martedì 31 marzo 2009

QUESTO DOMANI

RadioScoziaLibera plays Subsonica - Questo domani


L'acqua. L'acqua calda sulla faccia. Quasi a lavare via, quasi a bollire, ogni singola impurità, non tanto del viso di Giulio, ma proprio di Giulio stesso.
E poi asciugarsi, di fronte allo specchio tutto appannato. Guardarsi negli occhi.
Stasera o si vince o si muore. Gli occhi sono iniettati di voglia. Voglia di vivere, voglia di sfogare la rabbia, voglia di sfogare il rancore, voglia di sfogare la rabbia. Voglia.
Esce dal bagno con l'accappatoio, e si veste. Camicia bianca. Camicia bianca d'ordinanza.
Sua madre lo guarda, urla, e piange.
E' un pezzo che ha perso il controllo delle cose, ormai è tardi. Giulio esce: dove va, non si sa. Quando torna: non si sa.
Giulio sale in macchina, non è la sua, ma non è nemmeno quella di Gritty, Cisco, o BREERAA!!, e attenzione che non è un dettaglio poco trascurabile questo.
Intorno a loro, una città immersa nel freddo aspetta pazientemente l'alba: ma è ancora lunga la notte che porterà al domani. Oh, cazzo, si.

Intanto tu sei fuori. Sei fuori con lui. Eh, lui sembra carino, sembra gentile, sembra simpatico, sembra davvero un bravo ragazzo, invece Giulio era così strano. Era così particolare. Così stronzo anche. Così... così che era solo un amico. Che gli volevi tanto bene. Ma qualcosa di più... eh no. Invece lui sembra così... oh...

Via! Sulla Grande Punto del nuovo amico di Giulio (un incensurato del quale non possiamo rivelare il nome) è stata prevista una bottiglia di vodka, a cui attinge quasi esclusivamente solo Giulio. Eh perché l'Incensurato guida, e chi guida non beve. Luci, tachimetro che sale, campagne che scorrono di fianco a bar e aziende meccaniche della provincia. Praticamente come ascoltare un album de Le Luci della Centrale Elettrica a velocità doppia. E a stomaco vuoto.
Che forse con Vasco Brondi c'entra poco, oh, ma con la vodka, si lega parecchio bene.

E la tua serata sembra andare benissimo. Oh si, davvero... poi ti offre anche da bere... certo che c'è freschino fuori... si, vai a fare un giro con lui. Ti porta in un bel posto, dice. Come sembra carino... così scherzoso... allegro... solare... sembra anche dolce... che bel posto dove ti porta... sembra così sperduto... però è bellissimo... soli voi due...

La madre di Giulio, piange, sul divano, tra Ballando sotto le stelle, e altri canali a caso, che mentre un comico faceva ridere, la sentono che piangeva, come dice Jovanotti, ma Giulio non tornerà per lei. E tanto, già lo sapeva.

E bum! Esplodono le luci e i bassi della sala, Giulio è lanciatissimo, come uno uscito dai box ai 180 con poca benzina e le gomme nuove, e si lancia in mezzo a ballare attaccato a non ha capito neanche cosa siano, se siano ragazze o altro... la bottiglia di vodka? Giulio l'hai già finita in macchina.
E l'Incensurato, segue a ruota, lui senza alcol, non ne ha bisogno, lui sa fare, lui segue Giulio, lo usa come cavallo di troia, anzi, di cavallo di troie, segue a ruota e fa l'amico figo di quello jolly ubriaco. E vai! Un pezzo dopo l'altro, senza ricordarne il nome, uno dopo l'altro, e quella che sembra starci, come si chiama? Chi è? Non ha importanza, è gnocca anche l'amica. Giulio se le confonde.

E nel mentre tutte le colonne di tutte i palazzi sono ferme immobili, mentre le mura di tutta la città ascoltano in silenzio, mentre in una qualche parrocchia si prova un balletto hip-hop, mentre le lancette dell'orologio restano ferme immobili, mentre gli alberi già spogli vegliano sopra cumuli di foglie secche.
E la musica continua, la musica della discoteca, la musica hip-hop, la musica della finale di X Factor in prima serata, la musica dell'autoradio di lui.

E Giulio mentre balla ha un flash, un attimo di lucidità in una vita che passa, e si ricorda di te, e non sa dove sei, e non sa cosa fai, e non gliene frega un cazzo, ma ti pensa.
E tu sei in quella macchina, e ora il tuo lui si ferma in un parcheggio, ma è strano, ora ha un sorriso che sembra strano, e non sembra più quello di prima. Sembra che... ma no, non può essere.
L'Incensurato ha già beccato una. L'ha già marcata ad uomo. Lingua in bocca. Palpate. Si, insomma, è solo questione di tempo, poi se la porterà a letto.
E Giulio poi di te se ne frega, balla, balla, balla, si, proprio una gran balla, perchè sta dicendo una balla a sè stesso, perché sta ballando, e perché ha preso la balla, oltre che altri due coca rum. Che facevano schifo ed erano annacquati, ma con l'effetto mescola, via andare! Le tipe, forse schivano Giulio, forse ci stanno, forse no, non ha importanza, è tutto una figata, un piacevole flusso, che Giulio vorrebbe non finissse mai, vorrebbe non finisse mai quella serata.

C'è troppo buio nella dancehall. Giulio va in bagno. Tira fuori da una tasca. Venti euro. Prezzo di favore. Si mette in bocca la pastiglina. E torna fuori. Come una formula 1. Con una sosta di troppo.
Mentre tu, piccola, inizi a capire. In quella macchina. Che forse... qualcosa sembrava una cosa... e invece... era un'altra. E... è tardi... oops.
L'Incensurato se n'è già uscito dalla discoteca, accompagnato dalla tipa. Andranno diretti in macchina pure loro.

Giulio torna in bagno. Come una formula 1 che torna ai box. Qualcosa non va.

Giulio si schianta sulla tazza del cesso, di faccia, mentre il cellulare gli vola. E cade.
Tu, piccola, cerchi di scappare dallo sportello, ma lui ti raggiunge. Ti afferra. E cadi.
L'Incensurato scivola su una bottiglia di vodka vuota. E cade. Lei ride.
Piccole ballerine tornano a casa dal balletto di hip-hop parrocchiale. E qualcuno inciampa. E cade.
La madre di Giulio, ha uno spasmo nel sonno. E vola giù dal divano. E cade.

La bocca è piena di vomito, che si mescola al sangue, e Giulio è un uomo in preda alle convulsioni e ad un attacco epilettico, che non può far altro che ingoiare il proprio vomito, senza nemmeno urlare.
Lui ti ha già afferrato e ti sta minacciando, ha un coltellino, tu piccola puoi soltanto stare zitta, e pregare che arrivi Giulio. Giulio. Proprio Giulio. Sembrava carino. Sembrava una bella serata. Sembravano tante cose. Ora tutto si rivela per quello che è. E fa male. Fa male. Fa molto male.
L'Incensurato sta concludendo in bellezza, testando gli ammortizzatori della Grande Punto, appannando tutta la macchina. Ora si riveste e la accompagna a casa.

La città assiste allo spettacolo, zitta immobile e impotente, senza muovere nemmeno una foglia, senza far passare nemmeno un rintocco. Il freddo gelido la avvolge, chietando ogni giudizio, ogni parola, lasciando tutto nella più completa apatia.

Tu sei, a terra, coperta dalle tue stesse lacrime, con i vestiti lacerati. E sono lacrime amarissime. Ora vorresti solamente morire. Ancora di più della morte che porti dentro.
L'Incensurato dorme già a casa sua. Ma prima di dormire, ha come un flash. Si è dimenticato qualcosa?
La madre di Giulio si sveglia. E' agitata. Telefona a Giulio. Il telefono è spento.
Un'ambulanza corre veloce. Al volante un volontario della Croce Rossa, ha appena 20 anni, è la sua prima emergenza, e non è colpa sua.

Silenzio. Il medico resta in silenzio. Non c'è più niente da fare. La sentenza, discutibile, è comunque chiara.

Alle 3.57 del 16 marzo 2009 Giulio è morto.

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