martedì 19 dicembre 2006

Giulio live @ Malpensa (special guest: Valentina Pozzato)

Uno di quei posti alla moda.

Per la rubrica: i racconti di Giulio...

XX Freddembre 200X
Minchia…che serata del cazzo. Giulio è li, con i suoi pochi amici, nessun amici, e senza Panino. Eh no manca il suo personalissimo Panino, ovvero B., ma a dir la verità non c’è quasi mai.
E’ li, questa noto capoluogo della regione, dove si sta compiendo un maldestro tentativo di sprovincializzazione, che sta riuscendo malissimo. Il locale in cui si trovano è uno di quei posti alla moda, quei disco-bar da aperitivo con la musica alta… dio quanto li odia Giulio quei posti. L’arredamento è di quello che farebbe rivoltare Clay Regazzoni nella tomba, per quanto debba ancora essere sepolto, per quanto stia in carrozzina, e per quanto soprattutto sia ancora vivo.
Ma va di moda: e tant’è, e va bene così, senza parole. O forse le parole ci sono e Giulio prova anche di dirlo a voce alta… ma niente, tutto coperto da un terribile CD registrato live in una discoteca vicino a Malpensa 2000. Diomio, già una discoteca vicino a un aereoporto, ma vabbè, magari è per risolvere la questione parcheggi e casino notturno, cose che vanno a nozze con gli aereoporti. Magari in se e per sè l’idea è carina, ma diomio, se ci sbatti dentro un vocalist frocio a gridare cazzate per 80minuti80 (e dio benedica che il signor Sony non ha voluto creare da subito formati digitali da 90minuti, sennò sarebbero stati altri 10 minuti di agonia…). Giulio non è che ce l’ha con i froci: ce l’ha con i vocalist sfigati che gridano cazzate sopra la musica, che già di suo è dell’house dimmerda… se poi ci vai anche a gridare sopra cazzate di continuo… se ti piace il cazzo nessun problema: ma non venire a farmi i gridolini in disco che ho pagato so quanti euro di benzina per arrivare qua in macchina, so quanti euro per entrare, so quanti per bere, e tutto per niente perché la tipa non me la darà…
Beh almeno Giulio non è a Malpensa 2000 in discoteca, ma è li nel capoluogo della regione… che forse a pensarci bene è pure peggio. Si è preso da bere una onesta birra ad un onesto prezzo. Però c’è un caldo incredibile, la musica è troppo alta, e anzi viene pure alzata di volume. Tutti eventi che sono un toccasana per Giulio. Bello "toccasana", Giulio non lo sentiva da mesi.
Giulio ha poca voglia di parlare con i suoi vicini di tavolo, gli altri sono troppo lontani e non ha voglia di alzarsi, per guardare scollature che non ci sono, o per fare conversazioni da treno sul niente che ti lasciano in bocca solo la certezza di aver fatto bene a non intraprendere certe relazioni.
Sullo sfondo, il panorama terribile di trentenni malvestiti o infighettati, con facce che lasciano trasparire chiaramente passati di alcol e droghe varie, a ballicchiare vagamente a tempo con in mano bicchieri, nel tentativo più o meno efficace di portarsi a letto altre trentenni sciupate, dell’usato poco sicuro, con 200mila km di cazzi alle spalle (inteso proprio come cazzi presi da dietro). Un po’ come certe Mercedes 190 classe E, quelle fine anni 80 primi anni 90, le macchine ufficiali degli zingari e dei terroni.
E proprio come quelle macchine, negli autosaloni, vengono vendute a 500 euro con tanto di cartelli in mostra "aria condizionata" o "chiusura centralizzata", queste puttanazze sciupatissime mettono in mostra le tette, il culo, le gambe, insomma a seconda di quel che hanno di salvabile mettono un po’ in mostra il loro meglio, consapevoli che ormai hanno passato il meglio dei loro anni e ora tutto quello che rimane loro è sperare in un disperato del sesso opposto come loro, giusto per passare una notte a dimenticarsi dei veri problemi, tra sesso, droga e… no, niente rock ‘n roll: stavolta house. Ecco il vero problema: una volta si ascoltava il rock. Ora la house. O al massimo Craig David.
E Giulio guarda queste scene, e gli fa tutto veramente pena, e pensa "dio mio se divento così sparatemi alle gambe". E poi alza gli occhi, c’è una partita di football americano. Mamma mia che pantaloni da froci che hanno! Ah, servono per non farsi trattenere dagli avversari…sono attillati per quello… ‘va se corrono veloci… Giulio pensa che per un attimo vorrebbe essere come loro per correre via da tutto quello schifo.
C’è solo una persona che potrebbe salvargli quella serata: e non gliela salverà, ovviamente. Giulio già lo sa.
Vi ricordate quella ragazza che viveva nel LA MAGIONE? Si, la figlia della donna membra della loggia massonica dei cinque tagli? /////
Ecco, quella ragazza si chiama Valentina Pozzato. (ecco, siccome Diago è stato contattato da Filippo Gigante, vorrei anch’io che chiunque si chiami Valentina Pozzato si faccia sentire…)
Ecco, lei. Quella che alla fine di quella sera aveva cambiato il mondo. Ecco, è lei.
Ognuno ha il suo Panino, e ognuno ha la sua Betsy. Cioè quella che potrebbe farti perdere la testa in ogni momento con un solo sguardo, quella che ti sei dovuto lasciare alle spalle a fatica ma e chissà se ce la farai mai del tutto, quella che tu avevi preso una decisione e lei un’altra.
La Betsy di Giulio si chiama Valentina Pozzato. E quella sera, Valentina Pozzato, non entrerà in quel discopub. Giulio già lo sa. Ed è per questo che se ne sta li, solo, con lo sguardo sul perizoma della trentenne di fronte, ad aspettare che finisca la serata. Che tristezza.


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