lunedì 31 ottobre 2011

Milano

Un giorno mi sono svegliato e mi sono fatto un centinaio di chilometri in macchina.
Ho messo un album dei Sigur Ros. Cioè non l'ho messo su io apposta, è capitato quello e complici i primi chilometri di strada, decisi di tenerlo.
L'album è Takk, il più famoso, forse. Quello di Hoppipolla. Quella che è stata utilizzata come stacchetto a Sanremo.

...

Ok, aprite youtube, scrivete "sigur ros hoppipolla" e poi dite tutti in coro "ah! quella li!"
Ecco. Quell'album si apre e procede come un fiore che si schiude, come la primavera da marzo in avanti, come il sole che si alza dall'orizzonte in una giornata di sole.
E a un certo punto, arriva Milano.
Cioè non io, io stavo tornando verso Bologna. Arriva una canzone che si chiama Milano. Che bella.
Mi ero appena preso un caffè all'autogrill, peraltro.
Milano.
Dovete sapere che i Sigur Ros sono islandesi. Dovete sapere che sono personaggi particolari. Ad esempio il cantante.
- è islandese
- è gay
- è cieco da un occhio
- suona la chitarra con un arco di violino
(gli ultimi tre punti non sono collegati tra loro).
(cioè non si è accecato con un arco di violino mentre uno tentava di metterglielo in culo. l'arco di violino intendo)
Comunque, l'Islanda è una paese pieno di geyser. Ma evidentemente c'è anche qualche gay.
Ah, dimenticavo l'ultima stranezza del tipo. Si è inventato una lingua tutta sua con il quale ha cantato un album intero. Come se già non bastasse cantare in islandese. Che già sembravano cantate con il catalogo Ikea. Che tra l'altro, non è svedese, ma è davvero una lingua tutta sua.
Ah, dimenticavo anche il nome di questo tipo. Si chiama Jonsi. Che poi è un soprannome, lui in realtà si chiama Jón Þor Birgisson.
Comunque, il nick "Jonsi" forse è la cosa più normale di tutti. Ah no aspetta devo dire che anche l'omosessualità è normale sennò poi gli omosessuali si incazzano.
Ma si, anche il colibrì è normale, anche il Rabarbaro Zucca è normale, ma converrete con me che quantomeno sono più rari.
Comunque, sto Jonsi a fatto un canzone che si chiama Milano. E non Milan. Nemmeno AC Milan o Inter Milan. Proprio Milano.
Cosa può averlo spinto?
(no vabbè qui le battute facili si sprecherebbero) (ma non ci state andando lontano).
Jonsi suona nei Sigur Ros. I Sigur Ros fanno concerti. I concerti si fanno anche a Milano. Milano è una città europea. Europea nel senso di "cultura moderna europea tipo mitteleuropea alla massimo coppola tipo bruxelles".
Che sennò quelli di Napoli si incazzano se dico che Napoli è meno europea. Minchia, se c'è un omosessuale di Napoli che sta leggendo come minimo mi segnala il sito.
Allora, Jonsi fa un concerto, poi va in un club. Nel club fa cose, conosce gente. Conosce uno. Un bel ragazzo. Simpatico. Carino. E' italiano ma parla bene l'inglese. (Questa si che è una cosa rara e strana, altro che l'omosessualità! Un italiano che parla bene l'inglese è quasi contronatura).
Parlano. Parlano tanto. Magari bevono anche un po'. Poco che alla fine a Milano costa bere. Poi magari sono dei cocktail anche un po' di merda. Vieni a casa mia. Jonsi ci va...
...e che carini! Fanno le loro cosine, e si addormentano.
Poi, alla mattina, Jonsi si sveglia. C'è il sole. Magari è novembre, e a Milano c'è il sole! Jonsi si è pure svegliato presto. Poco dopo l'alba. Il sole che si alza sopra tutta Milano.
Che bella Milano. (si vede che c'hai vissuto meno di 24 ore li, Jonsi)
Che bello che è lui (l'altro, il tipo milanese che dorme). Che bello quest'amore così breve ma così intenso. Che bello che magari ci risentiremo e ci rivedremo ancora. Che oggi pomeriggio presto ho l'aereo per tornare in Islanda.

Che bella l'omosessualità. Degli altri.
Ecco, così, con una melodia sussurrata (per non sveglire il partner) nel memo del cellulare Nokia (ancora non c'era l'iPhone), e un testo abbozzato su una pagina della moleskine da bravo radical-omosexual-chic, che mi immagino nasca Milano.

Che poi Jonsi tornato in Islanda ha conosciuto Alex Somer, il suo attuale ragazzo, con il quale ha anche fatto un album. E quindi ciao ciao milanese.

Che poi, viveva a Milano, ma magari sto qui era un omosessuale di Napoli. Oh, cosa mi odi, Jonsi ti ha dedicato una canzone e io ti ho pure dedicato un post!
Che irriconoscente.
Perché gli omosessuali sono come gli islandesi. E cioé? PERSONE! PRIMA DI TUTTO, SONO PERSONE! Che in quanto tali, possono esssere di Napoli, e irriconoscenti.

(si, possono esistere anche islandesi di Napoli. Oh, se poi gli va a finire l'archetto di violino nell'occhio io non c'entro niente, non dite che ho portato sfiga)

EDIT: quasi mi dimenticavo, ma pensa alla scena di quando lui gli dice "Guarda Milano" e l'altro gli risponde "Ehi, ma te l'ho guardato tutta notte..."
Però in inglese forse non faceva così ridere.

mercoledì 26 ottobre 2011

Mica si scrive per vivere felici, si scrive per morire senza rimpianti.

- Oggi ho visto il TG di La7. C'era Mentana che sembrava stesse vivendo un dramma tutto suo nell'annunciare una situazione drammatica per l'Italia e per l'Europa. Enrix, oh, stai tranquillo, son almeno 10 anni che stiamo nella merda e nessuna ne fa un dramma, vai tranquillo che moriremo lentamente giorno dopo giorno. Take it easy.

- Vorrei riuscire a rendere in qualche cosa di quelle che scrivo la stessa "perfezione secca" che c'è in una canzone come "Il mondo prima" dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

- While we're living... the dreams we have as children fade away. Non sono del tutto d'accordo Noel, comunque Fade Away resta una gran canzone, gran bell'album quello che hai fatto live, e complimenti anche per il primo lavoro solista coi tuoi uccelli volanti.

- Abbiamo tutti un po' sottovalutato i Digitalism e continuamo a farlo. E' ora di smetterla un poco.

- La gente pensa che la vita da scrittori sia una cosa molto figa. Non ha ancora capito che la vita da scrittori vuol dire fare i camerieri, i baristi, i disoccupati, gli educatori, i portapizze, gli insegnanti, arrabattarsi per avere uno stipendio, arrabattarsi per scrivere, arrabattarsi per farsi pubblicare, arrabattarsi anche solo per far sapere agli altri che stai scrivendo senza che si mettano a ridere. E rispolverare il verbo arrabattare.
La vita da scrittori è un serbatoio incredibile di disagi e insoddisfazioni, e uno non la fa mica perché è figa, ma perché l'unica che uno può fare per morire senza rimpianti.
Hai capito? Mica si scrive per vivere felici, si scrive per morire senza rimpianti.

- A noi cosa ce ne frega dell'Italia e della Merkel, di Simoncelli e di Gheddafi. A noi chi ci pensa mai? A noi non ci sta salvando nessuno, e moriamo uno dopo l'altro, lentamente, come l'Italia...  oddio, ho nominato Simoncelli, adesso nominare Simoncelli è diventato un po' come nominare Berlusconi. Ma cosa c'entra con me? Con noi? Lui non è mica morto lentamente.
Però ammetto che un po' mi ha colpito.
Mi ha colpito perché Simoncelli era li con Dovizioso, Rossi, Stoner e tutti gli altri, come attori di uno spettacolo itinerante, come acrobati in un circo, che ogni settimana andavano in un posto diverso. E li vedi sfrecciare, volare, e non pensi che in realtà siano sempre a pochi centimetri dalla morte. E poi all'improvviso qualcuno se ne va.
Ogni tanto qualcuno se ne va.
E prima era li, e poi non c'è più.
Poi ho fatto anche un sogno a riguardo, un bel sogno credo, ma me lo terrò per me. O al limite le persone che ho sognato.
Mi ha colpito. Cioè non tanto quanto lui. Lui è stato colpito più di me di sicuro. Almeno due volte, una da Edwards e una da Rossi. Diciamo che la morte gli è arrivata così, tra capo e collo.
Oh ma non sto mica facendo dell'umorismo, che poi si rivoltano tutti contro come con Nonciclopedia e un po' anche con Spinoza.
Ecco, sicuramente non ha pensato "questa è l'ultima volta che cado".
Cosa vuoi che abbia pensato. "Dioboh dai che la moto la tengo su, speriamo che dietro non arrivi ness..."
Bum. E fine.
Non è che c'è molto altro da dire. Le parole le avrà chi ha qualcosa da dire.
E' un lavoro, lo si fa per passione, e lo si fa anche per gli altri. E si rischia di morire. Lo sai tu che corri, lo sanno anche quelli che guardano, solo che spesso ce ne si dimentica.
Forse è davvero un po' come scrivere. Anche chi scrive lo fa per pasione, e lo si fa anche per gli altri. Anche a scrivere si rischia un po' di morire, anche se la dinamica è molto diversa.
Non so se in proporzione siano morti più motociclisti o scrittori. Forse sono morti più scrittori... tra droghe e suicidi, forse è più facile che muoia uno scrittore prima del tempo che un motociclista.
Voglio dire, sto considerando TUTTI i motociclisti, anche quelli del campionato provinciale di motorette da 50 cc, e TUTTI gli scrittori, anche quelli che abitano in un paese del cazzo tipo Cento e pubblicano il loro libro via internet, senza codice ISBN, e magari pagando anche per farselo pubblicare.
No ma non sto parlando di me, tranquilli.
Non mi sento un eroe che rischia la vita. Non mi sento nemmeno uno scrittore. Figurati se posso paragonarmi a Simoncelli. Oddio, oggi ho proprio dei capelli del cazzo, è vero, ma non fatto ancora cadere nessuno.
Ok, ho urtato il mio cane sul posteriore, ma era stato lui a tagliarmi la strada. E comunque non l'ho buttato per terra lussandogli la spalla. E il mio cane non è spagnolo.
Sto facendo ironia? A me non fa ridere. E' ironia? Ma se uno è ironico deve far ridere? Ma se uno scrive così e basta? Boh.
Quante sovrastrutture inutili.
Dai, stiamo tutti un po' più tranquilli. Anche tu, Enrico Mentana.
Magari Simoncelli correva per vivere felice, ma sono sicuro anche che lo faceva per morire senza rimpianti.

No ma se finisco così sembra un post strutturato su Simoncelli, in realtà davvero volevo parlare di Mentana. E' pure invecchiato un sacco.

Si, così è un brutto finale, ma non mi viene in mente di meglio, tolto Simoncelli. Oh ma poi cosa volete, io non sono uno scrittore, e sto blog è pure gratis, andate a leggervi Beppe Grillo allora.


lunedì 17 ottobre 2011

Suzuka

Suzuka è stata per anni l'ultima tappa del Mondiale di Formula 1. O la penultima. La Formula 1 dei 16 gran premi, se non meno. La Formula 1 del punteggio con gli scarti. Per intenderci... Prost, Senna, Piquet, Mansell... ma anche Hill, Schumacher, Villeneuve, Hakkinen, Irvine...
Insomma: molto spesso, si arrivava con il titolo ancora in ballo. Tra due piloti. Al massimo tre.
E per tutti gli altri... era l'ultimo giorno di scuola. Promossi, bocciati, e rimandati. Chi si ritirava, chi cambiava scuderia, chi era confermato, chi abbandonava... tante situazioni diverse, in un clima bene o male festoso. O al limite, quel clima tipo "ma si ormai che cazzo ce ne frega".

Grandi abbracci, grandi amicizie, ma per te vince Senna o Prost? ma che cazzo me ne frega, tanto noi abbiamo perso, "beh però è stato bello"  "bello sti due maroni, a me perdere non piace"  "eh ma dai fattela una cazzo di risata"  "eh si dai che tanto abbiamo finito"  "e te cosa vuoi?"
ma abbiamo finito cosa? abbiamo finito di perdere? per me non abbiamo iniziato mai a vincere. la gente lascia da perdere la mia macchina, tanto domani la smontano, la mettono all'asta, ormai i pezzi usati si buttano tutti, anno nuovo macchina nuova, ma si lanciatela pure giù da una finestra sta cazzo di ferraglia azzurra color frocio.
Vieni qui, bevi un bicchiere di spumante, tanto l'antidoping non c'è, non hai mica vinto, ma cosa cazzo devo bere? Uno fa l'idota con un cappello da jolly, un tifoso ha in testa una macchina di polistirolo di schumacher, gente giapponese con disegni tatuaggi e colorazioni allucinanti, e soprattutto cosa cazzo ci fanno in corsia box.
Ti slacci la tuta, te la annodi in vita, come un eroe anni 90, e d'altronde sei negli anni 90. Poi qualcuno arriva a sciancarti i maroni di nuovo, dai vieni che festeggiamo con il presidente, e che palle, e chi cazzo è, non si è mai visto, anche quegli altri li, ma possibile che quando c'è da bere gratis arrivi gente da ogni parte?
Dov'era tutta sta cazzo di gente quando ci si spegnevano le macchine in Canada?
Io non ho voglia di stare qui, ma mi sembra di stare in un flipper, ogni volta che cerco di allontanarmi mi colpiscono e mi rimandano alla base...
Cosa volete, bata, è finita, smontate la vostra roba, impacchettate tutto, torniamo a casa, poi ci rivedremo a una cena prima o poi, o forse mai, che veniamo tutti da tutto il mondo, e figurati. Qualcuno si rivede in giro, oggi ci diciamo addio dicendoci arrivederci. Che a me sta roba fa un po' di tristezza anno dopo anno.
Uno vorrebbe stare da solo... guardare Senna e Prost. Loro si che arrivano a giocarsela fino alla fine. Loro si che arrivano a giocarsela a Suzuka. Che bello sarebbe poter essere come loro, anche solo una volta. Noi arriviamo che abbiamo sempre perso. Che ci diamo le pacche sulle spalle dicendoci "eh, ma almeno ci abbiamo provato"... e poi a che cosa è servito?
Ci ricorderà forse qualcuno? Abbiamo forse guadagnato dei soldi? Abbiamo dato qualcosa a qualcuno? Che spettacolo abbiamo dato?
Siamo solo degli umili operai nella vigna del signore. Del signore Bernie Ecclestone.
Non ho più voglia di correre. Anche se poi magari tra sei mesi sono di nuovo in griglia, quando si comincia in Australia. Ma ora, non ne ho più voglia.
Mi da tutto così il voltastomaco...

...però, poi, nessuno si sveglierà per vedere Vettel. E questo, anche se non è una soddisfazione, almeno mi dona un sorriso.

venerdì 14 ottobre 2011

Ma... ?

Ma quand'è che me l'avevate detto? Ma da dov'è che salta fuori questa roba? Ma dove sono andati tutti?

Ma non era prevista questa cosa. Dove siamo finiti? E voi dove siete? Ma avevamo da fare un sacco di roba... ma cosa state facendo? Ma come è finito tutto? Ma saranno passati 5 minuti e ... ma cosa fate vestiti così? Ma quand'è che vi siete cambiati? Ma cosa vi siete messi a fare? Ma dai tornate qui... ma dov'è che avete messo le cose di prima? Ma come non le tiriamo più fuori? Ma scusate ma se io non voglio giocare? Come? COME?

...ciao ragazzi, mi sa che ci vediamo da un'altra parte. Magari. Magari ci sentiamo per un caffè... si si. Si si, mandami pure un messaggio, al massimo ti richiamo io. Prima o poi.