mercoledì 21 maggio 2014

Two Fingerz In One Throat

Ora che (non ti sembra buffo), 
ora che (proprio ora che non serve più), 
ora che non serve più (riuscire a dare un senso un senso a tutto) ...

Il mal di testa, la sonnolenza, e il Napoli che vince la Coppa Italia.

C'era anche il pesce freddo nel frigo, che non era nemmeno per me, ma l'ho mangiato lo stesso perché avevo fame.

(...) ma soldi non ne ho 
e a dir la verità, non ho nemmeno un tour 
ho solo qualche data qua e là 
e se potessi ti regalerei sole ma per ora devi accontentarti di un'abat-bajour (...)

Non c'era nessuno per strada. Nessuno aveva voglia di andare da nessuna parte. Chi poteva partire era già partito nel pomeriggio. Gli altri erano rimasti. Dovevano rimanere.

(...) il talento ti trattiene in catene i sogni, ma non ti mantiene (...) 

Solo io me ne sarei andato a breve. Dovevo lavorare. Altrove.
Io e pochi altri.

(...) perché il sogno te lo scegli da bambino 
e il tempo passa e sbiadisce lo scontrino 
così a trent'anni ti svegli vuoi cambiarlo (...)

Che cos'è rimasto di tutto questo?
No, non i vostri ricordi mediocri di un tempo in cui si è stato ipocritamente uniti.

Cioè che è stato, in quello stato, in altro Stato, per quel che è stato.

Temo non sia rimasto più niente.

Non ti sembra buffo? Ora che non serve più, proprio ora che non serve più, riuscire a dare un senso, un senso a tutto?

Si, isn't it ironic, don't you think? Certo che se sono capace di dare un senso a parte della discografia dei Two Fingerz, allora questo e altro.


P.S. vabbè, c'era pure Dargen.

martedì 6 maggio 2014

Lo studente fuoricorso

(continua da qui)

[...] questo simil cambiare, o cambiare con una leva del cambio in similpelle, mentre più più probabilmente mi abbasso sempre di più come il muso di una F14-T e cerco di andare avanti fendendo l'aria senza strisciare, quando neanche la prospettiva di dissolvermi in volo come una stella cadente con la scia è realisticamente possibile, e quando anche del gettarmi via la sera per raccogliermi la mattina e riciclarmi il pomeriggio inizio ad esserne stanco.

Forse c'è un'altra alternativa, forse siamo all'inizio di una grande stagione, ma forse, con una seconda ipotesi tanto semplice quando destabilizzante, noi siamo diventati lo studente fuori corso.


C'è un giorno in cui hai ventanni o poco più e vai a lezione all'università. Ti metti a metà dell'aula che è mezza vuota. E scopri che in fondo c'è un tipo strano.

La barba un po' incolta, vestito un po' meglio di te, sembra quasi interessato alla lezione. Una borsa/zainetto semivuoto, un quaderno per gli appunti, una semplice bic in mano, gli occhiali indosso/gli occhiali da sole appena tolti.
La prof comincia la lezione e chiede "siete tutti del nuovo ordinamento"? E si alza una selva di mani, compresa la tua.
"C'è qualcuno che non è del nuovo ordinamento?"
E dal fondo si alza una mano. La sua.

"Io sono del vecchio ordinamento, curricula Pubblico e Sociale, dovrei dare l'esame da 6 crediti invece che cinque."
"Ah... ok. Si fermi qui dopo la lezione che parlo con lei del programma."

Poi passano gli anni, passano gli esami, ma non tutti, e non tutti al primo colpo, e a un certo punto vai a lezione con la barba un po' incolta, vestito un po' meglio degli altri, quasi interessato alla lezione, ti metti in fondo all'aula, tiri fuori la tua bic e il tuo quaderno dallo zainetto semivuoto e... cazzo, lo studente fuori corso sei diventato tu. Senza nemmeno accorgertene.

Capisci? Hai guardato per una vita questi trentenni scapoloni che ti facevano anche un po' tristezza, anche se rispettavi il loro apparente muoversi nel mondo guidati da un qualcosa di sicuro (il lavoro? la fede in Gesù Cristo? boh, una delle due, perché apparentemente non è che potessero credere così tanto nei Radiohead o nella Premier League), che avevano sempre una parola azzeccata per tutto e ora...

...e ora il trentenne triste sei tu.
Ma come.
Ma come cazzo è possibile.
Ma quando è successo.
Ma com'è che non mi ha avvisato nessuno.
Ma quando è successo? Cioè cosa stavo facendo? Perché non mi avete chiamato?
Ma cazzo.
Ma era ieri che correvamo dietro a un pallone e...
...e ora lo studente fuori corso sei tu, ora il trentenne triste sei tu.

Sicuramente da qualche parte hai sbagliato qualcosa - va anche detto che ci sono un sacco di cose sbagliate che non sono dipese da te.


E poi è vero, a trent'anni qualunque cosa fai finisci per essere patetico. Pensateci bene. A trentanni non puoi più
1) impiccarti (oltre che patetico poi saresti anche morto)
2) tingerti i capelli di colori del cazzo

3) andare palesemente a figa da delle 18enni
4) tagliare i capelli con dei tagli strani
5) fare l'erasmus
6) fare elenchi di merda che sembrano quelli dell'oltreuomo.

E una serie di altre cose che evito per non sconfinare troppo nel suddetto punto 6.

Poi un giorno vi faccio un post felice e positivista così siamo tutti più contenti e andiamo a fanculo con il sorriso. Perché l'importante è andare a fanculo, ma poter andarci sereni.