venerdì 29 dicembre 2006

2006: è tempo di bilanci

Eccoci arrivati alla fine di questo anno… che dire?
Beh senza dubbio un anno davvero ricco di avvenimenti e situazioni, e momenti, e tanto altro ancora… è stato l’anno del Risveglio, dell’Italia campione del mondo, ma anche degli Strokes e degli Arctic Monkeys… anche un po’ dei Muse… e poi l’anno di 9 esami (potevo darne di più), l’anno di una campagna elettorale persa (ma comunque una bella esperienza arricchente), l’anno di grandi amicizie perse e poi recuperate, l’anno di donne perse, ritrovate, scomparse, apparse, comparse, perse del tutto, l’anno di due spettacoli con Penzale, l’anno di amicizie nuove e vecchie, l’anno della Fenice, l’anno del presunto ritorno degli Alpha Alpha (almeno al lavoro), l’anno dell’addio al catechismo delle medie… e poi che altro dire? Ah si, anche l’anno del tumore (benigno), dell’intervento di asportazione, della relativa tricotomia, del ritorno alla corsa… di qualche nadra ben dosata… del ritorno ai pomodori di XII morelli… e di tante altre cose…

Quando si è adolescenti non ha troppo senso paragonare un anno all’altro, si è in continua crescita… dai 19 in poi ci si sente stabilizzati, e allora fare i confronti inizia ad avere davvero senso: e credo che questo 2006 sia stato migliore del 2005. Non so dire se la definizione giusta sia "migliore" o "più bello"… questo 2006 ha avuto momenti davvero brutti, infelici, tristi e orridi… tuttavia, nella somma di esperienze, è stato sicuramente più ricco. Ecco, forse è questa la definizione giusta: "più ricco". Più ricco di esperienze, e sicuramente più utile per la mia crescita. Un po’ come il 2002… anche il 2003… anche il 2004… si, forse il 2005, paradossalmente, non è stato tutto questo gran anno. Felice comunque di averlo vissuto in quel modo.
E’ inutile: credo ci sia ancora qualcosa in qualche posto che mi sta aspettando. Non so se la raggiungerò, forse un giorno smetteremo di aspettarci e non avremo più la necessità l’uno dell’altro. Ma io credo che quella birra, in quel tavolo di Edinburgo, per adesso sia ancora li ad aspettarmi.
Senza sgasarsi, tra l’altro.



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