giovedì 3 aprile 2014

E scenderemo piano

E scenderemo piano, come luci luminose (che pare 'na cazzata, però i fari poi se non li accendi sono luci spente... si si ridi pure, ma se vi ferma la stradale cazzi vostri) a illuminare quelle che sono le nostre vite, tra il tentativo di dissolverci in volo come stelle cadenti, e la voglia di irradiare tutta una pianura di primavera in primavera.
Ci siamo già stati qui: riconosco i colori e le insegne, che mi insegnano che non imparo mai.
Ci siamo già stati qui: e obiettivamente è un posto del cazzo, pare Queensway, ma Queensway a Londra, è tutto finto e pieno di italiani che blaterano, insomma tanta gente di merda in un posto che se fosse vuoto sarebbe ancora più di merda.

Ma noi non apparteniamo a questo posto, noi non apparteniamo a questi colori: noi siamo di dove hanno le Fiat Uno del '92, di dove nei bar hanno il Winner (senza Taco, proprio il Winner e basta), di dove la wi-fi prende bene e prende ovunque, dove Maria Antonietta suona nei bar a caso senza biglietto, come se fosse a farti le sorprese, dove ci sono i romanzi, hai capito? i romanzi, proprio, dove le storie possiedono finali più forte di questo, con tinte più forti.

Forse ora viene a piovere, peccato, è stato bello tutto questo sole.

Ma se c'è una cosa certa, è che può piovere per sempre, e che Brandon Lee sia morto e io no, quindi di certo farà fatica a smentirmi, e farà anche fatica ad accorgersene che di cose, in fondo, ne ho dette due.

Va persino tutto troppo bene per credere che possa andare bene per davvero.

Questo blog non è fatto per essere capito, ma è fatto per essere vissuto e condiviso, così come le emozioni di chi legge, gli articoli di Wired, e i bei dischi.

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