mercoledì 9 novembre 2011

Il rumore del silenzio

Ho iniziato a collaborare con Notizie-News, giornale online... i miei articoli li riporterò su questo blog. Eh, dai, mica mi occupo solo di cazzate... oppure si?



Il rumore del silenzio
Nonciclopedia e Wikipedia: quando sparire serve a farsi sentire


Forse, così vicine non lo erano mai state. Wikipedia e Nonciclopedia. Un po’ l’Alfa e l’Omega del sapere internettiano odierno. Certo, entrambe sono basate sul concetto “wiki”, ovvero scritte e aggiornate grazie ai loro utenti, e aperte alla lettura e ai contributi di tutto il web. Molto simili nella forma e nell’aspetto grafico, ma l’opposto per quanto riguarda i contenuti.
Wikipedia, nonostante non sia realizzata da professionisti, si è guadagnata in pochi anni la considerazione dell’intero mondo di internet e non solo, con versioni in centinaia di lingue (dialetti locali compresi), centinaia di migliaia di voci, tanto da diventare una fonte più ufficiali delle stesse fonti a cui fa riferimento. Nonciclopedia ne è invece la parodia: una versione dissacrante, ironica e scanzonata, talvolta persino esagerata, con battute di dubbio gusto che possono risultare offensive, proprio perché per la natura “open” dei contenuti il suo controllo è lento e difficoltoso.
In breve: Wikipedia vuole informare, Nonciclopedia vuole divertire. Eppure, si sono trovate molto vicine, nei primi giorni di Ottobre.

Tutto è cominciato quando Vasco Rossi, nel 2010, ha ritenuto che la propria voce in Nonciclopedia fosse offensiva, tanto da smuovere i propri legali per ottenere la rimozione di alcune battute che al rocker di Zocca proprio non andavano giù. La faccenda è lunga e un po’ complicata (Nonciclopedia ha fornito una sua versione dei fatti che non è mai stata né confermata né smentita dai legali di Vasco), sta di fatto che la Polizia Postale ha contattato più volte gli amministratori del sito. Troppo spesso, per persone che hanno sempre considerato Nonciclopedia come un divertente passatempo senza scopo di lucro, che quindi non avrebbero mai potuto difendersi da un eventuale causa legale contro Vasco o una qualunque “corazzata” della sua portata.
A questo punto, gli amministratori, chiedendosi se avesse senso tenere aperto il sito, hanno avuto un’idea: chiuderlo temporaneamente, utilizzando le pagine dell’enciclopedia per raccontare l’accaduto.
Nel giro di poche ore, la notizia ha fatto il giro della rete, condivisa rapidamente dagli utenti di Facebook e Twitter, che hanno immediatamente creato gruppi a difesa della Nonciclopedia, in nome della libertà di parola. Anche la pagina facebook di Vasco è stata letteralmente intasata da commenti molto negativi di parecchi utenti, fan e non, che ricordavano come una volta fosse proprio lui, nelle sue canzoni, a inneggiare alla libertà di parola (e non solo della parola, ma questo è un altro discorso).
La notizia è arrivata anche a chi non conosceva la Nonciclopedia, tramite radio e televisioni. Messi alle strette da questa mobilitazione popolare, i legali del rocker hanno così ritirato la causa, e Nonciclopedia ha deciso di riaprire le proprie pagine.
Il “lieto fine” è stato festeggiato in tutta la rete, tanto che forse la vicenda è stata di ispirazione agli amministratori della “sorella seria” Wikipedia.
Pochi giorni dopo, infatti, la versione italiana di Wikipedia ha deciso ha di oscurare le proprie pagine per ben tre giorni, sostituendole con una nota. In questo avviso si spiegava agli utenti che la decisione era stata presa in segno di protesta verso la cosiddetta “legge bavaglio” (anche nota come DDL intercettazioni), che in particolare nel suo comma 29 minacciava l’esistenza di tutte le pagine di informazione non gestite da professionisti: compresa quindi la stessa Wikipedia, che per le caratteristiche del suo progetto non ha una redazione né tantomeno sponsorizzazioni, vivendo solamente grazie alle donazioni dei suoi utenti e alla loro collaborazione volontaria.
Anche in questo caso, l’obiettivo è stato raggiunto: l’opinione pubblica è stata sensibilizzata riguardo il rischio che si stava correndo, e il governo è stato costretto a rimettere le mani sul DDL (le cui modifiche al momento non sono ancora approvate in via definiva).
Dove sta la grande vicinanza tra i due siti, quindi? Non solo nella sospensione temporanea del servizio, ma anche nel fatto che la scelta è stata operata spontaneamente e senza che fosse richiesta da nessuno.
Né Vasco né tantomeno i suoi legali hanno mai chiesto la chiusura dell’intera Nonciclopedia, così come la Legge Bavaglio non presenta alcun comma che richieda la chiusura di alcun sito o blog; eppure questi due siti hanno scelto spontaneamente di disattivarsi, di sparire temporaneamente, mostrando agli utenti come sarebbe la loro vita senza di loro.
E ha funzionato.
Quanti di noi si sarebbero interrogati sui problemi che può avere un sito qualunque, dalla modesta disponibilità economica, nei confronti di chi può permettersi ottimi studi legali? Chi di noi avrebbe trovato il tempo di informarsi su una legge mal riuscita, che di fatto rendeva impossibile permettersi anche solo un piccolo blog?
Invece, con un solo piccolo gesto, queste tematiche ci sono subito balzate agli occhi, costringendoci a prendere coscienza della cosa, e spingendoci, anche solo per curiosità, a capire “perché” stava succedendo questo.
In una società in cui tutti possiamo parlare, in cui ormai chiunque può dire la sua, in cui la fa da padrone “chi urla più forte”, c’è chi è riuscito a farsi sentire da tutti semplicemente restando in silenzio.
Si dice che capiamo il valore delle cose solo quando queste se ne vanno, e forse, a giudicare da questi risultati, è proprio vero.

Enrico Atti

fonte: Notizie-News (www.notizie-news.it)

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