martedì 7 luglio 2009

Cokers outside the hospital doors

31/08/201X
Sai? E' quel senso di impotenza, a rendermi, per la prima volta, nervoso. Agitato. Proprio l'unica volta che non devo e non posso fare nulla.
E' tutto così strano. E' il momento più importante della mia vita, o perlomeno, la sensazione è questa.
Proprio mio figlio, poteva esserci solo di mezzo mio figlio, perché succedesse questo.
Io (Giulio?) che me ne sono sempre fregato di tutto e di tutti, che me ne sono sbattuto passivamente di tutta la mia vita, ora sono qui, a snervarmi. Per qualcosa in cui non posso fare nulla.
Volevo essere con te in sala parto, a stringerti la mano forte. E magari a prenderti per culo... "amore, è il momento più bello della tua vita..."
"Giulio... VAI A CAGARE!"
Però volevo essere li.
No, non si può, in sala parto qui non fanno più entrare. Pazienza.
Forse, tra il caldo, la bassa pressione, la tensione, e il sangue, sarei anche svenuto. Non ti sarei stato certo di aiuto, allora.
Forse è meglio così.
Non volevi partorire in agosto. Nemmeno in settembre. Figuriamoci il 31 agosto, che è pure a metà. Volevi partore in aprile. In primavera... eh ma si sa come vanno queste cose. Mica si può programmare tutto. C'abbiamo provato, no? Ma il colpo buono è venuto solo in inverno... e aggiungi 9 mesi...
Ed eccoci qua.
C'è umido, c'è caldo, non si respira, eppure sono solo le 9 di mattina. Sarebbe un buon momento per una paglia, se fumassi. O per una birra. Nonostante il caffè, e la colazione, e il fatto che sia sveglio dalle 4.30.
Ma ti farei schifo se entrassi in sala parto con l'alito che sa di birra. Poi me lo ricorderesti per tutta la vita. "Mentre io ero li che facevo nascere nostro figlio lui era a bere... AH!" e allora niente birra. Poi alle 9 di mattina. Che figura.
Allora Coca-Cola. Con la caffeina. Per stare un po' più sveglio. Fuori dall'ospedale. A scrutare questo cielo che non promette nulla di buono.
Cokers outside the hospital doors.
Yes.
Mi viene su un ruttino. Spero di non farlo in sala parto. Quando mi faranno entrare. Per vedere mio figlio. E la sua splendida mamma.
L'umido, il caldo, il malditesta, l'ansia, il sudore, l'agitazione, la polo che mi si attacca alla pelle, il sole che picchia sulla fronte. E la mia famiglia che nasce.
Non credevo che la Coca-Cola potesse avere un sapore così buono. Non credevo che potessi essere ancora qui con te dopo tanti anni. Non credevo a tutto questo.
Ho messo la macchina dove non dovevo - mi faranno una multa.
Ora devo rientrare, mi sa che sono padre.
Grazie.

dedicato a te

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