venerdì 31 dicembre 2010

DiaroDelloScrittore: #1 destorisofà

Inizio questa sorta di diario perché magari, mentre scrivo un libro, e ne penso un secondo, e ne ho in sospeso almeno altri 3, e ho pronti soggetti per almeno altri 10, si sa mai che ne possa produrre un sedicesimo, su tutti questi pensieri.

In realtà, questa sorta di diario parte già incompleta, perché non è che ho cominciato a scrivere oggi, ma 12 anni fa, nel 1998.
E ciò a cui sto lavorando ora, è partito nel 2006. E per dirla tutta, in realtà avevo in mente il soggetto da almeno un paio d'anni prima...

Ma diamo un nome alle cose, cacchio, perché le cose van chiamate con il loro nome.

Stiamo parlando del progetto Kooks, e già questo non è il vero titolo del romanzo, ma un nome di lavorazione... quindi già chiamiamo le cose con un nome che non è il loro.

C'è qualche attinenza tra il nome Kooks e la band The Kooks?
Beh, direi di si.

Quale?
Sono gli stessi.

E quale attinenza c'è nel romanzo?
C'entra con la canzone Naive.

Ah... cosa, in particolare?
Il sound, credo.

Quindi non c'è un legame con il testo?
Ma cos'è un diario o un'autointervista?

Entrambe? Comunque te la stai scrivendo da solo...
Si, in effetti hai ragione. Ho ragione. Abbiamo ragione. Tra l'altro erano domande pessime.

Veniamo alla situazione attuale: Kooks era pronto al 70%, ma è stato vittima di una restauro sostanziale, quasi una ricostruzione, e ora è pronto al 30%. Un 30% che a sua volta è vittima di continue correzioni e revisioni, quindi si tratta un po' del solito progetto all'italiana, modello ospedale di Cona: investimenti enormi, risultati tangibili zero.

Prime impressioni positive: nonostante l'impegno poco profuso di questi giorni, direi che agli stimoli di scrittura c'è una buona risposta.
A volte forse sarebbe necessario disattivare l'Airport, ma è anche vero che per le condizioni di vita attuali mi è necessario un contatto tramite Facebook, MSN, Skype, e quant'altro... certo in alcuni momenti l'isolamento forzato sarebbe utile, ma come fai a discernere i momenti in cui sarebbe utile e quelli in cui sarebbe utile avere la connessione internet?

Prime impressioni negative: LA PERDITA DEL CINISMO.
Va spiegata un po' la situazione: abbiamo un protagonista, che chiameremo JJ, già in passato protagonista di racconti. L'intera opera Kooks costituisce una sorta di enorme prequel a questi racconti... che va collocato circa 2-3 anni prima dei racconti stessi.

Per quanto sicuramente JJ debba risultare quindi per forza diverso da questi racconti, rimane poi la stessa persona.

E in questo momento, mi è difficile scrivere nel modo in cui questa persona sarebbe.
Cos'è successo? Dove ho perso queste caratteristiche? Quelle che tra il 2006 e il 2008 mi hanno permesso di scrivere questi racconti?

Non lo so, e in fondo non è che a sapere dove le ho perse le ritroverò, è un po' come quando perdi il portafoglio per strada. Forse a fare la strada a ritroso lo ritrovo subito, ma se passi dopo due anni, col cazzo che è ancora li ad aspettarti.

La situazione è, in qualche modo, ricrearlo in maniera artificiosa.

1) il ricordo. Ah, questa grande cosa che tentiamo di annullare attraverso l'alcol, ma che resta perpetua nelle nostre sinapsi neurali... per fortuna.

2) Uochi Toki. BUM! Con Napo si va sempre sul sicuro.

3) Così come Napo, possiamo aggiungere Amari, Massimo Coppola, Vasco Brondi, e tanti altri profeti del nostro tempo, un po' maestri di vita di JJ (e anche miei, tra le altre cose).

4) i precedenti racconti di JJ. Dove andare a pescare se non proprio dove il cinismo regnava sovrano?

E poi direi che basta così, per ora.

Ma sai che a nessuno gliene frega niente di queste cose?
Eh beh perché, le vostre serate del cazzo in discoteca, sono forse più utili alla comunità?

Siamo tutti inutili. La specie non progredisce. Ed è colpa anche mia.

sabato 18 dicembre 2010

Vado via e resto qui

Vado via perché non ho visto la trasmissione di Fazio e Saviano.

Resto qui, perché posso vederla da internet.

Vado via perché "e tu vuoi far qualcosa che serva"

Resto qui perchè "è anche per te che il tuo paese è una merda"

Vado via perché qui ci sono gli studenti che manifestano.

Resto qui, perché anche la ci sono gli studenti che manifestano.

Vado via perché c'è la neve.

Resto qui, se c'è troppa neve.

Vado via perché svegliarsi alle 5.30 di mattina... restano sempre le 5.30 di mattina.

Resto qui, perché si può dormire solo 3 ore per notte e svegliarsi con un sorriso bellissimo, anzi due.

Vado via perché voglio avere una vita sociale.

Resto qui, perché avrò una vita sociale.

Vado via perché se davvero nella vita vuoi fare una cosa devi andarci incontro e prenderla.

Resto qui, perché se davvero nella vita vuoi fare una cosa, devi farla nel modo giusto.

Vado via perché voglio rivedere dei posti e delle persone.

Resto qui, perché i soldi, per ora, sono quel che sono.

Vado via perché ho voglia di rivedere la mia città.

Resto qui, perché sono già nella mia città.

Vado via perché sono disoccupato.

Resto qui, perché perché esistono forme di approccio lavorativo difficilmente comprensibili alla popolazione media.

Vado via perché non voglio sentirmi come Saviano.

Resto qui, perché spero di sentirmi come Fazio.

Vado via perché ho già il biglietto di andata.

Resto qui, perché poi ho anche quello di ritorno.

Vado via perché sono al centro di tutte le partenze.

Resto qui, perché è il posto da dove voglio ricominciare ancora.

Vado via perché me ne sono già andato.

Resto qui, per ora, per un po' ancora, e un po' per sempre.