando non lo sembro.
Bevo. Bevo spesso e bevo tanto. Tutto. In particolare tè, tisane, camomille.
Ascolto musica discutibile. Dance, house, apprezzo il pop. Ho ripreso ad ascoltare anche del rap.
Mi interesso a cose ridicole e pacchiane come la Formula E. Leggo gli articoli più disparati e disperati su internet sugli argomenti più assurdi.
Cerco di fare sport il più possibile. Ma ne faccio sempre poco. E non basta mai.
Mi perdo nelle mie commissioni e nelle mie mansioni, anche le più banali, e anche se mi sembra di dare il massimo, c'è sempre qualcosa che resta indietro. Sempre. Sempre.
Lascio sempre in disordine tutti i miei vestiti. Che sono sempre di più. Anche se metto sempre gli stessi.
Non so dire quanti mesi sono che non riesco a fare una cosa bene, dall'inizio alla fine. C'è sempre qualcosa che non va. E le cose non riesco mai a finirle senza che in mezzo ci si mettano mille intoppi.
La mia vita lavorativa non esiste. C'è, ma è come se non esistesse. La mia vita privata forse non esiste per davvero (qual è la mia vita privata? è privata nel senso che ne sono privato?). La mia vita pubblica non so in cosa consista (è quella di quando faccio apparizioni in pubblico? cioè tipo andare nell'unico locale e nell'unica tribuna dell'unica squadra? ah, ok, allora si svolge tra il sabato e la domenica e si esaurisce in 24 ore, e consiste nella mia solita faccia con i capelli che gradualmente si allungano e i 4 maglioncini che indosso a rotazione).
E la mia vita da scrittore è questa, cioè il mix caotico e poco amalgamato di queste tre precedenti. David Foster Wallace si sarebbe sparato prima. Bukowski sarebbe morto prima. Baricco sarebbe dallo psicanalista. Fabio Volo tornerebbe a fare il fornaio. Moccia farebbe "i ragazzi della terza C - 20 anni dopo".
Solo io riesco a resistere - ma ad ognuno la propria vita.
Senza che io riesca nemmeno ad aprire word. La verità è che non scrivo da qualche settimana. Non ce la faccio.
Dovrei scrivere dopo mezzanotte. Ma ho paura di perdere il posto di lavoro, alla lunga, e andrebbe troppo a influire sulle altre tre vite precedenti.
Poi arriva il venerdì. Poi sabato. Domenica. E lunedì.
I weekend sono pochi, arrivano, e passano, e lasciano solchi invisibili. E indelebili.

E ti ritrovi a piangere ascoltando Cesare Cremonini, che mi sembra il finale di 1984. Ma tu chi, non lo so, io no, tu si.

"Un commento su questa serata?"
"Non sento niente."
"Direi che va bene così."

"Ho i tappi nelle orecchie. Hai detto qualcosa?"
"No, niente"
"Ah."