mercoledì 15 giugno 2011

mi hanno mentito

Se fosse davvero come mi avevano detto... avrei concluso con il massimo dei voti medie, superiori, e forse anche università.
Ah, certo, avrei fatto qualcosa tipo ingegneria. Triennale e specialistica. Forse anche un master. Avrei continuato a voler diventare un disegnatore. Nella formula1. Avrei voluto lavorare per la Ferrari.
Avrei gli occhiali, adesso. Così come dovrei averli anche ora, ma me li metto solo quando guido. Avrei i capelli pettinati tutti da una parte. Ascolterei Vasco, Ligabue, e qualcos'altro che mi passa il mainstream. E sarei contento così. Sarei sempre sbarbato. Vestito con delle belle camicine. Tutto preciso, ordinato, e puntuale.
Avrei avuto le mie piccole delusioni d'amore necessarie. Giusto un paio, in modo da fare un paragrafino nel sonetto. E poi avrei conosciuto te, studentessa di medicina. Carinissima studentessa. Di Bologna.
Con la quale avrei costruito una bellissima e solidissima relazione di anni. Con la quale, ora, starei pensando al matrimonio. Dopo la tua laurea. E dopo il mio contratto a tempo indeterminato.
Perché adesso, ovviamente, starei facendo un contratto di un anno alla Toro Rosso. A disperarmi di Buemi e Alguersuari, ma sarei soddisfatto degli sviluppi dei deflettori curvati sulle paratie anteriori, dei quali ho contribuito a progettare la curvatura. Wow. Che poi Buemi va a tamponare uno e distrugge tutto.
E sarei felice e contento. Sulla strada per una bella vita organizzata, programmata, il preludio alla case al mare, il cane, i bambini, la station wagon...

Vista con gli occhi che mi ritrovo ora mi pare uno scenario un po' patetico, banale, e anche triste, ma sono convinto che se l'avessi vissuto mi piacerebbe e ne sarei contento.
Sarei contento, almeno.
Perché avevano ragione: ad impegnarsi, le cose si mettono bene. Ad impegnarsi, tutto va nel verso giusto.
A studiare, passerai gli esami. Ad avere un voto alto, troverai lavoro. A fare il bravo ragazzo, troverai tua moglie. A dare il massimo come dipendente, avrai il rinnovo del contratto e un aumento di stipendio.

...non so chi me le ha insegnate, ma sono tutte cazzate.

Nella vita, come in Italia, non c'è la meritocrazia. O forse c'è, ma ha un funzionamento che mi è estraneo.
Perché un sacco di volte ho dato il massimo, il meglio, e non è bastato.
Sono stato bocciato ad esami, ho preso insufficienze a scuola, ho perso partite giocando a FIFA, ho fatto incidenti giocando a Colin McRae, ho sbagliato gol, passaggi e marcature giocando a calcio.
Ho sbagliato frasi, parole, momenti, gesti. Sono stato lasciato, tradito, illuso, preso in giro, da parecchie persone. E sono arrivato in ritardo un milione di volte.
E il tutto, senza volerlo. Il tutto, quando ce l'avevo messa tutta.

Senza poi parlare delle volte che il massimo, non l'ho dato. Ma questa è un altra parentesi enorme.
E' che, davvero... il massimo, spesso non è bastato.
Mi hanno mentito: mi avevano detto che bastava. Mi hanno preso in giro anche loro.

Ed è così che ho 27 anni, sono sporco e sudato davanti a un macbook, un po' di lavoro precario arretrato, un romanzo da finire senza sapere se sarà pubblicato, relazioni sentimentali inesistenti, titoli di laurea inutili, conti correnti senza entrate.

Sai che ti dico? Vaffanculo Toro Rosso, io preferivo la Minardi.

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