mercoledì 29 ottobre 2014

Dopo gli Smiths

E' un po' come essere arrivato dopo Morrissey, dopo "Please please please let me get what I want this time".

Cioè, hai passato anche una canzone che durava più il titolo che la canzone stessa, hai rotto i coglioni a Dio chi per esso (o per Esso, in una questa società controllata ancora dai petrolieri), hai avuto quel cazzo che volevi, o forse te lo sei andato a prendere da solo e pure portato a casa come fosse una pubblicità della Nike (che i vestiti no, ma le pubblicità, ah, come le facevano loro...), e adesso, che cazzo vuoi?
Sarà anche finito tutto, ma nel mentre tu hai voluto quello che volevi, no?
E ora che cazzo ci vieni a rompere i coglioni?

Mi dispiace, è il turno di un altro, per piangere al cielo, e invocare pietà sulle note dei The Smiths.

A te resta Heaven knows I'm a miserable now.

Che palle.

Ti resta solo da cambiare la discografia, e partire da capo.

Hello.

Du maron.

Pensavi che 30 anni fossero serviti a qualcosa.

E forse forse, sono solo serviti ad aggiornare iTunes una decina di volte. E di più.

Hello. Whatever people say I am, that's what I'm not. What's the story, morning glory?


mercoledì 1 ottobre 2014

I gatti che amano la vita

E poi dove vivo, una città dormitorio dalla quale scrivo
in un paese di ciechi e di sordi - che speri
si rivelino
più cechi e più Sordi quello che credi,
o di quello che vedi
in città dormitorio dove nemmeno trovi da parcheggiare
eppure ci vivi - ci credi?
in quelle tre vie triangolari dove ogni sonno si sembra fermare.
Saranno i gatti che voglion morire
- ma no -
ma la tua vita si svolge su strade molto più lontane,
da dire, da fare
come neanche potessi sentire
il rumore del mare, o una farfalla volare
o semplicemente un treno merci partire.
Che esempi di merda, poi, mica viviamo nelle città Lego
eppure qui l'ego
che nemmeno lego
ci porterà altrove, su ali fatate, o semplicemente datate
a rincorrere eterne chimere
qui, 40 km dalla ciminiere
che luci della centrale elettrica non sono
e non saranno mai
ognuno a rincorrere i suoi guai,
oppure non ci incontreremo mai, ma saremo comunque pronti
anche a non essere amici di Vasco, né Rossi, né Brondi.

Ma le strade davvero qui vanno lontano,
molto oltre questa mano
in un sogno che passa per ogni distributore
nel giorno, nella notte, nell'amore
di chi, di cosa, di che, oh
è passato un cartello, guarda te
come si cambia in fretta provincia, regione, credo e religione
pur di trovare una sola ragione.
Che si vive per raccontare tutto a 40, 30, 20 persone
o anche forse solo una
che i momenti per cui vale la pena vivere non sono quelli in cui respiri
ma quelli che il fiato te lo tolgono
però devi respirare subito dopo, e te lo devi ricordare
sennò è un momento indimenticabile - si ma perché è un infarto
e allora su certe cose non ci dobbiamo scherzare.
Non si scherza sui morti, sui santi, sui fanti,
sugli alfieri e sui re, guai a chiedere perché, su questa scacchiera
e intanto si fa sera
sulle nostre case in affitto, sui sogni emiliani pagati con rate di mutui
e con cartellini quotidiani.
La mia sera giunge al termine, ma non
mai e poi mai
la mia voglia di credere che possiamo
e dobbiamo
arrivare a qualcosa di diverso
perché in fondo lo possiamo avere, un finale migliore
se non altro per trovare un cazzo di parcheggio più vicino a casa.